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La Camera degli Stati Uniti ha approvato a larga maggioranza, con 325 voti favorevoli e 65 voti contrari, la legge che darebbe all'azienda cinese proprietaria di TikTok, ByteDance, sei mesi di tempo per farsi da parte e cedere le sue quote della app per brevi video utilizzata da circa 170 milioni di americani a un'entità americana. Pena il divieto di utilizzo su suolo americano.
Il voto arriva dopo che l’azione al Congresso era in fase di stallo da più di un anno. La campagna per la rielezione del presidente Joe Biden il mese scorso era approdata sulla piattaforma di condivisione di short video, alimentando le speranze tra i manager di TikTok che per quest’anno la legge potesse slittare. E invece, la settimana scorsa la commissione per l'energia e il commercio della Camera ha votato 50-0 a favore del disegno di legge, predisponendolo per una votazione davanti all'intera Camera.
Il disegno di legge dovrà affrontare un percorso più incerto al Senato degli Stati Uniti, dove alcuni senatori sono favorevoli a un approccio diverso alla regolamentazione delle app di proprietà straniera che potrebbero porre problemi di sicurezza. Il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer non ha ancora indicato come intende procedere.
La protesta di chi vorrebbe che TikTok rimanesse disponibile anche negli Stati Uniti - Reuters
Il ceo di TikTok, Shou Zi Chew, che si trovava negli uffici di Capitol Hill per un viaggio precedentemente programmato, stava cercando di raccogliere sostegno per fermare il disegno di legge. «Questa legislazione ha un risultato predeterminato: il divieto totale di TikTok negli Stati Uniti», aveva fatto sapere un portavoce della società cinese. «Il governo sta tentando di privare 170 milioni di americani del loro diritto costituzionale alla libera espressione».
Mentre il presidente americano Biden sembra che sia pronto a firmare il disegno di legge, noto ufficialmente come "Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act" se dovesse arrivare sulla sua scrivania. Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, aveva dichiarato già martedì che l’obiettivo è porre fine alla proprietà cinese, non vietare TikTok. «Vogliamo che TikTok, come piattaforma, sia di proprietà di un'azienda americana o di proprietà della Cina? Vogliamo che i dati di TikTok - dati dei bambini, dati degli adulti - vadano, restino qui in America o vadano a Cina?» aveva chiesto provocatoriamente.
Non è chiaro se la Cina approverebbe una vendita o se le attività statunitensi di TikTok potrebbero essere cedute in sei mesi. Se ByteDance non lo facesse, gli app store gestiti da Apple, Google di Alphabet e altri non potrebbero offrire l'accesso legale all'app TikTok o fornire servizi di web hosting alle applicazioni controllate da ByteDance.
Questa misura è l’ultima di una serie di mosse a Washington per rispondere alle preoccupazioni di sicurezza nazionale degli Stati Uniti nei confronti della Cina, dai veicoli connessi ai chip avanzati di intelligenza artificiale alle gru nei porti statunitensi.
Nel 2020, l’allora presidente Donald Trump aveva cercato di vietare TikTok e WeChat di proprietà cinese, ma era stato bloccato dai tribunali. Nei giorni scorsi aveva espresso preoccupazione per un divieto che potrebbe avere un impatto sui giovani. «Ci sono molti ragazzini su TikTok che impazzirebbero senza di esso» aveva detto «C'è molto di buono e c'è molto di cattivo con TikTok» soprattutto perché rafforzerebbe Meta Platforms, proprietario di Instagram e Facebook, che Trump stesso ha definito un «nemico del popolo».
Ma perché Trump sta invertendo la rotta su TikTok? Secondo quanto riportato dal sito economico, Quartz, il tycoon candidato alla presidenza Usa starebbe calcolando ciò che aiuterebbe di più la sua piattaforma di social media, Truth Social creata nel 2022. A questo va aggiunto il fatto Trump ha visto almeno 5,5 milioni di dollari affluire alle sue attività da fonti cinesi mentre era presidente. Sul quotidiano americano Politico si ipotizza anche di un possibile legame dell'ex presidente Usa con il donatore repubblicano Jeff Yass, grande investitore in ByteDance.
Non è chiaro se WeChat di Tencent o altre app di alto profilo di proprietà cinese possano essere oggetto di un divieto ai sensi della legislazione americana. Qualsiasi richiesta di disinvestimento forzato di TikTok dagli Stati Uniti significherebbe quasi certamente far iniziare altre sfide legali, che la società cinese potrebbe presentare entro 165 giorni dalla firma del disegno di legge da parte del presidente. Lo scorso novembre, un giudice statunitense aveva bloccato il divieto dello stato del Montana sull’uso di TikTok dopo che la società aveva intentato causa.