Domenico Giani, presidente di Eni Foundation - Archivio
«Eni Foundation è una fondazione al servizio dei più deboli, nasce per supportare i più vulnerabili, sempre con un occhio di riguardo alla persona e al suo benessere, con una azienda alle spalle che si occupa di migliorare le condizioni di vita attraverso una giusta transizione che promuova sviluppo in tutti i Paesi dove opera». Lo ha detto il presidente di Eni Foundation Domenico Giani nel corso dell'evento Il ruolo delle fondazioni d'impresa nella società di oggi organizzato all'ambasciata italiana presso la Santa Sede. «C'è soddisfazione. Tra i progetti realizzati finora - ha aggiunto - possiamo annoverare l'ammodernamento di ospedali, la costruzione di Centri per l'assistenza sanitaria di base materna e infantile, in particolare nelle aree rurali e meno servite. E poi la formazione di medici, infermieri e tecnici, le iniziative di solidarietà sociale nei confronti di anziani soli e disagiati. Sono stati assistiti anche adolescenti con disturbi alimentari e persone colpite dalle difficoltà nate con il conflitto in Ucraina». Il presidente di Eni Foundation ha ricordato come l'ambasciata italiana presso la Santa Sede «ha offerto un aiuto concreto, insieme alla rappresentanza a Ginevra, per l'apertura dei rapporti di Eni Foundation presso l'Oms, che ci ha consentito di operare di recente in Libia in un progetto relativo a bambini colpiti da cancro, nel quale ha partecipato anche l'Ospedale Bambino Gesù». «Obiettivo principale di Eni Foundation è lavorare con un focus specifico sull'assistenza sanitaria in Paesi svantaggiati, migliorando l'efficacia dei sistemi e sensibilizzando le comunità locali», ha affermato Filippo Uberti, segretario generale di Eni Foundation. «L'obiettivo finale - ha concluso - è supportare le popolazioni e le istituzioni locali dei Paesi dove operiamo per renderle autonome, fornendo gli strumenti per mantenere nel tempo i propri servizi efficienti. In 17 anni abbiamo progetti realizzati in Repubblica del Congo, Ghana, Mozambico, Myanmar e anche in Italia. Attualmente abbiamo in corso progetti in Libia, Algeria, Egitto, Messico, Ruanda e Guinea Bissau. In totale in questi anni abbiamo investito direttamente nei progetti circa 60 milioni di euro e riammireranno o costruito più di 100 strutture sanitarie e sostenuto la vaccinazione di bambini per più di un milione di dosi».