mercoledì 1 gennaio 2025
Per i mercati finanziari anche il 2024 è stata un'ottima annata: il Ftse ha chiuso con un 12,6%. Unipol (+133%), Mps (+123%) e Bper (+102%) hanno raddoppiato il loro valore. Corre anche Leonardo
La sede della Borsa Italiana a Piazza Affari, a Milano

La sede della Borsa Italiana a Piazza Affari, a Milano - CC Flickr

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Unipol con un rialzo di oltre il 133% è la regina di Piazza Affari del 2024, Stm il fanalino di coda, mentre sono proseguiti incessanti gli acquisti sulle banche, non più legati ai tassi record ma a scommesse sulle prossime aggregazioni nel settore.

Sono questi alcuni dei verdetti del mercato azionario italiano al termine di un anno scandito da eventi cruciali come l'avvio di un ciclo di allentamento da parte delle banche centrali, la corsa a dotarsi di sistemi di intelligenza artificiale, l'escalation delle tensioni geopolitiche e la vittoria di Donald Trump alle presidenziali Usa. Nella classifica di Borsa 2024 spiccano infatti non solo titoli, ma anche temi destinati a riproporsi nell'anno nuovo, come appunto il consolidamento bancario, l'aumento delle spese per la difesa, le sfide commerciali aperte dalle mosse preannunciate da Trump negli Stati Uniti, ma anche la crisi globale dell'auto.

Per le aziende quotate nel complesso il 2024 è andato piuttosto bene, con un bilancio di +12,6% del Ftse Mib, sostanzialmente in linea con l'andamento dell'azionario europeo, su cui ha pesato tuttavia l'eccezione di Parigi, in leggero calo a causa del grave stallo politico. Le Borse mondiali hanno guadagnato il 20%, una media influenzata dal rally di Wall Street (+30% circa per il Nasdaq, solo un po' più indietro l'S&P 500 e il Dow Jones). Bene anche Tokyo, con una performance del +19,2%, mentre i guadagni sono stati un po' più contenuti per la Cina, in parte preoccupata per le sorti dell'economia, ma anche supportata da grandi aspettative su un maxipiano di stimolo governativo.

Fra i singoli titoli, a livello internazionale, svettano ancora i tecnologici americani e in particolare Nvidia, la big dei microchip per l'intelligenza artificiale, riuscita a triplicare il suo valore negli ultimi 12 mesi, ma anche Tesla, quasi raddoppiata nonostante la frenata dell'auto. Nuovi massimi storici inoltre per Apple. Fra le azioni europee, Siemens Energy (+300%) ha raccolto i frutti del salvataggio pubblico e di un radicale processo di rilancio seguito a perdite miliardarie nella divisione pale eoliche; in grande spolvero l'industria delle armi, guidata dalla norvegese Kongsberg e dalla tedesca Rheinmetall, recente alleata di Leonardo.

Tornando a Piazza Affari, come detto, a guidare la classifica del Ftse Mib sono le azioni Unipol con un rialzo di +133,05%. La compagnia bolognese ha beneficiato innanzitutto della fusione della controllata UnipolSai, operazione a lungo attesa dal mercato che ha rilanciato le ambizioni del gruppo assicurativo. Inoltre, Unipol è uno dei principali investitori nell'universo bancario, in virtù delle quote da azionista di riferimento in Bper (+102,7% e terzo gradino del podio) e Popolare di Sondrio (+38,9%), con cui da anni ha stretto solide partnership di bancassicurazione. La recente offerta di Unicredit (+56,8%) su Banco Bpm (+63,4%) ha così riacceso la speculazione su una potenziale fusione tra l'istituto modenese e quello valtellinese. Bper potrebbe anche farsi avanti su Mps, già al centro dei progetti del Tesoro per un terzo polo bancario. La banca senese con un +123,4% è seconda nella classifica delle blue chip, proseguendo il suo recupero dopo il +60% circa rimediato l’anno scorso. Al quarto posto si piazza Leonardo (+73,6%), che negli ultimi tre anni ha quadruplicato il suo valore in scia alle tensioni geopolitiche. L’ex Finmeccanica in tempi recenti ha inoltre approfittato delle ipotesi di un disimpegno “isolazionista” dell’amministrazione Trump nell’ambito della Nato. Stando alle indiscrezioni il presidente eletto degli Stati Uniti vorrebbe chiedere agli stati europei di aumentare la spesa per la difesa dal 2% fino al 3,5%-5% del Pil: in tale scenario, gli analisti ricordano come l’Europa rappresenti circa la metà dei ricavi di Leonardo, mentre la difesa rappresenta il 75% dei ricavi.

I piani di Trump per le infrastrutture hanno invece premiato Saipem (+70,7%), Prysmian (+49,8%) e Buzzi (+29,2%). Stellantis (-40,5%) ha invece pagato la crisi delle vendite, soprattutto sul mercato americano, ma recentemente anche la minaccia di dazi Usa al Messico, che è il primo Paese di esportazione di veicoli del gruppo verso gli Stati Uniti. La frenata delle quattro ruote ha colpito però soprattutto Stmicroelectronics: il gruppo italo-francese dei semiconduttori è arrivato a dimezzare quasi (-46,9%) il suo valore di Borsa nel 2024, pagando l'esposizione al settore auto. Fra i maggiori colossi di Piazza Affari, da segnalare la performance negativa di Eni (-14,7%) in scia alle quotazioni del petrolio, mentre Enel archivia l'anno in leggero guadagno (+2,3%) e Telecom (-16,2%) è ancora in cerca di riscatto.

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