lunedì 8 aprile 2024
Nuovo record per l'Italia: nel 2023 depositate oltre 5mila domande. Non c'è bisogno solo di scienziati e ingegneri. Al via la X edizione del master sull'innovazione
La sede dell'Epo-Ufficio europeo dei brevetti

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Nel 2023 le aziende e gli inventori italiani hanno depositato un totale di 5.053 domande di brevetto presso l’Epo-Ufficio europeo dei brevetti, registrando il numero più alto di sempre per il nostro Paese. Questo uno dei dati principali per l’Italia che emergono dall’Epo Patent Index 2023. Si tratta di un aumento del +3,8% rispetto all'anno precedente, superiore alla crescita media europea del +1,4%. Una tendenza di crescita positiva, che trova conferma nel lungo periodo; infatti, le domande di brevetto dall’Italia sono cresciute del + 38% rispetto a dieci anni fa e del +15% rispetto a cinque anni fa. L’Italia si attesta all’11esimo posto tra tutti i Paesi che presentano le domande all’Epo e al quinto posto tra i 27 Paesi dell’Unione Europea, dopo Germania (24.966), Francia (10.814), Paesi Bassi (7.033) e Svezia (5.139). Complessivamente nel 2023, l’Epo ha ricevuto 199.275 domande di brevetto, registrando una crescita del +2,9% rispetto al 2022, stabilendo un nuovo record.

Il Patent Index 2023 analizza anche il contributo all’innovazione delle donne. Tra tutte le domande di brevetto depositate presso l'Epo lo scorso anno e provenienti dall'Italia, il 23% vedeva almeno una donna nel ruolo di inventrice. Questo dato colloca l'Italia al di sotto della media dei 39 Stati membri dell'Epo (27%) e notevolmente indietro rispetto ai singoli maggiori Paesi europei depositari di brevetti (con oltre 2.000 domande di brevetto all'anno) tra i quali troviamo la Spagna (46%), la Francia (33%) e il Belgio (32%).

I tre settori tecnologici che nel 2023 hanno totalizzato la maggior parte di domande di brevetto dall’Italia sono l’Handling, che comprende anche le tecnologie di imballaggio, (+14,6% rispetto al 2022), i Trasporti (+13,5%) e le Tecnologie Mediche (+8,2%). Tra i primi cinque comparti italiani, quello che ha riscontrato la crescita più forte di domande di brevetto all'Epo nel 2023 è stato il settore dei Macchinari elettrici, apparati e energia (+15% rispetto al 2022) nel quale vengono depositate molte invenzioni relative alle tecnologie per l'energia pulita. Si tratta di un dato importante che riflette la crescente attenzione alla sostenibilità. Da notare che l’Italia rimane al quinto posto tra tutti i Paesi richiedenti brevetti nel settore tecnologico Altri macchinari speciali (un comparto che comprende per esempio le macchine utensili per vari settori industriali e la stampa 3D), mentre nel campo dei Trasporti si classifica in settima posizione e in decima per le Tecnologie Mediche.

Tre le regioni italiane entrate nella classifica delle prime 20 dell'Ue per numero di domande di brevetto presentate all'Epo: Lombardia (11esimo posto), Emilia-Romagna (17esimo) e Veneto (20esimo). L'Emilia-Romagna è la regione che ha registrato una delle crescite più forti (+21,6%), seguita dal Veneto, che è salita dal 22esimo al 20esimo posto nel 2023. La Lombardia rimane la prima regione italiana per domande di brevetto, con quasi un terzo del totale. La regione, con 1.626 domande (+5,1% rispetto al 2022), si colloca anche al 26° posto tra tutte le regioni che presentano domande di brevetto presso l’Epo. Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto rappresentano quasi due terzi di tutte le domande di brevetto presentate dall'Italia all'Epo. In generale, tra le diverse regioni italiane permane una forte disparità tra il Nord del Paese, che rappresenta oltre il 70% delle domande di brevetto depositate all'Epo, rispetto al Centro e al Sud, che depositano il 26%.

Non c'è bisogno solo di scienziati e ingegneri

L'Epo è una delle più grandi organizzazioni di servizio pubblico in Europa, con circa 6.300 dipendenti di 34 nazionalità diverse. Di questi, oltre 4mila sono scienziati e ingegneri altamente qualificati che lavorano come esaminatori di brevetti in tutti i campi della tecnologia. Stiamo parlando di veri e propri specialisti per ogni settore tecnologico, poiché la brevettabilità è sinonimo di innovazione, che consente di essere competitivi e di contribuire in modo significativo alla crescita economica sia nazionale che globale.

«Gli esaminatori di brevetti - spiega Alessia Volpe, responsabile della divisione Stati membri e Paesi limitrofi, presso la direzione principale Affari europei e internazionali dell’Epo - svolgono un ruolo cruciale nell'aiutare gli inventori e le imprese a proteggere le loro invenzioni. Il processo comincia con una ricerca sulla documentazione esistente nell'area tecnica della domanda di brevetto (anteriorità) per capire se l’invenzione è effettivamente nuova, un requisito fondamentale per ottenere un brevetto. Durante tutto il processo, l’esaminatore è in regolare contatto con il richiedente del brevetto per assicurarsi che la domanda sia conforme alla Convenzione sul brevetto europeo. Il lavoro quotidiano degli esaminatori combina quindi competenze scientifiche, ricerca analitica e attenzione agli aspetti giuridici della proprietà intellettuale. A questo si aggiungono competenze multilingue, visto che all’Epo le lingue di lavoro sono tre: inglese, francese e tedesco. Oggi la qualità dei brevetti è più importante che mai. I brevetti europei sono riconosciuti a livello internazionale come un punto di riferimento per la loro qualità e di conseguenza per il loro valore sul mercato. Per questo, decidere se concedere un brevetto oppure no richiede un alto livello di competenza. L'Epo offre un programma di formazione per i nuovi assunti di circa tre anni per raggiungere il livello necessario per svolgere questo importante lavoro. Per molte aziende, specialmente le più piccole, un brevetto è un bene preziosissimo per restare competitivi sul mercato».

I brevetti stimolano l’economia e il mercato del lavoro, poiché hanno un impatto positivo su un'ampia gamma di professioni, non solo sugli esaminatori o sui consulenti in materia di brevetti. In alcuni casi, un brevetto può addirittura garantire la sopravvivenza o il successo economico di un'azienda, soprattutto se si tratta di start up o pmi. I brevetti rappresentano un asset vitale per questa tipologia di imprese, poiché assicurano un ritorno dell'investimento e agiscono anche come fattore cruciale per attrarre ulteriori investimenti. «L'ultimo studio sull'impatto della proprietà intellettuale nell’economia - continua Volpe - sviluppato congiuntamente dall'Epo e dall'Ufficio dell'Unione Europea per la proprietà intellettuale, dimostra che le aziende che fanno un uso intensivo dei diritti di proprietà intellettuale hanno generato oltre il 47% del Pil dell'Ue (6,4 trilioni di euro nel 2017-19). Queste aziende sono anche responsabili della maggior parte degli scambi commerciali dell'Ue con il resto del mondo, contribuendo a un surplus commerciale di 224 miliardi di euro. I settori ad alta intensità di Dpi-Diritti di proprietà intellettuale rappresentano oltre il 75% del commercio intra-Ue. Lo studio rivela anche che l'80,5% delle importazioni e l'80,1% delle esportazioni dell'Ue sono generate da industrie ad alta intensità di Dpi. Lo stesso studio dimostra che le industrie ad alta intensità di Dpi sono responsabili di quasi il 30% di tutti i posti di lavoro nell'Ue. Ciò corrisponde a un numero totale di 82 milioni di posti di lavoro dipendenti, diretti o indiretti (39,4%). Le aziende che detengono brevetti, marchi o disegni industriali, impiegano più di 61 milioni di persone nell'Ue. Inoltre, altri 20 milioni di posti di lavoro sono generati in settori limitrofi, che forniscono beni e servizi alle imprese ad alta intensità di Dpi. Le aziende che fanno un uso intensivo dei Dpi sono anche un importante motore della creazione di posti di lavoro transfrontalieri: quasi sette milioni».

Un master a misura di brevetto

Partirà il 12 aprile la IX edizione del master inter-ateneo di II livello in Open innovation & intellectual property di Luiss Business School, Università di Torino e SAA School of Management, il programma che forma esperti in innovazione e proprietà intellettuale, fornendo le competenze per lo studio dell'intero ciclo di vita dell'innovazione: dalla concezione dell'idea, alla creazione, alla protezione, fino allo sfruttamento commerciale e agli utilizzi anti-competitivi. In un momento storico in cui i dati dell'Epo sul 2023, vedono un record dell'Italia per il numero di domande di brevetti presentate, la proposta formativa intende contribuire ad accrescere la consapevolezza e la capacità di gestire il potenziale della proprietà intellettuale e in particolare dei brevetti, come volano per la promozione delle iniziative di innovazione collaborativa per lo sviluppo del nostro Paese, fornendo gli strumenti a chi vuole entrare per la prima volta nel settore e affiancando chi è già protagonista dello stesso.

Le 20 borse di studio del valore di 7mila euro messe a disposizione dal ministero delle Imprese e del Made in Italy - Direzione generale per la tutela della proprietà industriale, testimoniano l'attenzione a un settore strategico per la crescita economica. La partnership tra Luiss Business School, Università di Torino e SAA School of Management garantisce, grazie anche alla pluriennale esperienza degli Atenei nella progettazione formativa e alla faculty di alto livello, un percorso distintivo che assicura la qualità dei contenuti e della metodologia didattica, un network di contatti selezionati e un accesso privilegiato al mondo dell'innovazione.

Il master, della durata di 12 mesi, è rivolto a manager e imprenditori attivi nel settore della ricerca e sviluppo e dell'incubazione di impresa, funzionari e dirigenti della pubblica amministrazione operanti nel settore della R&S, responsabili uffici legali di aziende, consulenti legali e avvocati, esperti del trasferimento tecnologico e ricercatori e ingegneri che lavorano in Università, Politecnici e Centri di ricerca, laureati in discipline economiche, giuridiche e ingegneristiche. L'ampia gamma di conoscenze e competenze acquisite durante il percorso formativo consentirà ai partecipanti di essere maggiormente competitivi nel mercato del lavoro, accrescere le proprie competenze e sviluppare i propri percorsi di carriera. Nel corso delle nove edizioni sono stati formati più di 200 partecipanti molti dei quali rivestono posizioni di rilievo nelle realtà legate al mondo dell'Open Innovation e della Proprietà Intellettuale.



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