sabato 29 marzo 2025
Bilancio drammatico dopo la ripresa dei bombardamenti, il 18 marzo. Nuovi raid aerei, mentre Hamas pensa al rilascio di qualche ostaggio per giungere a una nuova tregua
Uno scorcio di Gaza, per come si presenta oggi dopo gli ultimi bombardamenti

Uno scorcio di Gaza, per come si presenta oggi dopo gli ultimi bombardamenti - Reuters

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È ormai salito a 921 persone il bilancio aggiornato delle vittime della nuova offensiva israeliana a Gaza, dopo la rottura unilaterale della tregua. A quanto reso noto dal ministero della Sanità palestinese e riportato dall'emittente al Jazeera, dal 18 marzo negli attacchi israeliani rimaste ferite anche quasi 2mila persone. Nel silenzio del mondo, dunque, da dieci giorni è ripreso il massacro nella Striscia.

Sarebbero in corso, nel frattempo, nuovi raid aerei. Secondo il "Times of Israel", che ha citato media palestinesi, l'Idf starebbe infatti effettuando attacchi aerei su Beit Lahiya e Khan Yunis. Non ci sono commenti immediati da parte dell'esercito.

L'emittente pubblica israeliana Kan ha riferito che i mediatori vedono la volontà di alcuni membri anziani di Hamas di rilasciare un piccolo numero di ostaggi per garantire un cessate il fuoco durante la festa di fine Ramadan dell'Eid al-Fitr. La rete riconosce che non è ancora chiaro cosa Hamas chiederà in cambio di coloro che rilascia, anche se afferma che tra gli ostaggi liberati ci sarebbe l'americano-israeliano Edan Alexander.

Intanto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha incaricato l'agenzia di intelligence estera Mossad di trovare Paesi, soprattutto in Africa, che accettino di accogliere un gran numero di palestinesi sfollati dalla Striscia di Gaza, secondo quanto scrive il sito di notizie americano Axios, che cita «due funzionari israeliani». Secondo Axios, «Netanyahu sta anche cercando modi per trasferire un gran numero di palestinesi, potenzialmente in Paesi a migliaia di miglia di distanza», aggiungendo che «si sono già svolti colloqui con la Somalia e il Sud Sudan, due Paesi poverissimi e travagliati da conflitti nell'Africa orientale, così come altri Paesi tra cui l'Indonesia». Netanyahu, scrive il sito, avrebbe dato al Mossad l'incarico segreto diverse settimane fa, ma l'ufficio del primo ministro israeliano ha rifiutato di commentare.

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