sabato 5 aprile 2025
Pellegrinaggio per la comunità scientifica e accademica dell’istituzione sanitaria che unisce cura e ricerca. Nel nuovo advisory board il biologo Usa Schekman. Un passo internazionale verso l'Irccs
Il pellegrinaggio del Campus BioMedico verso San Pietro

Il pellegrinaggio del Campus BioMedico verso San Pietro

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Più di mille persone tra studenti e professori, infermieri e medici, ricercatori e amministrativi, tecnici e volontari, con familiari e amici. 12 pullman dalla sede di Trigoria, oltre alle centinaia di colleghi che hanno raggiunto autonomamente il punto di ritrovo a piazza Pia. Il “popolo” del Campus Bio-Medico si è riunito per un appuntamento destinato a rimanere nella storia ormai più che trentennale di questa istituzione: il pellegrinaggio giubilare, il passaggio della Porta Santa e la Messa nella Basilica di San Pietro.

Un impegno ispirato direttamente dal beato Álvaro del Portillo, che per primo – secondo l’insegnamento del fondatore dell’Opus Dei san Josemaría Escrivá – sognò la nascita di un’università e di un policlinico attivi a Roma e dediti all’educazione e alla cura delle persone, a partire dai più giovani e dai più fragili. Visione che è divenuta realtà grazie alla passione di una comunità che lavora quotidianamente per coniugare progresso e umanità, educazione e cura, innovazione e attenzione alla dignità della persona.
La Messa all’Altare della Cattedra è stata concelebrata dal cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro, dal vicario dell’Opus Dei in Italia don Giovanni Manfrini e dal direttore della Cappellania del Campus Bio-Medico don Luca Brenna accompagnato da tutti gli altri cappellani, con i canti e le musiche del coro universitario.

«Alzati è il verbo della risurrezione – ha detto Gambetti nell’omelia –, ovvero stai in piedi nella tua dignità, non dimenticare la condizione da cui provieni, e cammina. Il mistero che celebriamo è questo: guarigione e consegna di un mandato, in particolare per voi, per coloro che hanno cura degli altri. Vorrei ringraziarvi e incoraggiarvi nella missione che avete abbracciato, perché davvero possiate mostrare a tutti come curava e come guariva Gesù, fino al punto da non poter distinguere l'umano e il divino, tanta è l'umanità nell'approccio all'altro».

«Ognuno di noi – ha detto Manfrini – sappia posare il proprio sguardo affettuoso e misericordioso prima di tutto sui propri colleghi, avendo occhi di comprensione e fiducia, così come sugli studenti e sui pazienti, in modo che possa diventare realtà l’auspicio di san Josemaría di essere seminatori di pace e di gioia».

«Il Giubileo – sono state e parole di Brenna – è un momento di preghiera e un’esperienza di comunione che ci ricorda come il cammino di ogni giorno avvenga nella fede e nel servizio ai più fragili. Vedere così tante persone unite in questo pellegrinaggio è un segno di grande speranza per il futuro, a dimostrazione del forte impegno che ci caratterizza come comunità».

«In un’epoca in cui la tecnologia e la scienza medica fanno passi da gigante, è essenziale non perdere di vista l’aspetto umano della formazione e delle cure – ha sottolineato il presidente dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico Carlo Tosti –. Il Giubileo è per noi l’occasione per riaffermare la nostra missione originaria e il nostro impegno nel mettere sempre e comunque la persona al centro».

Sono sette gli enti che oggi compongono il Sistema Campus Bio-Medico portando avanti il progetto originario dei fondatori: Università Campus Bio-Medico di Roma, Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Fondazione Alberto Sordi, Biomedical University Foundation, Associazione Amici del Campus Bio-Medico di Roma ets, Cbm Spa e Associazione Campus Bio-Medico.

Il Giubileo nel trentesimo del Campus coincide anche con la nomina del nuovo advisory board scientifico per accompagnare e sostenere i progetti di ricerca, clinici e di innovazione della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, impegnata nel percorso di accreditamento come Irccs (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) nella disciplina delle patologie dell’apparato locomotore. Tra i sei esperti di fama internazionale in ambito medico-scientifico spicca il nome del biologo Randy Wayne Schekman, Premio Nobel per la Medicina nel 2013. L’annuncio dei nomi è stato dato all’immediata vigilia del Giubileo del Campus Bio-Medico durante l’evento conclusivo del progetto di ricerca “Spine 4.0” avviato a gennaio 2022, terminato all’inizio di quest’anno e promosso dall’Inail per studiare le applicazioni concrete dell’intelligenza artificiale e della tecnologia avanzata nella cura delle patologie della colonna vertebrale. All’appuntamento erano intervenuti, oltre a Scheckman, il ministro della Salute Orazio Schillaci con un messaggio video, il presidente dell’Inail Fabrizio D’Ascenzo, insieme al direttore generale Marcello Fiori, e Carlo Tosti, presidente della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. Per il Policlinico erano anche presenti l’amministratore delegato e direttore generale Paolo Sormani e il direttore scientifico Vincenzo Denaro. L’Università Campus Bio-Medico di Roma era rappresentata dal rettore Eugenio Guglielmelli e dall’amministratore delegato e direttore generale Andrea Rossi.

Ecco i nomi del nuovo advisory board: Randy Wayne Schekman, professore ordinario di Biologia molecolare e cellulare presso l’Università della California, Berkeley (Usa), noto per le sue fondamentali scoperte nel campo della biologia cellulare, che gli sono valse numerosi premi, tra cui il Nobel per la Medicina nel 2013 per il suo lavoro sulla regolazione del traffico vescicolare; Michael Tobias Hirschmann, affiliato all’Università di Basilea e primario di Chirurgia ortopedica presso il Kantonsspital Baselland (Svizzera), autorità nella chirurgia del ginocchio e nel trattamento delle patologie degenerative, con oltre 300 pubblicazioni scientifiche e numerosi premi internazionali; Ivan Martin, direttore del Dipartimento di Biomedicina dell’Università di Basilea (Svizzera), autorità internazionale nel campo della medicina rigenerativa, con oltre 190 pubblicazioni scientifiche e 10 brevetti, grande esperto nelle terapie cellulari per la rigenerazione dei tessuti umani; Javed Parvizi, professore di Chirurgia ortopedica all’Università Acibadem di Instanbul (Turchia), riconosciuto per il suo lavoro pioneristico nella gestione delle infezioni articolari periprotesiche e del tromboembolismo venoso, già direttore della ricerca clinica del Rothman Orthopaedic Institute di Filadelfia; Giuseppe Remuzzi, direttore scientifico dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Irccs, uno dei massimi esperti mondiali in nefrologia e trapianti, con oltre 1.400 pubblicazioni scientifiche e numerosi studi innovativi nel campo della rigenerazione dei tessuti degli organi; Daisuke Sakai, capo del Dipartimento Clinico presso l’Università di Tokai (Giappone), specializzato nella chirurgia ortopedica e nelle malattie degenerative della colonna vertebrale, pioniere nella ricerca sul disco intervertebrale e nella terapia con cellule staminali per le malattie della colonna vertebrale.

«Le patologie muscoloscheletriche sono tra le principali cause di disabilità nel mondo, con un impatto crescente sulla qualità della vita dei pazienti, sulla produttività lavorativa e sui sistemi sanitari – ha affermato il ministro Schillaci –. Anche i dati Inail confermano un aumento di queste patologie in ambito professionale, rendendo indispensabile un’azione coordinata tra ricerca, prevenzione e innovazione terapeutica. Vorrei evidenziare il percorso della Fondazione Campus Bio-Medico come Irccs, a testimonianza dell’eccellenza raggiunta nella ricerca, nella medicina rigenerativa e nella chirurgia di precisione».

Di «momento fondamentale nel percorso di continua crescita del Policlinico Campus Bio-Medico, nel solco della nostra storia e della nostra identità che ci richiedono di mettere sempre la persona al centro» ha parlato Carlo Tosti sottolineando che «il nuovo Advisory Board scientifico ci aiuterà a crescere ancora non solo nel panorama sanitario nazionale, ma anche internazionale. I membri scelti, con il loro profilo di assoluta eccellenza e competenza, contribuiranno a supportare le strategie di ricerca, garantendo che la nostra Fondazione continui a essere un punto di riferimento nell’innovazione scientifica». Per Paolo Sormani «l’istituzione dell’advisory board scientifico rappresenta un passo fondamentale per il nostro Policlinico, che si impegna costantemente a promuovere il progresso e l’umanizzazione delle cure. La prospettiva di poter collaborare con questi straordinari esperti internazionali è entusiasmante. Le loro conoscenze ed esperienze costituiscono un prezioso supporto per accelerare i nostri progetti scientifici e clinici, rafforzare la nostra missione – sintetizzata dalla formula “la Scienza per l’Uomo” – e mettere quindi ancora, sempre di più, l’innovazione al servizio dei pazienti e delle persone».

«Gli studiosi che hanno accettato di entrare a far parte del nostro advisory board scientifico sono in assoluto tra i più brillanti a livello internazionale nei loro rispettivi campi di competenza – ha detto Vincenzo Denaro –. Il supporto di questi luminari consentirà al Policlinico Campus Bio-Medico di ampliare l’impatto della sua attività, integrando ricerca avanzata e cura del paziente. Il progresso è da sempre al centro delle nostre attività e l’advisory board scientifico contribuirà a indirizzare ancor di più la nostra strategia verso nuove frontiere, promuovendo approcci innovativi per affrontare le sfide più urgenti con cui siamo chiamati a confrontarci in ambito medico».

Il 7 aprile l’Università Campus Bio-Medico ricorda Raffaello Cortesini, pioniere dei trapianti in Italia e tra i “padri” fondatori dell’istituzione di cura e ricerca, a un anno dalla morte, in occasione dell’uscita del suo libro testimonianza “L’avventura dei primi trapianti in Italia. Il coraggio di cambiare tutto” (Edizioni Ares, 2025).

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