Il 97,5% degli studenti dei collegi universitari di merito lavora a un anno dalla laurea - Archivio
Il nostro Paese presenta una bassa percentuale di laureati tra i 25 e i 34 anni, pari al 27,7% della popolazione della stessa fascia d’età. La media Ue è del 40% (elaborazione European House Ambrosetti su dati Eurostat, 2020). Tra il 2008 e il 2018 gli studenti universitari sono diminuiti del 5% (elaborazione European House Ambrosetti su dati European University Association, 2020). I neolaureati che risultano occupati a un anno dalla laurea sono il 50,9% a fronte di una media Ue del 74% (elaborazione European House Ambrosetti su dati Eurostat, 2020).
Il 97,5% degli studenti dei collegi universitari di merito trova lavoro a un anno dal conseguimento della laurea, il doppio rispetto al dato medio nazionale. Il 95,3% si laurea nei tempi previsti dal proprio corso di studi, rispetto al 30,8% della media nazionale delle lauree triennali e al 52,7% delle lauree specialistiche. La crescita di studenti ospitati dai collegi universitari di merito è stata, negli ultimi tre anni, dell’11,1% contro una media generale di crescita degli iscritti all’Università dell’1,8%. La presenza di studenti stranieri nei Collegi è del 13,8% contro il 5,4% delle Università italiane, con una crescita del 30,3% rispetto al 16% delle università italiane. Sono alcuni dei significativi dati che emergono dalla ricerca promossa dalla Conferenza dei collegi universitari di merito (Ccum), realizzata da European House Ambrosetti e presentata all’incontro Ripartire dal merito con la partecipazione del ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, del presidente della Conferenza dei rettori delle Università Italiane (Crui) Ferruccio Resta e del presidente della Ccum Vincenzo Salvatore. La ricerca è stata illustrata da Emiliano Briante, associate partner e responsabile “business & policy impact”di European House Ambrosetti.
«Quelli presentati da European House Ambrosetti sono dati estremamente significativi, soprattutto se letti alla luce delle condizioni socio-sanitarie attuali - ha affermato Salvatore -. Nonostante le difficoltà dovute all’emergenza epidemiologica da Covid-19, i Collegi sono sempre restati aperti prestando il loro servizio agli studenti e offrendo in tal modo un luogo sicuro dove poter proseguire in serenità gli studi. L’aumento di domande di ammissione, registrate anche questo anno, ha confermano la bontà di un modello che punta alla valorizzazione del merito attraverso un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato no profit. I collegi universitari di merito, parte integrante del sistema universitario, sono un importante strumento di valorizzazione del merito, poiché danno accesso a una formazione di qualità, indipendentemente dal censo degli studenti ospitati, ed è per tale motivo che ci auguriamo che si colga l’occasione, offerta dal piano di investimenti europei Next Generation Eu, per investire ancora di più sul merito e strutture come le nostre».
L’ammissione nei collegi universitari di merito avviene esclusivamente per merito, attraverso un concorso che valuta le capacità e le motivazioni allo studio. Per gli studenti meritevoli, ma in disagiate condizioni economiche, sono previste agevolazioni, borse di studio, posti gratuiti. Circa il 40% degli allievi accede gratuitamente ai Collegi universitari di merito o paga la retta minima (tra i 2mila e i 3mila euro l’anno per vitto, alloggio e percorso formativo dedicato).
Dallo studio condotto da European House Ambrosetti emerge che, a 15 anni dalla laurea, il 50,9% degli ex collegiali lavora come dipendente del settore privato: di questi l’88% occupa ruoli di rilievo (manager, ceo, quadro). Il 26,9% ha intrapreso la carriera accademica: di questi il 58% è professore e il 42% ricercatore. Il 19,1% lavora come libero professionista nel settore privato e il 3,1% è impiegato nel settore pubblico.
Il risultato nasce dal modello formativo dei collegi universitari di merito che sviluppa uno specifico programma extracurricolare costituito da corsi, conferenze, laboratori, esperienze di volontariato, tutorato, coaching, visite ad aziende e attività di orientamento al lavoro. Il collegio diventa così un facilitatore per il potenziamento delle soft skills, quelle competenze trasversali ritenute indispensabili per l'inserimento nel mondo del lavoro. Particolare rilievo hanno le iniziative di internazionalizzazione: oltre al naturale e quotidiano scambio con studenti provenienti da ogni parte d'Europa e del mondo, i collegi propongono summer schools, programmi di scambio con università o Collegi esteri, stage e visite-studio internazionali. Gli studenti dei collegi che hanno vissuto esperienze di studio all’estero sono il 17,1% a fronte di una media dell’8,8% delle Università italiane.
Intanto la Ccum ha introdotto un diploma digitale rilasciato attraverso la tecnologia blockchain - che attesta le competenze acquisite dagli studenti nei collegi universitari di merito - grazie alla collaborazione con il Cimea, Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche, specializzato nel riconoscimento dei titoli di studi a livello nazionale e internazionale. Il “diploma di collegio” certifica le competenze non formali (capacità di lavorare in gruppo e secondo obiettivi, attitudine alla soluzione dei problemi, autonomia, abilità nell’organizzazione e nella pianificazione etc.) acquisite dagli studenti grazie al percorso formativo svolto nei collegi universitari di merito.
Il diploma di collegio è digitale e la sua validità è accertata grazie alla tecnologia blockchain: Ccum, che riunisce i 52 collegi di merito italiani riconosciuti dal ministero dell’Istruzione e della Ricerca, ha infatti accesso alla piattaforma informatica Diplo-me del Cimea che utilizza questa tecnologia per consentire la condivisione e la certificazione di validità dei titoli studio da parte di Università nazionali e internazionali. I diplomi saranno rilasciati a partire dall’anno accademico 2020/21: con questo strumento gli studenti dei collegi universitari di merito potranno dimostrare, anche a livello internazionale, di avere acquisito le abilità specifiche richieste oggi dal mondo del lavoro.
LA FORMAZIONE NEI COLLEGI UNIVERSITARI. Gli studenti delle Università e delle Istituzioni di Alta Formazione italiane, statali e non statali, accedono ai Collegi generalmente attraverso una prova scritta, a cui seguono uno o più colloqui, anche di carattere motivazionale. Sempre in fase di colloquio, viene illustrato il progetto formativo personalizzato che lo studente svilupperà nel corso della sua permanenza nel Collegio, parallelamente al proprio percorso universitario. In questo contesto gli studenti sviluppano le competenze umane e relazionali, quali, ad esempio, la capacità di lavorare in gruppo e secondo obiettivi, l’attitudine alla soluzione dei problemi, l’autonomia, l’abilità nell’organizzazione e nella pianificazione. Il diploma di collegio, voluto da Ccum, è rilasciato agli studenti dopo aver superato con successo gli esami di valutazione. Per gli studenti meritevoli, ma in disagiate condizioni economiche, l’accesso ai collegi universitari di merito è garantito da agevolazioni, borse di studio, posti gratuiti.
IL DIPLOMA DIGITALE E LA TECNOLOGIA BLOCKCHAIN. Per rilasciare il diploma di collegio in un formato digitale, sicuro e riconosciuto, Ccum ha creato un suo profilo nella piattaforma informatica Diplo-me creata dal CIMEA per la condivisione e la certificazione dei titoli di studio. Diplo-me mette in rete i possessori dei titoli (per esempio gli studenti universitari), gli Enti che li rilasciano (Università, Collegi universitari di merito, etc.) e gli Enti certificatori, come Il Cimea, che hanno il compito di attestare e dimostrare la validità di un titolo anche al di fuori della nazione in cui è stato rilasciato. All’interno di Diplo-me uno studente, per esempio, può richiedere alla sua Università il rilascio in formato digitale dell’elenco aggiornato degli esami superati oppure del diploma di laurea, e aggiungerli al suo profilo. La validità di questi titoli è immediatamente riconosciuta dalle Università e dagli enti aderenti a Diplo-me e ciò rende più semplice l’accesso degli studenti al mondo universitario o del lavoro all’estero.
Lo scambio digitale di informazioni tra gli studenti e gli Enti avviene grazie alla tecnologia blockchain: infatti la validità delle transazioni (in questo caso il rilascio e la condivisione dei titoli di studio) è certificata da tutti i membri della rete (la piattaforma Diplo-me), la transazione è tracciabile, visibile a tutti i componenti della piattaforma e non modificabile senza il consenso di tutti i partecipanti. Questo meccanismo della blockchain, elaborato in origine per il commercio di bit-coin e oggi utilizzato in diversi settori, rende i dati inseriti nelle piattaforma Diplo-me immutabili, certificati, trasferibili, digitali.