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La scultura acromatica monolfattiva "per l'eternità" di Luca Vitone alla Fondazione La Rocca di Pescara - Iacopo Pasqui
Uno spazio completamente bianco, illuminato, senza finestre e senza nulla dentro. C’è solo odore, un odore che prima cattura, ammalia il visitatore, poi piano piano lo stordisce e lo respinge, fino a spingerlo a uscire. È una scultura invisibile, acromatica e monoolfattiva: un’opera incredibile di un artista geniale, eclettico e impegnato, tra i principali protagonisti del contemporaneo, Luca Vitone, che dal Padiglione italiano alla Biennale di Venezia del 2013, approda a Pescara, alla Fondazione La Rocca, in una mostra intitolata “per l’eternità” (aperta fino al 30 maggio, a cura di Francesca Guerisoli, direttrice artistica di questa interessante realtà abruzzese). Foto, video, quadri e questa singolare scultura, da leggere e ascoltare, attraverso le sensazioni dell’olfatto. Con tre note diffuse nell’aria di essenze di rabarbaro svizzero, belga e francese, realizzate in collaborazione con la maestra profumiera Maria Candida Gentile.
Ma cosa rappresenta questo odore? «Dinamico e ambivalente - spiega Vitone -, questo odore diventa un ritratto dell’amianto, il materiale da costruzione noto come “eternit” che, per l’inalazione delle sue polveri, ha causato tragedie sanitarie in Italia, in particolare a Casale Monferrato dove c’era il grande stabilimento della multinazionale, chiuso nel 1986, con uno strascico di migliaia di morti negli anni successivi. Il titolo “per l’eternità” riflette sulla permanenza del trauma e sulla memoria collettiva legata a questa tragedia e richiama la promessa di durata infinita da cui deriva il suo nome. Il fibrocemento, noto per la sua tossicità e cancerogenicità con la dispersione delle sue polveri, è stato prodotto fino agli anni Novanta, nonostante se ne conoscessero i pericoli da decenni». Vitone - genovese, classe 1964, che vive fra Milano e Berlino, già vincitore di diversi premi nazionali e internazionali - attraverso il respiro, intende portare lo spettatore in quella fabbrica del sogno edilizio diventato simbolo di morte a Casale, o in qualsiasi altro scenario di tragedia invisibile. Attraverso l’odore, la scultura prende corpo e diventa “visibile” e potente, offrendo un’esperienza sensoriale profonda.
Negli altri spazi scorre la serie completa delle opere, più visibili e materiali, dedicate a questo tema: il video per l’eternità, realizzato nel 2013, una testimonianza visiva e narrativa di Casale Monferrato; i collage fotografici, di cui un trittico inedito realizzato per la fondazione di Pescara «composto da un collage con piante di rabarbaro che riempiono lo spazio della fondazione». Un’esposizione accompagnata da un programma di eventi di approfondimento aperti alla città: qualche giorno fa l’incontro con la profumiera Maria Candida Gentile; il 9 aprile ci sarà il focus politico sull’Eternit: narrazioni tra responsabilità sociale e attivismo, con Bruno Pesce, Angelo Ferracuti e Vitone. La mostra si concluderà il 30 maggio con la presentazione del catalogo (in uscita per Allemandi) tra Vitone e Guerisoli. Gli eventi, tutti alle ore 18, sono a ingresso libero con prenotazione obbligatoria (segreteria@larocca.foundation).
Continuano così le attività della fondazione voluta da Ottorino La Rocca per la conservazione, la produzione e la valorizzazione dell’arte contemporanea, in un dialogo costante fra grandi maestri e artisti emergenti. Dalle opere di Sandro Visca e Raul Gabriel alle fotografie di Silvia Camporesi fino agli scatti inediti del regista e Premio Oscar Giuseppe Tornatore. Dopo Vitone, già in programma le mostre di Matteo Fato e di Vincenzo Schillaci. Nel “cantiere” Pescara, la Fondazione La Rocca ha un posto di sicuro riguardo, contribuendo a dare - come dice La Rocca con entusiasmo contagiante - «un altro volto alla città. A trovare fra i suoi contrasti e le sue contraddizioni, una sua piena identità, puntando a diventare un polo attrattivo nazionale e internazionale nel magico mondo dell’arte».