
Il leader nordcoreano Kim Jong-un assieme a un gruppo di soldati - ANSA
Dimenticate la “stangata”, sofisticatissimo esempio dell’arte dell’imbroglio applicata al furto. Dimenticate i fragorosi assalti ai porta valori o le irruzioni in banca, con tanto di rocambolesche fughe. E anche le disavventure picaresche dei soliti ignoti. I furti oggi sono più “puliti”. E i veri, indiscussi, specialisti di questa nuova "frontiera" della rapina sono gli hacker nordcoreani. Come riporta la Cnn, siamo davanti al più grande “hack” di criptovaluta mai registrato. Il bottino? 1,5 miliardi di dollari. In un unico colpo. Nel mirino è finito Bybit, la seconda più grande piattaforma di exchange di criptovaluta al mondo, con oltre 40 milioni di utenti. Nel giro di pochi minuti, gli hacker hanno rubato una somma pari a una quota significativa del Prodotto interno lordo dalla Corea del Nord. Ma non basta. Secondo la società di tracciamento delle criptovalute TRM Labs, gli hacker hanno già riciclato 160 milioni di dollari del bottino rubato tramite una serie di account collegati ad agenti nordcoreani. In un unico colpo, i nordcoreani hanno quasi raddoppiato quanto rubato in criptovaluta l'anno scorso. "Non abbiamo mai visto nulla di questa portata prima. La capacità di queste reti finanziarie illecite di assorbire così ingenti quantità di denaro così rapidamente è profondamente preoccupante", ha detto alla Cnn Nick Carlsen, un ex analista dell'intelligence Usa.
Quella dei furti informatici è una vera propria “colonna” dell’economia della Corea del Nord. Secondo un gruppo di esperti delle Nazioni Unite, la Repubblica popolare democratica di Corea ha rubato, nel periodo che va dal 2017 al 2023, asset virtuali per un valore di 3 miliardi di dollari tramite 58 attacchi informatici su piattaforme di criptovaluta. Per massimizzare il suo potenziale informatico, la Corea del Nord ha investito in infrastrutture e aggiornamenti delle capacità, rafforzando "la sua posizione di attore formidabile in questo settore". È uno dei tanti drammatici paradossi del Paese, uno dei più poveri al mondo “titolare”, al tempo stesso, di uno dei programmi più aggressivi di riarmo nucleare al mondo.

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Il Lowy Institute Asia Power Index 2024 ha classificato la Corea del Nord al 7° posto per capacità informatiche, al di sopra di altri paesi asiatici come Taiwan, Giappone e India, mentre il National Cyber Power Index 2022 del Belfer Center l'ha posizionata al 14° posto, con valutazioni elevate per capacità informatiche finanziarie e offensive. Quali sono obiettivi di questo "esercito" di hacker? Come scrive l’Observer Research Foundation “le operazioni informatiche della Corea del Nord hanno due obiettivi principali: generare risorse finanziarie per supportare le iniziative della politica di Kim Jong-un e raccogliere informazioni strategiche. Si ritiene che una parte significativa dei fondi rubati sostenga il programma di armi nucleari e balistiche del Paese”.