mercoledì 10 gennaio 2024
Fazzolari: la commemorazione nelle stesse forme dal 79, perchè le sinistre se ne accorgono solo ora? Il caso interroga la Ue e il Ppe si schiera: in Europa non c'è spazio per il saluto fascista
La Digos al lavoro e la procura si muove: 5 denunciati

ANSA

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«La commemorazione di Acca Larenzia si svolge in quelle stesse forme dal 1979, nel frattempo hanno governato sia il Pd, sia Renzi e Conte che oggi si scandalizzano. Curioso che la sinistra scopra il caso Acca Larenzia solo adesso». È Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e ascoltato collaboratore di Giorgia Meloni, a provare a chiudere il caso. Ma non c'è solo la difesa. «Sono certo - insiste Fazzolari - che, se si riuscisse a dare giustizia alle vittime di quel terribile attentato, sarebbe più facile storicizzare quel periodo e il ricordo dei militanti di destra uccisi negli anni 70». Il caso però chiuso non è. La Digos è al lavoro. Si stanno esaminando video e si sono individuati alcuni manifestanti alla commemorazione del 7 gennaio. I pm di Roma valutano il reato di apologia di fascismo e sarebbero 5 i primi denunciati per il saluto romano. Il ministro dell'Interno Piantedosi non nasconde l'indignazione e prende nettamente le distanze dalla commemorazione ma precisa: vietare manifestazioni è controproducente. Intanto la polemica sui saluti romani ad Acca Larentia irrompe sull'arena europea. Un'immagine "scioccante" per il capogruppo dei liberali di Renew Europe, Stephane Sejourné. «In Europa non c'è posto per il saluto fascista, lo condanniamo con massima fermezza», chiarisce il leader del Ppe Manfred Weber. È «inaccettabile, allarmante», denuncia il gruppo dei Socialisti e democratici. Un fronte comune che condivide i timori di un exploit delle destre alle elezioni di giugno e guarda con attenzione all'Italia. Dove Giorgia Meloni finora ha evitato ogni commento mentre i suoi hanno preso le distanze da chi scandiva il "presente" con il braccio teso commemorando i tre militanti del Fronte della gioventù uccisi nel '78. Giovanni Donzelli, uno dei più stretti collaboratori di Meloni, definisce i manifestanti «duecento imbecilli utili solo alla sinistra». E parla anche il ministro della Cultura Sangiuliano: «Sono contrario a che si facciano i saluti romani, perché il fascismo è stata una dittatura, però queste manifestazioni sono avvenute anche durante i governi di centrosinistra e sembravano normali. Poi c'è il tema che i responsabili dell'assassinio di tre persone non sono mai stati individuati e processati. Penso che sia più grave il tema di assicurare alla giustizia i responsabili che questo della manifestazione»



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