domenica 13 aprile 2025
Manageritalia celebra gli 80 anni di attività. Il presidente Ballarè: «Noi in ascolto e attenti ai cambiamenti»
Marco Ballarè, presidente di Manageritalia

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Negli ultimi 40 anni i manager privati sono aumentati del 15% Ma in Italia ce n’è solo uno ogni 100 lavoratori In Germania sono il triplo Roma Ottant’anni e non li dimostra. Manageritalia celebra un importante traguardo da protagonista nell’evoluzione della contrattualistica e del mondo del lavoro e, insieme coi manager, nello sviluppo del Paese.

Presidente Marco Ballarè, com’è cambiato il management dal dopoguerra a oggi?
Tutto inizia nel 1945, quando l’Italia rinasce dalle macerie e un gruppo di dirigenti ha un’idea visionaria. Unire le forze per costruire il futuro. Il 9 aprile di quell’anno nasce Andac, l’associazione che in pochi anni diventa Federazione e si radica sul territorio con le sue Associazioni. Oggi quella Federazione è Manageritalia. Fin dall’inizio, la visione si trasforma in azione, in innovazione. Nel 1948 crea il Fasdac, il primo fondo di assistenza sanitaria per i dirigenti e nel 1949 sigla i primi contratti collettivi nazionali, che valorizzano il ruolo strategico del management italiano. Il Contratto dirigenti si arricchisce nel tempo di previdenza integrativa, copertura dai rischi, formazione, politiche attive e welfare aziendale. Dalla tutela al benessere, da facilitatore di accordi tra le parti a strumento di attrazione e fidelizzazione.

Come descriverebbe la figura del manager nel contesto attuale?
Negli ultimi 40 anni i dirigenti privati sono aumentati del 15%, quelli con contratti Manageritalia raddoppiati. Nonostante gli ultimi anni di profonde crisi i dirigenti sono aumentati in media del 2% l’anno. Nell’ultimo anno le donne manager aumentano del 5% e gli uomini del 1,9 %, e nel complesso del 2,6%. Oggi il manager non comanda. Ma guida, ascolta ed è attento ai cambiamenti. La pandemia ha accelerato la trasformazione. Il manager è diventato un architetto del funzionamento aziendale, attento ai risultati. Anche se in Italia abbiamo ancora un manager ogni 100 lavoratori, mentre in Francia e Germania sono il doppio e triplo.

Chi è Manageritalia oggi?
Oggi rappresentiamo oltre 45mila associati, con una crescita continua degli iscritti, in particolare tra i dirigenti attivi e le donne manager. La nostra rete, fatta di 14 associazioni aderenti, fondi bilaterali, società di servizio e oltre 1.000 persone coinvolte, è il cuore pulsante di Manageritalia. Il contratto collettivo nazionale, uno dei pilastri della nostra azione, sarà sfidato da nuove dinamiche del mercato del lavoro. Sarà essenziale rinnovare il patto sociale tra lavoratori, imprese e istituzioni, mantenendo alta la qualità della rappresentanza. Il sistema di welfare dovrà evolversi verso modelli flessibili e personalizzati.

Tra Ia, passaggi generazionali e dazi i vostri compiti sono cambiati…
Oggi, mentre il mondo corre, tra innovazione tecnologica, sostenibilità, crisi globali, sfide complesse, Manageritalia si conferma come comunità, guida anticipatrice, acceleratore di competenze. L’intelligenza artificiale è uno strumento di aiuto e chiede maggiori competenze. C’è una realtà che corre più di noi. Anche se l’intelligenza artificiale non deve sopperire alla capacità immaginativa di chi la usa. Dobbiamo sviluppare produttività e competitività, senso e benessere del lavoro per persone e aziende. Dal 1995 al 2023 il valore dei servizi di mercato in Italia è cresciuto del 41,8%, mentre includendo nel terziario anche la Pa la crescita è stata del 30,6%, contro 8% della manifattura, e una leggera crescita delle costruzioni di 3,2%. Il terziario di mercato, settore trainante della nostra economia, vale oggi il 59% del Pil. I servizi pesano più del 20% nell’export e sono il 25% in media come input nel valore aggiunto dei prodotti industriali. Ma non c’è competizione tra industria e terziario, anzi. Dobbiamo far crescere produttività del terziario e sinergia tra i due settori per competere nelle catene del valore e sui mercati globali.

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