mercoledì 17 maggio 2017
Presentato il bilancio di sostenibilità 2016: 40 milioni investiti per il miglioramento del profilo nutrizionale dei prodotti. Contemporaneamente il fatturato è aumentato del 2% rispetto al 2015.
Lo stabilimento di Barilla a Parma

Lo stabilimento di Barilla a Parma

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Quaranta milioni di euro investiti per migliorare il profilo nutrizionale dei propri prodotti, 150 ricette riformulate per via della eliminazione dell'olio di palma da tutti i prodotti da forno e 190mila tonnellate di grano duro sostenibile acquistato (il 30% in più rispetto allo scorso anno). Sono i numeri a confermare come, in occasione del suo 140esimo compleanno, Barilla si sia voluta regalare una crescita economica che viaggia sempre più a braccetto con la sostenibilità. Lo scorso anno il colosso della pasta ha raggiunto un fatturato pari a 3,413 miliardi di euro, in aumento del 2% rispetto a quello del 2015, al netto dell'effetto cambio. Il dato è stato diffuso in occasione della pubblicazione del bilancio di sostenibilità 2016 "Buono per te, Buono per il Pianeta", documento in cui si dà conto degli sforzi computi in chiave eco-friendly.

Quanto alle rivisitazioni, nel testo si comunica che per 150 prodotti il gruppo alimentare ha sostituito l’olio di palma con olii vegetali a minor contenuto di grassi saturi, in particolare, con quello di girasole. Dal 2010 ad oggi salgono così a 360 i prodotti riformulati per ragioni di sostenibilità. Nello stesso arco di tempo Barilla ha lanciato sul mercato 17 prodotti integrali nuovi o con un aumento della componente integrale e 11 novità della linea senza glutine.

Un capitolo a parte del bilancio è dedicato al grano duro, cioè all’ingrediente numero uno per realizzare spaghetti e rigatoni e ogni tipologia di pasta. La tipologia sostenibile – utilizzata il 30% in più nel 2016 – è coltivata secondo i metodi del "Decalogo per la coltivazione sostenibile del grano duro" e del sistema di supporto alle decisioni granoduro.net. La quota raccolta secondo questi criteri è passata dal 18% al 26% nel giro di 12 mesi, e ha coinvolto circa 1.500 agricoltori italiani (+13% rispetto al 2015). In questo modo le emissioni di gas serra e i costi di produzione si sono ridotti fino al 30% - sostiene Barilla - e c'è stato un aumento delle rese che ha toccato il 20%.

L’azienda punta a migliorare ulteriormente le perfomance quest’anno. L'obiettivo è arrivare a toccare le 250.000 tonnellate di grano duro sostenibile, pari a circa il 35% del fabbisogno totale. Sempre in merito all'approvvigionamento del grano duro, lo scorso anno Barilla ha introdotto i nuovi contratti di coltivazione di durata triennale, e non più annuale, per questa materia prima, valorizzando la produzione locale italiana.




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