mercoledì 26 marzo 2025
Il più massiccio attacco aereo di sempre l’ha subito Kryvyi Rih, centro industriale e città natale del presidente Zelensky
Il presidente Zelensky visita il fronte nel Donesk

Il presidente Zelensky visita il fronte nel Donesk - ANSA

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Gli attacchi notturni sul porto di Mykolaiv e la nuova serie di oltre 100 droni killer lanciati in piena notte hanno spento sul nascere le speranze di chi in Ucraina credeva che la “tregua del Mar Nero” fosse qualcosa di più di un parziale cessate il fuoco a fini commerciali.

Nella prima notte di ”tregua” solo Odessa è stata graziata dagli attacchi diretti, ma non è il segnale che tanti auspicavano. A poca distanza è stata attaccata nuovamente Ochakiv, meno di 60 chilometri in linea d’aria e corridoio obbligato per i servizi portuali tra Odessa e Mykolaiv, i due principali scali per le spedizioni di cereali dall’Ucraina. Le forze aeree di Kiev hanno abbattuto 56 dei 117 droni lanciati dalla Russia.

L'aeronautica militare precisa che 48 velivoli kamikaze sono andati perduti, in altre parole dirottati attraverso la guerra elettronica messa in atto dalle forze ucraine. Dal proprio canto il ministero della Difesa russo ha dichiarato che la sua difesa aerea ha abbattuto 9 droni ucraini, due intercettati sulle acque del Mar Nero, ma non è stato precisato se fossero diretti verso la Crimea o altre regioni russe.

Il più massiccio attacco aereo di sempre l’ha subito Kryvyi Rih, un centro industriale che dall’inizio del conflitto viene bersagliato per mandare un messaggio a Kiev. E’ infatti la città natale del presidente Zelensky.

Ed è a lui che si è rivolto ancora una volta il ministro degli Esteri russo Lavrov che in una intervista all’agenzia Tass sostiene che il leader ucraino “ha i giorni contati”.

Schermaglie verbali sorrette da quelle sul terreno. Gli Stati Uniti hanno ufficialmente dichiarato di avere raggiunto ieri accordi separati con l'Ucraina e la Russia per sospendere i loro attacchi sul Mar Nero e contro i rispettivi obiettivi energetici. Le esportazioni di cereali dovrebbero dunque riprendere a breve. Ma niente di più di quanto non si fosse riusciti a ottenere due anni fa con la mediazione della Turchia. Comunque un passo avanti per la diplomazia.Il comunicato finale americano, stilato in due versioni con alcune differenze per riassumere l’intesa con Kiev e quella con Mosca, non chiarisce una serie di dettagli circa l’effettività della tregua. In linea teorica non dovrebbero essere colpite le navi commerciali dirette o provenienti dai porti ucraini e a sua volta le forze ucraine si impegnano a non colpire le navi militari russe.

Non è chiaro se queste utilizzeranno o meno i missili di cui sono dotate e con cui da più di tre anni tengono sotto pressione l’Ucraina e la sicurezza della navigazione in tutto il Mar Nero.La prima notte di ”mini-tregua” ha costretto anche il presidente Trump a fare un bagno di realtà, in una intervista per “Newsmax” anticipata dalle agenzie di stampa, per la prima volta il tycoon che aveva promesso la pace in due giorni di sua presidenza, ha ammesso: «Penso che la Russia voglia porre fine alla guerra, ma è possibile che la stia tirando per le lunghe».

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