Un ritratto di Carlo Acutis - .
Sono appena le otto del mattino e il telefono della segreteria del Santuario della Spogliazione di Assisi inizia a squillare. Da lì a poche ore diventerà incandescente perché sono tante, continue, costanti le chiamate da tutto il mondo per chiedere preghiere, informazioni, avere reliquie del beato Carlo Acutis, il ragazzo morto a 15 anni, sepolto proprio all’interno della chiesa di Santa Maria Maggiore, destinato a salire agli onori degli altari.
«È un continuo rispondere – racconta suor Francisca delle Missionarie delle Cappuccine del Brasile che, insieme a suor Vanda, al rettore del Santuario padre Carlo Acacios Gonçalves Ferreira e ad altre persone si occupa dell’accoglienza dei gruppi, delle richieste e della segreteria – . Ci chiamano in particolare dal Brasile, dalla Svizzera, dalla Polonia e dall’est Europa. Molte le telefonate anche dal Sud d’Italia, dal Centro e da Milano. Difficile fare una classifica – sottolinea suor Francisca –, Carlo è un’epidemia positiva che ha contagiato tutto il pianeta».
Nel 2020, malgrado il lungo periodo di lockdown, alle oltre 41mila persone arrivate per la beatificazione del 10 ottobre con l’apertura della tomba per venti giorni, si contano oltre 2mila persone prenotate. Quest’anno da aprile a luglio siamo già a 2.400. «Senza considerare – aggiunge suor Francisca – i tanti che arrivano senza prenotazione. Perché – gli fa eco il parroco, in procinto di partire per il Brasile con due borse piene di reliquie da portare alle varie comunità che ne hanno fatto richiesta -– Carlo raggiunge tutti, ragazzi come lui, adulti, famiglie, anziani e bambini. Nei giorni giorni della beatificazione mi sono trovato a celebrare la Messa con un sacerdote di 85 anni e di uno appena diventato prete che erano venuti proprio per Carlo. Allora mi sono reso conto che, questo giovane, attraverso la solidarietà verso i poveri, l’Eucaristia giornaliera, il Rosario, il sano utilizzo della Rete, parla a tutti. Riceviamo poi centinaia di messaggi di grazie ricevute. In Brasile, poi, dove è stato riconosciuto il miracolo che ha portato alla sua beatificazione, la devozione è incontenibile anche grazie alla Conferenza episcopale brasiliana che ha pubblicato la prima biografia completa di Carlo e a padre Marcello, il sacerdote del miracolo».
Le spoglie di Carlo Acutis - .
Ogni giorno suor Vanda si occupa di svuotare la cassetta dei biglietti di preghiera e tenere in ordine il registro accanto alla sua tomba. «Si chiedono guarigioni fisiche ma anche spirituali per sé, di genitori per i figli, di nonni per i nipoti, di sacerdoti che pregano per le proprie comunità».
Stesso discorso per le reliquie. «Da febbraio ad oggi, considerando la chiusura per il coronavirus – spiega Cinzia Masciotti della segreteria del Santuario – ne abbiamo consegnate oltre 400 di prima classe. Molti richiedenti sono in Italia, tantissimi in Brasile, abbastanza in Polonia e nelle Filippine e poi via, via in altri paesi».
La beatificazione di Carlo Acutis. Basilica di San Francesco. La messa presieduta dal Cardinal Agostino Vallini. 10-10-2021 - Siciliani
Se poi ci si avvicina alla chiesa è un via vai di pellegrini oranti vicino alla tomba. Mercoledì scorso un gruppo di oltre 150 persone della parrocchia di San Francesco d’Assisi provenienti da Acilia hanno seguito la riflessione su san Francesco e Carlo Acutis, due giovani vissuti in epoche differenti che, in modo diverso, hanno vissuto il Vangelo sine glossa. Tiziana, con la sua piccola Teresa-Lucia, ultima di sette figli, fa parte del gruppo. «Ho iniziato a conoscere il giovane beato da poco ed ho lasciato in bigliettino accanto alla tomba – racconta – chiedendo preghiere per il nostro pellegrinaggio qui in Assisi e per mia figlia di 23 anni che non è venuta e sta vivendo un momento di smarrimento».
Sonia e Roberto Giolli, una coppia di sposi di Montesportoli di Firenze sono venuti da Carlo per festeggiare il loro 25° anniversario e per ringraziare: «Nostro figlio David, poche settimane fa ha discusso la tesi, si è laureato con il massimo dei voti e il giorno stesso ha ricevuto un’ottima offerta di lavoro da una grande azienda. Ci eravamo raccomandati a Carlo ed anche lui, che non era proprio vicino alla Chiesa, ha iniziato a portare la sua reliquia in tasca. La grande forza di Carlo è quella di essere un santo dei nostri tempi; tutti, noi adulti come i giovani, lo sentono vicino».
«Questo ragazzo ci ha dimostrato che vivere il Vangelo, ai nostri tempi, è possibile»: Caterina di 13 anni, la mamma Alessandra e la sua amica Simona ne sono convinte, tanto che sono venute da Pavia per pregare sulla sua tomba. «La Parola di Dio, il Rosario, frequentare la chiesa ed andare a Messa – spiega Alessandra -– sembrano cose di altri tempi, invece Carlo con la sua storia di “persone normale” insegna anche a noi adulti che si può vivere una fede vera, sentita e condivisa».