venerdì 10 luglio 2020
Le preoccupazioni per il futuro spingono le famiglie ad evitare di indebitarsi
Mutui, finanziamenti e credito al consumo: gli italiani risparmiano
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Preoccupati per la pandemia, ma in primo luogo per quanto potrà accadere in futuro le famiglie italiane non sono mai state così poco indebitate e determinate nel rispettare gli impegni. Nel periodo Gennaio-Maggio le erogazioni di credito al consumo hanno registrato un calo di quasi il 30% ; ma più oneroso è il bilancio per i finanziamenti finalizzati per auto/moto (-36%) anche per la chiusura dei concessionari e i prestiti personali (-32%). Più contenuto, invece, il calo per i finanziamenti finalizzati all’acquisto di elettrodomestici/elettronica, che dopo aver trainato il mercato del credito al consumo nel 2019 fanno registrare un calo del 26% All’interno di tale categoria soffrono di più i finanziamenti destinati all’arredamento, mentre hanno mostrato una maggiore resilienza quelli destinati all’acquisto di elettrodomestici/elettronica, grazie all’e-commerce e ai finanziamenti per prodotti informatici, di cui si sono dotate le famiglie per adeguarsi alle maggiori esigenze di digitalizzazione e i finanziamenti destinati agli acquisti di impianti “green” e di beni per l’efficientamento energetico della casa, che hanno beneficiato anche della proroga delle agevolazioni fiscali e degli investimenti del settore per promuovere iniziative che possano favorire la diffusione di consumi “eco-virtuosi”. I flussi dei finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio/pensione mostrano un calo più contenuto rispetto alle altre tipologie di prestiti (-16.%) a causa dei tempi più lunghi di evasione delle pratiche e, in alcuni casi, anche delle tecnologie messe a disposizione dalla rete di agenti in attività finanziaria che ha potuto rimanere in contatto con la clientela anche nei mesi del lockdown. Infine, anche le erogazioni via carte opzione/rateali mostrano nei primi quattro mesi del 2020 un calo meno accentuato rispetto ad altri prodotti (-15%), come conseguenza del maggior ricorso ai pagamenti digitali, cresciuto durante il lockdown per il più intenso utilizzo dell’e-commerce. Nel post lockdown permane a livello complessivo un forte calo, con solo un parziale ridimensionamento della flessione per i finanziamenti finalizzati. Tuttavia se si osservano le intenzioni future (il numero di pratiche e le istruttorie in corso) dopo le difficoltà dei primi mesi del 2020 le previsioni indicano una graduale ripresa della crescita dei flussi di credito al consumo. Le erogazioni di mutui immobiliari nei primi due mesi del 2020 sono state particolarmente brillanti, grazie a condizioni di mercato ancora favorevoli e alla convenienza del tasso fisso. Il lockdown ha determinato, invece, una contrazione dei mutui di acquisto, a seguito dello stop delle compravendite di immobili residenziali. Ma da maggio la richiesta di mutui è ripartita con vigore. Il merito è dei tassi di interesse che già ai minimi storici sono scesi ancora un pò alimentando la richiesta. Non solo. C'è anche da considerare il posticipo di investimenti pianificati prima del lockdown che ora trovano realizzazione. Tra il primo maggio ed il 15 giugno l'importo medio erogato è cresciuto del 9% anno su anno raggiungendo i 135.000 euro tornando quindi ai livelli registrati a inizio anno. Le richieste mostrano un incremento del peso percentuale delle surroghe che oggi rappresentano oltre un terzo delle domande complessive. Dati i tassi di riferimento ai minimi, le surroghe sono ancora estremamente vantaggiose. L’andamento riflette anche la maggiore competitività tra le banche e la crescente digitalizzazione dei servizi, che ha permesso la realizzazione delle operazioni di surroga anche nel periodo di chiusura delle filiali. Lo scarto tra tasso fisso e variabile resta minimo. Non sorprende quindi vedere come la scelta dei degli italiani sia plebiscitaria : nelle ultime settimane il 98% dei richiedenti ha optato per il tasso fisso. Tassi al lumicino che hanno contribuito a ridurre l'età media dei richiedenti oggi pari a 40 anni.

*responsabile commerciale, area Corporate

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