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Ksenia Karelina, cittadina russo-statunitense, era stata condannata lo scorso anno a 12 anni per tradimento per aver donato una somma inferiore a 100 dollari a un ente benefico ucraino con sede negli Usa - Reuters
Nel giorno dei colloqui fra Stati Uniti e Russia, che si tengono a Istanbul e vertono sul ripristino degli staff nelle rispettive sedi diplomatiche, è avvenuto uno scambio di "prigionieri" fra Washington e Mosca. Da un carcere russo è uscita Ksenia Karelina, una donna con doppia cittadinanza russo-statunitense, condannata lo scorso anno a 12 anni per tradimento per aver donato una somma inferiore a 100 dollari a un ente benefico ucraino con sede negli Stati Uniti. In cambio, gli Stati Uniti hanno liberato Arthur Petrov, cittadino con doppia cittadinanza russo-tedesca, arrestato nel 2023 a Cipro su richiesta di Washington per presunta esportazione di componenti microelettronici sensibili. Lo scambio è avvenuto ad Abu Dhabi, rivela il Wall Street Journal, ed è stato organizzato dal direttore della Cia, John Ratcliffe, e da un alto funzionario dell'intelligence russa.
Ratcliffe era all'aeroporto di Abu Dhabi ad accogliere Karelina. «Oggi il presidente Trump ha riportato a casa un altro cittadino americano ingiustamente detenuto dalla Russia», ha dichiarato al Wsj. «Sono orgoglioso degli agenti della Cia che hanno lavorato instancabilmente per sostenere questa iniziativa e apprezziamo il governo degli Emirati Arabi Uniti per aver reso possibile lo scambio».
Da quando è direttore della Cia, Ratcliffe ha parlato telefonicamente diverse volte con Alexander Bortnikov, capo del Servizio di sicurezza federale russo, e con Sergei Naryshkin, capo dei servizi segreti esteri russi. Bortnikov è stato coinvolto nei negoziati che hanno portato al rilascio, lo scorso anno, del giornalista del Wsj Evan Gershkovich. «Lo scambio dimostra l'importanza di mantenere aperte le linee di comunicazione con la Russia, nonostante le profonde difficoltà nelle nostre relazioni bilaterali», ha dichiarato una portavoce della Cia. «Sebbene siamo delusi dal fatto che altri americani siano ancora detenuti ingiustamente in Russia, consideriamo questo scambio un passo positivo e continueremo a impegnarci per il loro rilascio».