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Agostino Sella e Marco Canzonieri con una delle moto con cui stanno viaggiando verso Dakar
In Senegal, nella regione di Tambacounda, oltre 50 villaggi dipendono da un piccolo dispensario per l’assistenza sanitaria di base: si trova nella sede dell’Associazione Don Bosco 2000, nata in Sicilia, che promuove la cooperazione e lo sviluppo locale e internazionale attraverso attività sociali, solidali, educative e professionali. Molti abitanti spesso devono affrontare ore di cammino sotto il sole per raggiungere le cure essenziali, con il rischio di non arrivare in tempo.
Per rispondere a questa emergenza, Agostino Sella e Marco Canzonieri, volontari dell’associazione, sono partiti il 27 marzo e stanno affrontando un viaggio straordinario: 6.260 km in moto, da Palermo a Dakar, attraverso la Mauritania, e poi fino a Tambacounda, per raccogliere fondi e per costruire un centro medico più grande. Questo dispensario rappresenterà un presidio sanitario fondamentale, soprattutto per le donne, contribuendo a salvare numerose vite umane in una delle regioni più povere del mondo, dove la popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno.
Secondo il progetto avrà un'organizzazione funzionale con un'area di accoglienza e attesa, spazi per iniezioni e medicazioni, una farmacia, stanze di osservazione divise per genere e servizi igienici separati per personale e pazienti. La realizzazione richiede un investimento di circa 100.000 euro, ne sono stati raccolti quasi 40.000 euro grazie alla generosità dei donatori.
Il viaggio fisico in moto è totalmente a carico dei due volontari (benzina, soste, cibo e pernottamenti): Agostino, architetto e presidente di “Don Bosco 2000”, e Marco, Cavaliere della Repubblica, che lavora al Ministero della Difesa. «In questo viaggio c’è posto per tutti – racconta Agostino –, ognuno può “percorrere” questi 6.260 km con noi, anche senza salire in moto: basta un piccolo gesto, una donazione, per dare carburante alla missione. A ogni 5 euro donati corrisponderà un chilometro verso la salute e la speranza, una vita che potrebbe essere salvata. E quando la nuova clinica aprirà le sue porte, ogni persona che avrà contribuito potrà dire: “Anch’io ho fatto parte di questo cammino, ho acceso una luce di speranza a Tambacounda”. La nostra moto va a benzina e speranza: la benzina ce la mettiamo noi, la speranza accendetela voi».
Non si tratta di una sfida personale o di un’avventura stravagante, ma di una missione di solidarietà “comunitaria” che fa compiere un passo concreto verso cure dignitose per migliaia di persone. Il tutto donando generosamente, ognuno quanto può, secondo le modalità indicate sul sito www.donbosco2000.org.