giovedì 27 marzo 2025
La Procura di Monza ha aperto un fascicolo nei riguardi dell'ex direttore della Fondazione oratori milanesi (Fom). La diocesi lo aveva già allontanato da Seregno precauzionalmente
Don Samuele Marelli

Don Samuele Marelli - Fotogramma

COMMENTA E CONDIVIDI

Nel giugno 2024 «il Tribunale ecclesiastico regionale lombardo ha avviato il processo canonico in primo grado di giudizio, la cui conclusione è prevista nelle prossime settimane», nei confronti di don Samuele Marelli, sacerdote dell’arcidiocesi di Milano. Lo rende noto un comunicato diffuso oggi dalla Curia in merito alla vicenda che vede coinvolto l’ex direttore della Fondazione oratori milanesi (Fom), a carico del quale la Procura di Monza ha aperto un fascicolo d’inchiesta per presunti abusi sessuali su minori, che si sarebbero verificati quando don Marelli era vicario della comunità pastorale “San Giovanni Paolo II” di Seregno (Monza) e, in essa, responsabile della pastorale giovanile. Una vicenda che sta suscitando profondo turbamento e sofferenza nella popolosa comunità brianzola. E l’avvio – sottolinea la nota della diocesi – di un percorso di ascolto e sostegno «ai ragazzi, ai giovani e alle loro famiglie». Don Marelli, 49 anni, prete dal 2002, ha guidato la Fom dal 2008 al 2017 ed è stato anche responsabile di Odielle (Oratori diocesi lombarde).

Subito via da Seregno

Dicembre 2023, festività natalizie. È in quei giorni che «giungono formalmente all’ordinario diocesano», l’arcivescovo Mario Delpini, «alcune segnalazioni di comportamenti non appropriati da parte di don Marelli», dal 2017 vicario a Seregno, «rispetto al proprio ministero di sacerdote e al proprio ruolo di educatore. Subito, a titolo prudenziale, si è ritenuto di chiedergli di allontanarsi da Seregno e di sospendere qualunque attività pastorale, per procedere poi a una verifica di queste segnalazioni, per quanto compete all’autorità ecclesiastica», spiega il comunicato diffuso da piazza Fontana. «In quella situazione e per quelle che erano le informazioni allora disponibili – riprende la nota – si è valutato non opportuno comunicare pubblicamente le motivazioni dell’allontanamento di don Marelli, soprattutto a tutela delle persone eventualmente coinvolte e delle loro famiglie, e del diritto alla buona fama».

Il processo canonico

Già nel mese di febbraio del 2024 veniva avviata la cosiddetta “indagine previa”, «ovvero quella fase prevista dalla normativa canonica finalizzata a verificare la probabilità effettiva circa la commissione di un delitto canonico, i cui atti sono stati inviati al Dicastero per la Dottrina della fede». Nel giugno 2024, «secondo le indicazioni ricevute dalla Santa Sede», come detto, l’avvio del processo canonico presso il Tribunale ecclesiastico lombardo. A quanti hanno segnalato i fatti che hanno portato all’allontanamento del sacerdote e al processo canonico, la diocesi ha ricordato «che era loro garantita la possibilità di presentare denuncia» anche alle autorità dello Stato.

Sostegno ai ragazzi

Ma la risposta della comunità ecclesiale non si ferma al processo. «Tutte le energie di sacerdoti, laici e laiche della comunità di Seregno – conclude la nota della diocesi – sono da mesi indirizzate ai ragazzi, ai giovani e alle loro famiglie, che stanno affrontando un tempo di analisi dell’accaduto, insieme a qualificate professioniste, che li sostengono e li affiancano, ascoltando e accogliendo le loro sofferenze, preoccupazioni e interrogativi». Nelle scorse settimane il Consiglio pastorale è stato informato sulla vicenda. La parrocchia, l’arcivescovo Delpini «con i suoi collaboratori» e «l’intera comunità diocesana sono vicini alle persone coinvolte».

Indagine delicata

Quella avviata dalla Procura di Monza è un’indagine delicata, come confermato dal procuratore di Monza Claudio Gittardi, e sulla quale finora era stato tenuto il massimo riserbo. Un’indagine partita dalla segnalazione delle famiglie di alcuni ragazzi che frequentavano l’oratorio e che avrebbero riferito di comportamenti inappropriati e molestie subite da parte del sacerdote. Quei ragazzi hanno trovato la forza e il coraggio di confidarsi con i genitori. E di chiedere aiuto. Le segnalazioni sono arrivate a educatori e animatori, a loro volta depositari dei racconti di alcuni ragazzi, che hanno deciso di presentare un esposto e di riferire tutto alla Curia. Che non è rimasta con le mani in mano.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI