lunedì 7 aprile 2025
Dal lungofiume ai musei, la città è un laboratorio di opere ed esperienze. L'assessore Carota: «Un fermento che non va sprecato». Il ruolo delle fondazioni. La Rocca: «Siamo un crocevia di creatività»
"Il giardino incantato" di Franco Summa

"Il giardino incantato" di Franco Summa - Alessandra Dif - Wikimedia Commons

COMMENTA E CONDIVIDI

È un po’ una scommessa, o una promessa. Un cantiere, o un laboratorio. Di certo Pescara, oggi, è un invito a guardarla lasciando andare l’immaginazione. Perché c’è fermento nel capoluogo abruzzese, in questa striscia di costa adriatica, con un entroterra ricco di suggestioni e di storia, dai parchi della Majella e del Gran Sasso a borghi antichi come Penne. Basta fermarsi qualche minuto sull’avveniristico Ponte del Mare, pedonale e ciclabile, e girarsi attorno a 360° per capire che Pescara è proprio un frizzante cantiere, di opere e di idee.

L'avveniristico Ponte del Mare

L'avveniristico Ponte del Mare - G.Matarazzo

Da questo ponte che fa da trait d’union fra i due litorali separati dal fiume Pescara, e da pista di lancio fra l’area protetta del Fratino, alcuni trabocchi (le antiche macchine da pesca, come palafitte sul mare, molto diffuse andando verso Ortona e Termoli) e il porto turistico. A Nord, il lungomare Matteotti, più cittadino, a Sud il lungomare Colombo, con i servizi e le attrazioni, i nuovi water front, della marina e del fiume, che stanno prendendo forma e attorno a cui si sta ridisegnando il volto urbanistico del prossimo futuro. Una città che ha saputo rialzarsi dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale che l’avevano rasa al suolo quasi del tutto, lasciando quei contrasti fra vecchio e nuovo, e che oggi vuole rinnovarsi e porsi come avanguardia. Nella città che ha dato i natali a personaggi straordinari ed eclettici come Ennio Flaiano e Gabriele D’Annunzio, a testimonianza proprio del genio che qui abita, si vuole aprire un nuovo “ciclo”, con un laboratorio di esperienze. Perché Pescara è come se non fosse pienamente compiuta e cercasse ancora una sua identità. Con le parole, pungenti e spesso provocatorie, quelle di D’Annunzio e Flaiano che accompagnano chi vive qui e il visitatore che arriva nel capoluogo della «terra d’Abruzzi».

Trabocchi sul lungomare di Pescara

Trabocchi sul lungomare di Pescara - G.Matarazzo

Proprio da queste figure può partire il tour in città. Dalla Casa natale di D’Annunzio nella città vecchia, alle spalle della Cattedrale dedicata al patrono San Cetteo, fra le vie che la sera accolgono la movida attorno a Corso Mathonè. Qui si può scoprire un D’Annunzio intimo e segreto, rileggere i passaggi del Notturno che con parole ricche di sentimento, ricorda gli ambienti, gli oggetti e le persone a lui care. Poco più avanti la casa e il monumento dedicato a Flaiano. Molte strutture portano il loro nome: come il Teatro d’Annunzio e l’Auditorium Flaiano, fra il mare e la riserva naturale della Pineta Dannunziana, straordinario angolo verde su cui si affaccia anche l’ex liquorificio Aurum, elegante struttura che ospita mostre ed eventi.

La facciata della Cattedrale di Cetteo

La facciata della Cattedrale di Cetteo - G.Matarazzo

Fra vecchio e nuovo, investimenti pubblici e di privati illuminati, ecco che il cantiere delle infrastrutture si apre a nuove sperimentazioni artistiche. Nel cuore di Pescara, tra corso Vittorio Emanuele II e piazza Sacro Cuore, i tre piani dello storico palazzo dell’Ex Banco di Napoli ospitano l’Imago Museum – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea: acquistato nel 2013 dalla Fondazione Pescarabruzzo e trasformato in polo museale, nel 2021, è stato inaugurato alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con la mostra “Andy Warhol e Mario Schifano, tra Pop Art e Classicismo”. Dall’Imago Museum al Museo dell’Ottocento: con sede nello storico edificio dell’ex Banca d’Italia, ospita la collezione di opere dell’Ottocento italiano e francese dei coniugi Venceslao Di Persio e Rosanna Pallotta.

Nella casa natale di Gabriele D'Annunzio

Nella casa natale di Gabriele D'Annunzio - G.Matarazzo

C’è poi l’innovativo polo del fumetto, il Clap: la struttura, di originale architettura contemporanea, riqualificata sempre dalla Fondazione Pescarabruzzo, è diventata un riferimento per il mondo della nona arte. Oltre alle mostre temporanee, può contare su una collezione permanente dedicata al grande Andrea Pazienza. Il tour artistico può continuare con un’altra interessante realtà, la Fondazione La Rocca, sul lungofiume, in via Paolucci, nata nel 2022, per volere dell’imprenditore e mecenate Ottorino La Rocca (fino al 30 maggio la mostra "per l'eternità" con le opere di Luca Vitone). «Il suo obiettivo - spiega La Rocca - è quello di essere non solo uno spazio espositivo, ma un vero e proprio “volume” che riempie le vite di chi lo visita, contribuendo a fare di Pescara un crocevia di riferimento per l’arte contemporanea». Lo stesso La Rocca è presidente della Fondazione Abruzzo per le Arti che promuove, insieme al Comune di Pescara, la ristrutturazione del museo Vittoria Colonna e dei giardini grazie a un partenariato pubblico privato.

Sul lungomare di Pescara

Sul lungomare di Pescara - G.Matarazzo

Camminando per la città ci si può imbattere nelle colorate opere di Franco Summa, artista pescarese scomparso nel 2020, riferimento della cosiddetta arte sociale (un impegno che continua con le iniziative della Fondazione Summa): sue, fra le innumerevoli opere, Le fanciulle, vicino alla Chiesa del Sacro Cuore e Il giardino incantato nel quartiere direzionale di via Lo Feudo. Mentre c’è grande attesa (l’inaugurazione è prevista a fine 2026) per la riproduzione fedele della sua celebre Porta del Mare, da collocare in piazza I Maggio, proprio lì dove fu esposta trent’anni fa come installazione momentanea. Non mancano poi le gallerie, a partire da “Vistamare” di Benedetta Spalletti, nipote dell’artista dell’azzurro, il pittore Ettore Spalletti (scomparso nel 2019), uno dei più grandi del Novecento.

Luca Vitone, 'per l'eternità (Casale)', 2013, alla Fondazione La Rocca

Luca Vitone, "per l'eternità (Casale)", 2013, alla Fondazione La Rocca - Iacopo Pasqui

«Pescara è un cantiere, sì - dice l’assessore alla Cultura, Maria Rita Carota -. Una città spesso definita senza storia, sta acquisendo la consapevolezza che non è così. Come? Investendo sul recupero delle nostre origini, per esempio seguendo la lunga linea del fiume, in termini ambientali, culturali e storici, coinvolgendo le scuole, le università e i giovani; valorizzando le figure di Flaiano e di D’Annunzio, penso al Festival Dannunziano; mettendo in rete e creando un tavolo permanente con i nostri musei che negli ultimi anni, anche grazie a privati coraggiosi, hanno visto rinnovare, crescere, aprire nuove strade». Non a caso, Pescara - che negli anni Novanta aveva calamitato l’attenzione internazionale per la rassegna “Fuori Uso” in spazi in disuso - ha puntato a diventare la prima Capitale italiana dell’arte contemporanea per il 2026. Se il riconoscimento ministeriale è poi andato a Gibellina, resta «il progetto, da portare avanti comunque, perché per noi, è un manifesto del futuro», riprende Carota. «Il fermento artistico che si respira oggi a Pescara non va sprecato. Partiamo dai luoghi rigenerati, e da quelli da rigenerare».

Fra i bagni colorati del lungomare, in attesa dell'estate

Fra i bagni colorati del lungomare, in attesa dell'estate - G.Matarazzo

Una nuova anima che si coglie passeggiando in Corso Umberto I, che dalla Stazione porta al Sacro Cuore, e poi a Piazza della Rinascita fino alla Nave di Cascella. Ma anche sui cantieri del lungofiume, le viuzze della città vecchia e soprattutto sui volti della gente. Il sindaco, Carlo Masci, ama definire in maniera ambiziosa Pescara «una piccola Miami»: mare, libertà, luce, arte e spensieratezza. C’è un gemellaggio che lega la città italiana al mito della Florida. Così Pescara punta in alto e guarda lontano.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI