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Reuters
Arriva anche in Italia AI Overview, la funzione di ricerca di Google potenziata dall'intelligenza artificiale generativa che consente agli utenti di trovare le informazioni che cercano, ma anche di fare domande più elaborate e scoprire siti più pertinenti alle richieste. La funzione si estende in Europa e, oltre all'Italia, arriva in Austria, Germania, Irlanda, Polonia, Portogallo, Spagna, Svizzera e Belgio.
La ricerca di Google con l'intelligenza generativa era stata annunciata nel maggio 2024 alla Conferenza degli sviluppatori della società di Mountain View e poi sperimentata negli Stati Uniti.
«Dopo aver condotto numerosi test approfonditi e ricevuto riscontri positivi, gli utenti di questi paesi che hanno compiuto la maggiore età e che hanno effettuato l'accesso alla ricerca Google vedranno ora risposte generate dall'intelligenza artificiale accompagnate da link ben visibili per approfondire l'argomento con un semplice clic - ha spiegato in un post Hema Budaraju, Senior Director, Search Quality & AI Overviews - Siamo entusiasti che un numero maggiore di persone in tutto il mondo possa usufruire di AI Overview».
AI Overview è una funzione tramite cui Google mostra una sintesi generata dall'intelligenza artificiale in cima ai risultati di ricerca. Le overview, “panoramiche” in italiano, vengono riportate solamente nel caso in cui Google ritenga che l’IA possa essere utile e comprendono informazioni chiave e link per approfondire.
Negli Stati Uniti si è già diffuso il termine "slop" in riferimento a contenuti di intelligenza artificiale scadenti o indesiderati nei risultati di ricerca dei motori di ricerca. La diffusione negli Usa è stato contestuale all'incorporazione da parte di Google del suo modello di IA, Gemini, all'interno dei risultati di ricerca basati negli Stati Uniti. Invece di indirizzare gli utenti verso i link, il servizio tenta di risolvere una query direttamente attraverso "Overview AI" che graficamente si presenta come un blocco di testo in cima a una pagina di risultati che utilizza Gemini per formulare la sua migliore ipotesi su ciò che l'utente sta cercando.

Questo cambiamento da parte di Google, che è stato una reazione all'integrazione dell'intelligenza artificiale nei risultati di ricerca di Bing da parte di Microsoft, pone al centro una serie di problemi nella ricerca online assistita dall'IA: secondo Kristian Hammond, direttore del Center for Advancing Safety of Machine Intelligence della Northwestern University, le informazioni di AI Overview vengono presentate come una risposta definitiva, anziché come un punto di partenza per la ricerca di un utente di Internet su un determinato argomento.
«Cerchi qualcosa e ottieni ciò di cui hai bisogno per pensare, e in realtà ti incoraggia a pensare», ha spiegato il tecnologo Hammond. «Quello che sta diventando, in questa integrazione con i modelli linguistici, è qualcosa che non ti incoraggia a pensare. Ti incoraggia ad accettare. E questo, penso, è pericoloso».
Sempre dagli Stati Uniti, dove la funzionalità di AI Overview è stata introdotta poco meno di un anno fa, è possibile vedere i limiti e i rischi di questo nuovo strumento: la società Chegg, società americana che si occupa di educazione tecnologica, ha presentato un reclamo presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti, sostenendo che AI Overview avrebbe causato un drastico calo del traffico verso il proprio sito, fino al 49% nel mese di gennaio. L’azienda ha accusato Google di trattenere traffico storicamente destinato ad altri soggetti, senza compensazione economica, e di utilizzare contenuti proprietari senza remunerazione adeguata. Secondo la Chegg, questo modello danneggia non solo le imprese del settore educativo, ma anche gli studenti, che rischiano di ricevere riassunti approssimativi anziché un percorso di apprendimento strutturato.

Anche tra gli editori di notizie e i content creator si diffonde incertezza. Sebbene in alcuni mercati non si siano ancora osservati cali significativi, molti operatori affermano che è difficile valutare l'efficacia dei link integrati nelle Overview rispetto ai risultati tradizionali. Questo nuovo sistema rischia di ridurre la visibilità dei singoli siti, spingendo gli utenti ad accontentarsi delle risposte sintetiche fornite da Google? Se così fosse avrebbe un impatto potenziale sul traffico verso le fonti originarie: nel concreto le ricerche online potrebbero concludersi senza che gli utenti aprano alcun link, senza che generino alcun traffico verso siti esterni a Google.