martedì 15 aprile 2025
A Maria e Fulvio uno dei massimi riconoscimenti della città per aver cambiato i destini di centinaia di pazienti con cerebrolesioni gravi. Nella memoria del figlio Luca, che «ci ha indicato la strada»
Maria Vaccari e Fulvio De Nigris con la "Turrita d'Argento"

Maria Vaccari e Fulvio De Nigris con la "Turrita d'Argento" - Foto Eikon Studio di Gianluca Perticoni

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La “Turrita d’Argento” è uno dei massimi riconoscimenti che il Comune di Bologna dona ai suoi “figli” migliori, a quelli che maggiormente hanno contribuito al progresso della città. L’hanno ricevuto martedì 15 aprile Fulvio De Nigris e Maria Vaccari: sono i genitori di Luca che, nel 1998, a 16 anni, morì dopo essere stato per 240 giorni in coma e stato vegetativo. Per ricordarlo e, soprattutto, per essere d’aiuto a chi si trova ad affrontare la stessa sofferenza, poco tempo dopo Fulvio e Maria hanno fondato “La casa dei Risvegli” a lui intitolata. Un’istituzione, in città, che opera nell’ambito degli interventi di assistenza e sostegno sociale, dell’informazione ed educazione alla salute e al benessere, della promozione della ricerca scientifica e di iniziative culturali volte alla sensibilizzazione a beneficio delle persone con esiti di Grave cerebrolesione acquisita (Gca) o neurotrauma e dei loro caregiver familiari.

Il sindaco Matteo Lepore premia Fulvio De Nigris

Il sindaco Matteo Lepore premia Fulvio De Nigris - .

Come si legge nelle motivazioni del riconoscimento, consegnato dal sindaco Matteo Lepore nella Sala Rossa di Palazzo D'Accursio, sede del Comune, De Nigris e Vaccari rappresentano «un esempio concreto di impegno civile e solidarietà nel campo dell’assistenza e della riabilitazione rivolta a persone con esiti di coma e gravi cerebrolesioni». Oggi “La Casa dei Risvegli” è conosciuta in tutto il mondo: il centro di neuroriabilitazione, una vera eccellenza del settore, ha accolto finora più di 500 pazienti con esiti di gravi cerebrolesioni, in un ambiente familiare, proprio come se il volto di Luca fosse in ognuna di quelle persone.
Maria e Fulvio «non si sono abbandonate al dolore, ma hanno messo al servizio della nostra città la loro esperienza»: una motivazione che rende giustizia al percorso personale e associativo di questi genitori, capaci di mutare la loro esperienza in una risorsa non solo per i beneficiari diretti, che provengono da tutta Italia, ma per l’intera città di Bologna, sempre ribadendo il valore di ogni vita, anche quelle vissute in condizione di coma e di fragilità estrema.

«Dedico questo riconoscimento prima di tutto a Luca, che da dov’è ci guarda sorridendo – ha detto Maria Vaccari – perché era sempre ironico e avrebbe sicuramente qualche battutina da fare sui suoi ormai vecchi mamma e papà, con tanti capelli e barboni bianchi. È lui che ci ha fatto capire una strada».

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore, Fulvio De Nigris, Maria Vaccari e l'assessora al Welfare Matilde Madrid

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore, Fulvio De Nigris, Maria Vaccari e l'assessora al Welfare Matilde Madrid - .

«Siamo particolarmente grati al Comune e al sindaco Lepore per questo gesto che sentiamo come un tributo al nostro percorso condiviso dalle tante famiglie, professionisti, volontari e cittadini che hanno continuato a camminare con noi passo dopo passo – è il commento di Fulvio De Nigris, presidente della Fondazione Gli amici di Luca Casa dei Risvegli Luca De Nigris –. La nostra storia ha preso forza tramite la collaborazione con l’Ausl, la solidarietà diffusa, l'impegno civile che ha dato vita alla Fondazione, partecipata anche dal Comune, che oggi rappresenta una nuova sfida: garantire solidità e futuro a un'esperienza virtuosa diventata patrimonio della nostra città. In mezzo a voi ritrovo lo sguardo di Luca. Sempre presente tra noi e nei volti delle persone che varcano la soglia della Casa dei Risvegli a lui dedicata. Per loro attendiamo un risveglio e comunque un miglioramento nella qualità della vita. Ma ciò che davvero conta è il lavoro quotidiano, la tenacia con cui continuiamo a cercare, ogni giorno, la speranza. Una speranza che oggi si rinnova e si rafforza grazie a questo riconoscimento così prezioso».

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