venerdì 28 marzo 2025
«I gruppi non statali sono spesso affiancati, sia direttamente che indirettamente, da attori statali, come fonti di precursori e attrezzature per i traffici». Quali saranno le conseguenze?
Un poliziotto messicano pattuglia il confine settentrionale a Ciudad Juarez

Un poliziotto messicano pattuglia il confine settentrionale a Ciudad Juarez - ANSA

COMMENTA E CONDIVIDI

Non solo Cina. Gli Stati Uniti puntano il dito contro l'India, aprendo un nuovo fronte della guerra al traffico di Fentanyl, la micidiale droga sintetica che, solo negli ultimi 12 mesi, ha causato nel Paese la morte di 52mila persone. Una guerra che ha immediate ricadute geopolitiche, come dimostrano i dazi “punitivi” che l’Amministrazione Trump ha imposto non solo alla Cina ma anche al Canada. Come sottolinea la stampa indiana, è la prima volta che Washington «ha messo Nuova Delhi sullo stesso piano di Pechino in relazione alla fornitura di precursori chimici utilizzati dai cartelli della droga per produrre oppioidi».

Ad accusare il Paese asiatico è l’Annual Threat Assessment (ATA), il rapporto pubblicato dall'Office of the Director of National Intelligence, che “colleziona” le minacce mondiali alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. «I gruppi non statali – si legge nel rapporto – sono spesso affiancati, sia direttamente che indirettamente, da attori statali, come Cina e India, come fonti di precursori e attrezzature per i trafficanti di droga. La Cina rimane il Paese di origine principale per i precursori chimici illeciti del Fentanyl e le attrezzature per la pressatura delle pillole, seguita dall’India». New Delhi – come ricorda la Cnn«è un Paese leader nella produzione di farmaci generici a livello globale, fornendo una parte significativa dei vaccini e dei medicinali del mondo. Ha un'industria farmaceutica così grande che è spesso definita la “farmacia del mondo”. Ma l’industria è stata rovinata da controversie, sollevando preoccupazioni sulla regolamentazione e sul controllo di qualità». Il 17 marzo, la squadra antiterrorismo indiana nello Stato occidentale del Gujarat ha arrestato due persone collegate a società farmaceutiche con sede a Surat per presunta esportazione di precursori illeciti del Fentanyl in Messico e Guatemala. Una manciata di giorni dopo, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha incriminato tre alti dirigenti di una società farmaceutica con sede a Hyderabad.

Quella della guerra ai traffici illeciti da parte degli Usa è una partita doppia che si lega, in maniera sempre più stretta, con l’offensiva politica ed economica dell’Amministrazione Trump. Ma che, al tempo stesso, denuda l’incapacità Usa di arrestare i flussi illeciti. La maggior parte del Fentanyl entra negli Stati Uniti attraverso il Messico. Come riportato dalla Bbc, da settembre, 3.534 chilogrammi di Fentanyl sono stati sequestrati negli Stati Uniti, secondo i dati pubblicati dalla US Customs and Border Patrol. «Quasi tutto (98%) è stato intercettato al confine sud-occidentale con il Messico. Meno dell’1% è stato sequestrato attraverso il confine settentrionale degli Stati Uniti con il Canada. Il resto proveniva da rotte marittime o altri posti di blocco statunitensi». Quali conseguenze avrà l’iscrizione dell’India nella “lista nera” Usa? Spingerà l’Amministrazione Trump a colpire – come già fatto con Pechino – un Paese amico, a cui gli Usa sono legati – si legge sul sito del dipartimento di Stato Usa – «da una partnership strategica, fondata su valori condivisi, tra cui l’impegno per la democrazia e il rispetto del sistema internazionale basato sulle regole», anche in chiave di contenimento della Cina? Amicizia solida anche in campo economico: il commercio tra i due Paesi, valeva nel 2024, 129,2 miliardi di dollari.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: