La prima tappa lettone della Romea Strata si rivela un'esperienza che va oltre il semplice cammino. Sigulda e Krimulda, due luoghi carichi di energia e storia, si fronteggiano divisi dalla maestosa valle glaciale del fiume Gauja, cuore pulsante dell'omonimo parco nazionale, scrigno di biodiversità e testimonianze culturali millenarie.
Il percorso inizia da Sigulda, dominata dal suo duplice castello: quello vecchio, risalente al XVII secolo, e quello nuovo, del XIX. Questi edifici non sono semplici attrazioni turistiche, ma custodi orgogliosi delle tradizioni locali, ospitando artigiani che lavorano il legno secondo tecniche tramandate nei secoli. Camminando tra quelle mura si respira un'atmosfera di fierezza culturale che caratterizza tutto il popolo lettone, così tenacemente attaccato alla propria identità riconquistata.
Dalla città, lo sguardo attraversa la valle fino a scorgere, anche con una semplice fotocamera del telefono, il maestoso castello di Turaida - nome che in lettone significa "giardino divino". Questa fortezza del XIII secolo non è solo un monumento stratificato di storia e culture, ma anche il teatro della romantica leggenda della Rosa di Turaida, che attira giovani sposi in pellegrinaggio nei suoi giardini, alla ricerca di una benedizione per il loro amore.
Il sentiero che collega questi due punti rappresenta una vera sfida: quasi 400 metri di dislivello attraverso innumerevoli scalini in quello che i locali chiamano, non a caso, "la Svizzera lettone". È un percorso che si snoda nella natura più autentica, costeggiando il fiume, sorgenti cristalline e grotte uniche nel loro genere. Sì, perché in Lettonia si trovano le uniche grotte dei Paesi Baltici, formate da strati sovrapposti di sabbia dove, fin dall'antichità, i visitatori hanno lasciato incisi pensieri, nomi e ricordi, trasformandole in attrazioni cariche di umanità e memoria.
Una di queste cavità, la più grande, custodisce una leggenda affascinante: si dice che le sue acque abbiano il potere di ringiovanire. Ovviamente mi sono sciacquata la faccia, sperando nell’efficienza delle credenze popolari. C'è qualcosa di mistico in questo sentiero, tanto che avrei desiderato percorrerlo in solitudine. Gli incontri sono rari - un pescatore assorto nei suoi pensieri, una ragazza schiva, una coppia di anziani silenziosi - forse per la stagione non turistica, forse per l'ora mattutina della nostra camminata.
Dopo circa 20 chilometri appare la meta: la chiesa di Krimulda, sovrastata dal gallo, simbolo delle chiese protestanti. Edificata nel XIII secolo, è una delle più antiche del paese e, con straordinaria ospitalità, resta aperta tutti i giorni. Qui i pellegrini possono ottenere il timbro sulla credenziale, testimonianza del cammino compiuto. La chiesa custodisce anche il più vecchio altare fra le chiese in Lettonia, chiaramente ancorato alla cultura dell’occidente.
Non si può lasciare Krimulda senza visitare il suo labirinto spirituale, un luogo di contemplazione dove i passi si fanno più lenti e consapevoli, quasi a voler assorbire l'energia di questo luogo sacro. Camminare tra i suoi sentieri intrecciati diventa metafora del viaggio interiore che ogni pellegrino compie parallelamente a quello fisico.
Al termine di questa giornata intensa, raggiungiamo Riga, dove ci attende un'altra tappa della Romea Strata. Siamo accompagnati da guide d'eccezione: Linda Straume, professoressa universitaria a Riga e responsabile di gruppi di pellegrinaggio, e Jenis Smelters, anch'egli organizzatore esperto di cammini spirituali.
Nonostante i tanti chilometri percorsi immersi nella natura più selvaggia, devo ammettere che in questi paesi il concetto di "perdersi" è pressoché sconosciuto: la copertura della rete telefonica è strepitosa ovunque, un curioso contrasto tra wilderness e tecnologia che caratterizza i Paesi Baltici.
La mente è affaticata dalle innumerevoli informazioni accumulate durante il giorno, ma percepisco chiaramente quanto questo popolo sia profondamente orgoglioso del proprio cammino verso l'indipendenza. La nostra guida continua instancabile a condividere storie e curiosità, mettendo alla prova la mia capacità di assimilazione dopo una giornata così ricca di esperienze.
So che nei prossimi giorni avrò modo di trovare spazio e ordine nei miei pensieri, di sedimentare le emozioni e le conoscenze acquisite lungo questo tratto di Romea Strata, un cammino che, come tutti i grandi percorsi, non si limita a far attraversare territori, ma trasforma interiormente chi lo percorre.
(3/continua)