venerdì 28 febbraio 2025
Il cardinale Reina oggi a Roma ha chiuso la fase diocesana del processo che potrebbe portare sugli altari il fondatore della Democrazia cristiana, presidente del Consiglio in otto governi
Alcide De Gasperi

Alcide De Gasperi - .

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«Il futuro non verrà costruito con la forza, nemmeno con il desiderio di conquista, ma attraverso la paziente applicazione del metodo democratico, lo spirito di consenso costruttivo e il rispetto della libertà». Questa citazione di Alcide De Gasperi, figura di spicco del cattolicesimo democratico, racchiude la sua visione di politica e governance che oggi avrebbe ancora tanto da insegnare. La firma del verbale e la consegna di 24 plichi sigillati con la ceralacca contenenti oltre 22mila documenti. È il rituale che oggi a Roma ha accompagnato la sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, fama di santità di Alcide De Gasperi (1881-1954). Fra i fondatori della Democrazia Cristiana, è stato otto volte presidente del Consiglio fra il 1945 e il 1953, traghettando l’Italia dalla monarchia alla Repubblica, affrontando le trattative di pace dopo la fine della seconda Guerra mondiale, gestendo la fase riformista della ricostruzione post-bellica. «Padre di famiglia e laico», come viene indicato nei documenti del processo. E padre dell’Italia repubblicana, statista lungimirante che ha contribuito a gettare le basi dell’Europa unita.


Un impegno sociale e politico il suo, guidato da un’incrollabile fede nella Provvidenza. È stato «un politico mosso da una profonda spiritualità e da una visione cristiana della vita e del servizio pubblico - ha affermato il cardinale vicario di Roma Baldo Reina che ha presieduto il rito nella Sala della Conciliazione del Palazzo Apostolico Lateranense -. La granitica fede fu per lui una guida costante che ispirò ogni sua scelta e azione politica. Non si limitò a professarla nel privato, ma la tradusse in un impegno concreto nella costruzione di una società giusta e solidale».


Nato il 3 aprile 1881 a Pieve Tesino, piccolo paese nel Trentino all’epoca sotto l’Impero austro-ungarico, da giovane Alcide De Gasperi subì la persecuzione del regime fascista. Fu arrestato nel 1927 e condannato a quattro anni di reclusione, ottenendo successivamente la grazia. Visse per anni in condizioni economiche precarie, trovando rifugio presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. «Uno dei tratti distintivi del suo carattere era la capacità di affrontare le difficoltà con serenità e speranza - ha proseguito il porporato -. La sua visione dell’Europa, fondata sulla cooperazione tra i popoli, rifletteva un approccio inclusivo e lungimirante, in netto contrasto con le divisioni nazionalistiche che avevano segnato il continente nei decenni precedenti. Per lui, il confine non era una barriera divisoria, ma un ponte tra culture diverse».


Parlamentare in Austria nel 1911 fra le fila dei Popolari, aveva fatto parte in rappresentanza della Dc del Comitato di liberazione nazionale. Padre costituente, rimase in Parlamento fino al 1954, anno della sua morte avvenuta il 19 agosto nella sua casa in Val di Sella (nel Comune di Borgo Valsugana in Trentino) dove amava trascorrere lunghi periodi con la famiglia. È sepolto a Roma, nel portico della Basilica di San Lorenzo fuori le Mura.


Sottolineando la capacità dello statista di esercitare «la politica con senso di giustizia e rettitudine», il cardinale vicario di Roma ha affermato che «l’eredità politica di De Gasperi è ancora oggi oggetto di riflessione per il suo approccio pragmatico, la sua capacità di mediazione e la sua visione strategica». La sua linea politica costituisce un’eredità importante «in un momento storico in cui si avverte la necessità di leader credibili e coerenti - ha concluso il cardinale Reina -. È un modello attuale, capace di offrire insegnamenti validi per le persone impegnate in politica e nel sociale. La sua eredità spirituale e politica continua a essere un faro per le future generazioni, dimostrando che l’integrità, la dedizione e il senso del dovere possono lasciare un segno indelebile nella storia di un Paese».


Al termine della cerimonia particolarmente commosso è apparso Paolo Catti De Gasperi, nipote dello statista. Essere il nipote di un uomo sulla via degli altari rappresenta «una grossa responsabilità», ha dichiarato, senza nascondere l’emozione per la chiusura della fase diocesana della causa, «un risultato che la famiglia aspettava silenziosamente da molto tempo». La causa diocesana era stata aperta a Trento nel 1993. Il prefetto del Dicastero delle cause dei santi, il cardinale Marcello Semeraro, dopo aver ottenuto l’assenso sia dell’arcivescovo di Trento, sia del cardinale vicario per la diocesi di Roma, ha trasmesso il rescritto concedendo il trasferimento della competenza del foro alla diocesi di Roma. Postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione è Paolo Vilotta, al quale sono stati consegnati gli atti processuali, in doppia copia conforme, chiusi in contenitori sigillati, da trasmettere al dicastero vaticano.


Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, il cardinale decano Giovanni Battista Re, che da tempo approfondisce la figura del servo di Dio, e l’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini, che è stato esponente della Democrazia Cristiana. Per l’ex vice presidente del Consiglio dei ministri, Angelino Alfano, attuale presidente della Fondazione De Gasperi, nata nel 2022 per promuovere la causa, «in un tempo che grida l’urgenza di testimonianza cristiana al servizio pubblico, la vita e la fede di De Gasperi continuano a illuminare come un faro il cammino di chi ha voglia di dedicarsi alla politica. Ha lasciato un’impronta indelebile nella storia spirituale del nostro Paese e dell’Europa».​

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