martedì 1 aprile 2025
Il direttore, don Marco Pagniello: nelle emergenze sono sempre i più poveri a pagare. Sul campo servono supporto umanitario, cibo e assistenza sanitaria. Le modalità per fare donazioni ai terremotati
Don Marco Pagniello, direttore di Caritas

Don Marco Pagniello, direttore di Caritas - ImagoEconomica

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La macchina degli aiuti si è messa in moto e in queste ore la Caritas Italiana sta valutando, insieme alla Conferenza episcopale, cosa fare subito per aiutare chi è stato colpito dal terremoto in Myanmar e offrire le risposte più veloci, fa sapere don Marco Pagniello, che dirige proprio Caritas Italiana.
I vostri primi passi, direttore?
Come accade per ogni emergenza internazionale, abbiamo immediatamente attivato la raccolta fondi in Italia, per sostenere poi le Caritas locali, le Chiese locali, e fare la nostra parte. E abbiamo sentito subito le Caritas coinvolte, colpite anche loro, ma che, passate le prime ore di smarrimento e paura, sono già sul campo e si stanno dando da fare per il supporto umanitario, il cibo e tutto quanto possa occorrere.
Avete già un’idea di come sia partita e stia andando la raccolta?
No, è troppo presto. Sono passati soltanto quattro giorni. Sappiamo che le comunità cristiane e alcune diocesi hanno già cominciato a mandare, ma penso che la vera raccolta si farà nei prossimi giorni, nelle prossime settimane.
Intanto che notizie vi arrivano dalle Caritas del Myanmar?
Quelle che raccontano, come sempre, quanto siano i più poveri a pagare, anche queste genere di emergenze.
Cioè?
Non si riesce ancora fare la conta precisa dei morti e si pensa che tanti poveri, dei quali non si conosce nemmeno dove vivano o abitino, abbiano perso la vita.
Qual è la cosa più complicata?
Sarà far arrivare gli aiuti. Anche le Caritas locali ci dicevano che cercano di capire come fare.
Come mai?
La situazione politica si conosce... Se da una parte ancora si combatte, dall’altra si chiedono aiuti. Adesso Caritas Internationalis sta cercando di mettere insieme e coordinare tutte le richieste.
Ma non è assurdo che lì, in una catastrofe come quella che li ha colpiti, ancora combattano?
Assurdo, sì. Credo che la parole di papa Francesco di ieri (domenica all’Angelus, ndr) fotografino assai bene la situazione: Francesco ha invitato a pregare “anche” per il terremoto, come a dire che lì i problemi sono tanti... E quale assurdità nella tragedia crei quella situazione.
Che davvero complica ogni aiuto si voglia dare, già di suo assai difficile.
Diciamo che potrebbe far venire fuori ancor più l’ingiustizia che si vive in quel Paese, così da renderla un monito ai ribelli e ai militari e che faccia loro almeno abbassare le armi, permettendo che arrivino gli aiuti, perché credo sia questo il problema più grande.
Come si potrebbe “forzare” verso il buon senso, don Pagniello?
L’appello è all’Onu, perché possa provare a garantire la vita delle persone, magari con una forza di pace. Perché oggi si tratta di fare questo, garantire le vita: quel che raccontano le stesse Nazioni Unite è drammatico, in Myanmar la situazione sanitaria è drammatica, tutto è drammatico.
Appunto, dovrebbe essere il momento del buon senso, in teoria.
In teoria, sì.
Torniamo in Italia, dopo le prime vostre decisioni e della Cei, attese appunto nelle prossime ore, cosa farete?
Vedremo come andrà la raccolta fondi e sarà sicuramente impegnato anche il servizio interventi caritativi della Cei.

È possibile contribuire agli interventi di Caritas Italiana per l’emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione online o bonifico bancario specificando nella causale “Emergenza Myanmar” tramite:

Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 24 C 05018 03200 00001 3331 111

Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT 66 W 03069 09606 100000012474

Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT 91 P 07601 03200 000000347013

UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063 119

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