
Mettere in secondo piano sé stessi è sempre difficile - ICP
Chi più chi meno abbiamo tutti la tendenza a guardare il mondo usando come metro di giudizio noi stessi. Le cose vanno bene o male a seconda di come ci sentiamo e della maniera in cui le vicende esterne influiscono sulla nostra vita. Perché a tutti piace essere amati, apprezzati, considerati “super”. Il cammino dello spirito segue però andamenti e ragioni diverse. Per spiegarlo basterebbe ricordare la pagina del Vangelo in cui Gesù insegna che chi si esalta sarà umiliato e viceversa. Nella logica del Dio cristiano, infatti, una virtù da imparare e da fare propria è l’umiltà: per crescere in umanità e agli occhi del Padre occorre svuotarsi delle proprie certezze e presunzioni. Cioè per essere grandi bisogna farsi piccoli. Lo esprime bene il cardinale spagnolo Rafael Merry del Val (1865 -1930) già segretario di Stato vaticano, che in questa preghiera chiede di essere aiutato a liberarsi dal culto di sé stesso e dalle eccessive attenzioni mondane imposte dal proprio io.
«Liberami, Gesù,
dal desiderio di essere amato,
dal desiderio di essere magnificato,
dal desiderio di essere onorato,
dal desiderio di essere elogiato,
dal desiderio di essere preferito,
dal desiderio di essere consultato,
dal desiderio di essere approvato,
dal desiderio di essere famoso,
dal timore di essere umiliato,
dal timore di essere disdegnato,
dal timore di subire rimproveri,
dal timore di essere calunniato,
dal timore di essere dimenticato,
dal timore di subire dei torti,
dal timore di essere messo in ridicolo,
dal timore di essere sospettato».