venerdì 17 febbraio 2012
​Il presidente Delrio: abbiamo rivisto le nostre stime, sussistono tuttavia troppe incognite.
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​Secondo le elaborazioni dell’Anci, l’Ici sugli immobili degli enti non commerciali, in cui si svolgano attività con fini di lucro, varrebbe 5-600 milioni di euro. Non è una previsione un po’ troppo ottimistica?Innanzi tutto – risponde Graziano Delrio, presidente dell’Anci oltre che sindaco di Reggio Emilia – quel che scrivono le agenzie di stampa non mi pare del tutto chiaro. Si tratta di una stima prudenziale e riguarda tutti i beni immobili non profit, ecclesiastici e laici.Quindi non vale mezzo miliardo?Il valore di 5-600 milioni che abbiamo diffuso è il frutto di una revisione di stime precedenti, ma si tratta di un valore ancora da accertare, in quanto il gettito finale dipenderà da come sarà scritta esattamente la norma ora in gestazione e da come verrà individuata la base imponibile. Elementi ancora incerti.Quali sono esattamente le incognite?Mancano alcuni dati e per questo ho detto che si tratta di una stima prudenziale, che include anche gli immobili del non profit laico. In particolare, manca un’anagrafe completa dei beni immobili e delle loro destinazioni e si sconta un ritardo negli accatastamenti.Secondo i dati del Tesoro, l’esenzione Ici di cui godono tutti gli enti non commerciali in Italia è pari a 100 milioni. Perché la vostra valutazione è tanto diversa?Credo che se le stime del passato erano eccessive – ricordo quella dell’Ares che parlava di due miliardi e una stima della stessa Ifel, la fondazione dell’Anci, che si attestava sulla cifra di un miliardo – quella del Tesoro sia troppo bassa. Personalmente ritengo che alla fine il gettito reale nel 2012 sarà intorno ai 200 milioni.Qual è il peso del non profit laico in questo computo?Ritengo sia di circa un decimo del gettito, in quanto il peso degli immobili ecclesiastici resta preponderante. Nell’ambito di quelli destinati ad attività commerciale vanno sottratte naturalmente le aree destinate al culto e alle altre attività esenti, che continueranno a godere dell’esenzione.Perché avete accusato il governo di mancanza di collegialità? Il governo avrebbe dovuto creare un tavolo con la Chiesa cattolica e i comuni. Non dobbiamo dimenticare che la Cei ha espresso la sua disponibilità e che i sindaci applicheranno concretamente le nuove norme. Quel percorso avrebbe consentito di muoversi con minori incognite.
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