mercoledì 2 aprile 2025
Nelle voci dei partecipanti l'importanza di confrontarsi tra persone diverse per età, provenienza e sensibilità. L'impegno di realizzare una Chiesa dove sempre di più tutti possano sentirsi a casa
Un momento dei lavori della Seconda Assemblea sinodale

Un momento dei lavori della Seconda Assemblea sinodale - Siciliani

COMMENTA E CONDIVIDI

Per nulla scontato, ma aperto a ciò che non si può prevedere e che è frutto di un processo dinamico. D’altra parte funziona così quando non si cerca di «occupare spazi» ma di «avviare processi». Per nulla scontato, quindi, nella mattina del 2 aprile è stato il confronto nei gruppi di lavoro dove ha preso forma il dibattito tra i mille partecipanti alla Seconda Assemblea sinodale delle Chiese in Italia. I padri della Chiesa userebbero un’immagine che ancora oggi il mondo fatica a capire: il soffio dello Spirito Santo. Quel vento che non si può ingabbiare e che dona il carisma della profezia. Scopo dei gruppi, come già avvenuto martedì pomeriggio, era quello di prendere le 50 Proposizioni offerte in bozza all’Assemblea e cercare di arricchirle proprio della profezia che i delegati sinodali hanno respirato, toccato e riempito in questi quattro anni di lavoro. E tra i presenti, laici, religiosi, consacrati, preti e vescovi che nel primo giorno di apertura dell’Assemblea avevano fatto sentire tutte le loro perplessità (su cosa mancava, cosa non funzionava, cosa c’era di troppo) sulla bozza, il desiderio condiviso era quello di costruire qualcosa di veramente nuovo. Nessun sentimento di rivalsa, solo la voglia di dare conto a tutta la Chiesa (e al Paese) del senso del Cammino sinodale: essere davvero profezia per donne e uomini del nostro tempo. (M.L.)

«Essere qui a confrontarci, tante persone con età, esperienze e sensibilità molto diverse è già un risultato prezioso», è questo il sogno di Chiesa che qui alla Seconda Assemblea Sinodale è diventato già segno dei tempi che stiamo vivendo, con l’augurio che «questa buona pratica di ascolto reciproco prosegua in futuro nelle nostre comunità e nella società», ci dice la delegata Veronica Zonta, padovana di 29 anni che lavora in un’agenzia di comunicazione e in questi giorni sta partecipando come tanti laici ai gruppi del Cammino.
Veronica non è la sola a sentirsi arricchita da questa esperienza. Al di là delle Proposizioni che si sta cercando di elaborare – con tutte le difficoltà che sono emerse – quello che i delegati ci raccontano è soprattutto la dimensione dell’incontro e dello scambio. «Questa per me è stata l’opportunità di riscoprirmi anche all’interno di una Chiesa che mi ascolta ed è disponibile a interessarsi a giovani, donne e laiche, a ciò che arriva dal basso», racconta Emily Faggioni, 24 anni, psicologa di comunità a Vicenza. Una delegata fiduciosa sulla possibilità che da qui partirà davvero «qualche passo in più verso una società che giustamente col tempo sta cambiando». Il popolo è in cammino, insomma, in un percorso che è anche di scoperta ed è solo all’inizio.
«Da questa esperienza ho imparato anche che ci sono differenze tra Nord e Sud nelle urgenze percepite», ci dice invece Ilaria De Fulco, 22 anni, studentessa di lingue originaria di Palmi (Reggio Calabria). «Per esempio, nelle parrocchie al Nord la questione delle comunità Lgbt è probabilmente più sentita, mentre da noi sono predominanti ancora problemi sociali come il dramma della sanità», aggiunge, ribadendo però la condivisione di alcune tematiche che abbiamo riscontrato in tutti i rappresentanti delle diocesi interpellati. Come quelle legate ai giovani, ai quali Ilaria si augura che la Chiesa riesca a parlare in modo diretto, «perché tutti quanti comprendano quello che io sto capendo pian piano, e cioè che se ci vengono dette determinate cose non è per limitarci o imporci delle regole, ma piuttosto perché viene dato maggiore valore alle nostre esperienze, alle nostre scelte di vita».
L’ambizione è che questo confronto «faccia crescere la Chiesa, dandole un volto giovane, ossia di luogo in cui tutte le persone possono sentirsi a casa, accolte», riflette Grazia Giannone, 43enne impiegata, venuta a Roma da Calitri, provincia di Avellino. Di attenzione all’accoglienza parla anche Valentina Gili Borghet – 44enne di Ivrea, insegnante di arte e consacrata all’Ordo Virginum – che però aggiunge una declinazione diversa: «Un aspetto emerso nel percorso, che fa parte dell’accoglienza e spero abbia seguito, è l’importanza della cura rivolta alla liturgia, che passa dal sacerdote celebrante ai canti, ma anche semplicemente dall’avere una bella Chiesa, pulita e ordinata». Valentina, che segue il Cammino fin dall’inizio, di questi anni si porta dietro «una maggiore conoscenza delle realtà nel suo territorio, complesso sia dal punto di vista geografico che sociale». Da lì è nata una collaborazione che sicuramente porterà i suoi benefici perché «si è cominciato a mettere in rete diverse competenze, vari carismi». Anche il 25enne Antonello Bollettino ribadisce questa sinergia. Matematico di Trevigno (Potenza), in quanto responsabile della pastorale giovanile «mi sento frutto di questo lavoro che ha portato a una maggiore apertura verso i laici, verso la corresponsabilità». Il coinvolgimento diretto, non solo del singolo che come Antonello da sempre ha partecipato alle attività della propria parrocchia ma delle varie realtà locali, è stato un punto fondamentale. Così i vari preti, in prima linea nelle parrocchie, hanno provato insieme ai laici «a ricostruire il tessuto sociale», spiega don Maurizio Galazzo della diocesi di Vercelli, uno dei tanti sacerdoti che hanno lavorato alla concretizzazione di questo Cammino. Una collaborazione, racconta, che nel loro caso ha portato anche al rinnovo del Consiglio pastorale diocesano ed è stata una palestra su come vivere le esperienze e confrontarsi sui temi. «Adesso – conclude – speriamo che tutto quello che lo Spirito ha suggerito in questi anni e in questa Assemblea possa portare il frutto, cadere sulla terra. Che dalla Parola e dallo Spirito di Dio possano germogliare buoni frutti».



© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI