
I partecipanti alla Seconda Assemblea sinodale delle Chiese in Italia, riuniti in Aula Paolo VI in Vaticano - Siciliani
C'è bisogno di più tempo per formulare proposte concrete in grado di cambiare il volto della Chiesa. E così, al termine della Seconda Assemblea sinodale si è deciso che si tornerà a riunirsi il 25 ottobre per avere la possibilità appunto di recepire i suggerimenti dei delegati sulle Proposizioni. E così, accogliendo il sentire dei presenti, anche l'assemblea dei vescovi di fine maggio, che avrebbe dovuto discutere quel documento, viene spostata a novembre.
«Ci fa bene questo dinamismo, è il segno di una Chiesa viva - ha detto il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi al termine dei lavori nell'Aula Paolo VI - continuiamo a camminare, quanto ci fa bene camminare insieme. È forse dai tempi di Paolo VI che si tiene l'assemblea dei vescovi a maggio, un appuntamento fisso», che però verrà spostato in autunno. Poi nel successivo briefing con la stampa ha spiegato che «ci è sembrato necessario, considerando le questioni che sono emerse di più tempo per arrivare a delle decisioni». Il punto d'arrivo è chiaro, ma «serve un tempo congruo di maturazione», anche perché «c'è grande attesa di rispondere alle attese», «c'è molto spirito e intensità di partecipazione». E il consiglio permanente della Cei, spostando «all'unanimità» l'assemblea di maggio ha seguito la «consapevolezza che bisogna camminare insieme al popolo di Dio». Non c'è perciò alcuna delusione sul non aver rispettato le tappe prefissate, anzi si ha tutta l'intenzione di voler far tesoro di ciò che è emerso da queste giornate.
Perciò, dopo aver ascoltato nei giorni dell’Assemblea sinodale, «sottolineature, esperienze, criticità e risorse che segnano la vita e la vitalità delle Chiese in Italia, con uno sguardo partecipe e responsabile», questa mattina i delegati hanno votato a larghissima maggioranza (su 854 votanti i favorevoli sono stati 835) la mozione con cui si stabilisce che il testo delle Proposizioni, dal titolo “Perché la gioia sia piena”, venga affidato alla presidenza del Comitato nazionale del Cammino sinodale perché, con il supporto del Comitato e dei facilitatori dei gruppi di studio, «provveda alla redazione finale accogliendo emendamenti, priorità e contributi emersi». Allo stesso tempo, l’assemblea ha fissato un nuovo appuntamento per la votazione del documento contenente le proposizioni per sabato 25 ottobre, in occasione del Giubileo delle équipe sinodali e degli organismi di partecipazione.
«La Chiesa non è composta da guide che ignorano il “sentire” del popolo (di Dio), tirando dritto come se avessero sempre ragione - le parole con cui il presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale, il vice presidente della Cei Erio Castellucci, ha chiuso i lavori dell’Assemblea nell'Aula Paolo VI - ma è composta da guide chiamate a discernere la presenza e l’azione dello Spirito nel Popolo di Dio, del quale fanno parte. Si cresce insieme, ciascuno secondo i propri doni e le proprie responsabilità». Il testo proposto «di fatto è apparso inadeguato – ha proseguito –, perciò l'Assemblea di martedì mattina e le moltissime proposte di emendamento avanzate dai 28 gruppi richiedono un ripensamento globale del testo e non solo l’aggiustamento di alcune sue parti». I gruppi in queste due mezze giornate «hanno lavorato molto bene, intensamente e creativamente, ritrovando nel testo talvolta anche ricchezze che non emergevano ad una prima lettura, e hanno integrato e corretto il testo – ha concluso Castellucci – che tuttavia non si presenta ancora maturo».
Questo anche per il poco tempo avuto, ha aggiunto il vescovo, per sintetizzare prima dell'assemblea sinodale i documenti arrivati dalle diocesi e per un problema di comunicazione che vede nelle proposizioni «un testo troppo sintetico rispetto al testo narrativo del documento. Più che una bocciatura, insomma, siamo stati rimandati ad ottobre». Il messaggio che è arrivato dal consiglio permanente della Cei che ha rinviato l'assemblea di maggio, conclude Castellucci, è che comunque «prevale il desiderio di ascoltare la creatività, andando oltre gli schemi che ci siamo prefissati».
Ora, insomma ci si rimetterà in cammino, dopo essersi ascoltati ancora in questi giorni. «Pensiamo che questo dinamismo rappresenti pienamente la sinodalità, in quanto vede tutti i ministeri ecclesiali procedere insieme, ciascuno con le proprie competenze e in armonia – è parte del messaggio conclusivo che i partecipanti invieranno a Papa Francesco –. Gioia e responsabilità sono i due sentimenti che ci hanno animato e che Le consegniamo, Santità, con la fiducia e l’affetto dei figli».