Nel terrore che ancora avvolge la città di Nizza la mattina dopo l'attentato costato la vita ad almeno 80 persone, arrivano i primi, agghiaccianti racconti dei sopravvissuti sconvolti: "Era una serata di festa, si è trasformata in un incubo che segnerà per sempre le nostre vite. A parlare è Marlena, in lacrime davanti all'ospedale di Nizza. "Tenevo per mano i miei quattro figli - racconta - poi
all'improvviso le urla della gente e quel tir che ci è passato accanto andando a zig zag e schiacciando tutto e tutti". Per un attimo non ha più visto i figli: "È stato per pochi secondi - dice - quando li ho rivisti avevano il terrore sul volto e sui vestiti il sangue di tutti quei morti. Fisicamente stanno bene, ma sono sotto shock - conclude -: dicono che non vogliono mai più uscite di casa".
RISTORATORE ARMENO SALVA BAMBINI. "È stato un eroe, hasalvato dei bambini e delle altre persone che erano state travolte e calpestate dalla folla terrorizzata in fuga": è la testimonianza di Norberto, receptionist dell'hotel Ambassador, a pochi passi dalla Promenade des Anglais. Ieri sera era a cena con un'amica ungherese in un ristorante a circa 300 metri dal luogo dove è stato bloccato il terrorista sul furgone. "Il proprietario del ristorante, un giovane armeno, - racconta - ci ha presi nel dehor e ci ha trascinati all'interno del locale.Pochi minuti dopo che si sono uditi vari colpi di arma da fuoco centinaia di persone si sono rifugiate nella stretta Rue Commandant Raffali e hanno iniziato a correre disperatamente, travolgendo tutto e tutti. Alcuni di loro, tra cui dei bambini, sono caduti e sono stati calpestati, riportando ferite. È stato in quel momento che il ristoratore ha riaperto la porta, li ha presi e trascinati dentro, probabilmente salvando loro la vita".
«IL CAMION A UN METRO DA ME».«Ho visto passare il camion a un solo metro da me mentre travolgeva tutto come fossero birilli: uomini, donne, bambini, bancarelle: sembrava un incubo, non riuscivo a muovermi». È uno dei passaggi della testimonianza di Maurizio Ventura, 60 anni, pensionato milanese che da due anni vive a Nizza. Anche lui era alla festa Nazionale francese del 14 luglio insieme ad altre centinaia di persone. Per rispondere a un messaggino della compagna si è seduto su una delle tipiche panchine blu della promenade e da lì ha assistito all'incredibile. «Il camion sembrava che barcollasse, ma lo faceva per colpire quanta più gente poteva. Dopo il suo passaggio ho visto per terra un bimbo morto accanto al padre disperato che lo accarezzava mentre con l'altra mano reggeva una carrozzina, uomini e donne mutilate, sentivo grida, urla, disperazione. Sono rimasto impietrito, immobile, poi a un certo punto è stato come se il silenzio mi avvolgesse". "La polizia è stata molto superficiale perché non ha bloccato al traffico come doveva la zona pedonale - continua Maurizio -. Per un'ora, poi non sono arrivati soccorsi, né ambulanze ne elicotteri. Anche i militari sono arrivati un'ora dopo".
«HO VISTO IL CAMION PRIMA DELL ATTENTATO»Una testimone citata dal giornale francese
Var Matin, Laicia Baroi, riferisce di avere notato a Nizza intorno alle 22 il camion che poi si è lanciato sulla folla lungo la Promenade des Anglais. La donna racconta che era in macchina e il camion bianco si è fermato accanto a lei. «E' il camion del terrorista, ne sono certa, è lo stesso delle immagini della televisione», spiega. La testimone dice di averlo notato perché «guidava in modo strano. Accelerava, frenava, riaccelerava e rifrenava. L'abbiamo trovato strano».