mercoledì 26 febbraio 2025
José Gregorio Hernández Cisneros sarà il primo canonizzato del Paese. La gioia dei vescovi venezuelani
Giuseppe Gregorio Hernández (Isnotú, 26 ottobre 1864 – Caracas, 29 giugno 1919)

Giuseppe Gregorio Hernández (Isnotú, 26 ottobre 1864 – Caracas, 29 giugno 1919) - Wikipedia

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L'attesa è finita: il medico del popolo, José Gregorio Hernández Cisneros, sarà canonizzato insieme al fondatore e benefattore del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, il beato Bartolo Longo. L'annuncio è giunto ieri, martedì 25.

Monsignor Jesus Gonzalez de Zarate Salas, presidente della Conferenza episcopale venezuelana, ha commentato l'avvenimento con Avvenire come «un regalo del Signore» e una notizia «attesa a lungo da tutta la nazione, che riempie tutti di gioia». Per Gonzalez, la canonizzazione del «primo santo venezuelano» porta con sé «la responsabilità di emulare l'impegno di un cristiano integrale, un cittadino esemplare» che si è preoccupato «del bene del prossimo e che tuttora accompagna la fede del nostro popolo».

Hernández Cisneros nacque il 26 ottobre 1864 nella piccola località di Isnotú, nello stato di Trujillo delle ande venezuelane, e morì a soli 46 anni, a Caracas, il 29 giugno 1919, uscendo da una farmacia della capitale.

Pochi mesi prima si era chiusa la stagione della febbre spagnola, che in Venezuela aveva mietuto 80mila di vittime di cui 1.500 solo a Caracas. Hernández era stato ingaggiato nell'apposita Commissione di "soccorso nazionale" che aveva il compito di mitigare gli effetti della pandemia nel Paese. Vi facevano parte anche monsignor Felipe Rincón González, allora arcivescovo di Caracas, il medico Luis Razetti e altre personalità. Ma la febbre spagnola non era l'unica sfida dell'epoca. Il Paese, privo di servizi essenziali, era dilaniato da tuberculosi, dissenteria e altre malattie che diventano endemiche nelle zone più remote. «Faceva lunghe camminate per visitare i pazienti», ha commentato José Francisco Gonzalez Cruz sottolineando che le sue giornate iniziavano con la Messa del mattino e proseguivano con «l'assistenza ai malati e l'insegnamento universitario, dedicandosi alla formazione di futuri medici».

Ai più poveri offriva cure gratuite e li sosteneva nell'acquisto di medicine. Dal dicembre 1899 Hernàndez era diventato Terziario francescano associato alla fraternità della chiesa della "Virgen de las Mercedes", retta dai cappuccini. Fu anche tra i promotori della medicina scientifica nel Paese, introducendo discipline allora sconosciute nel Pensum dell'Universidad central de Venezuela tra cui Istologia normale e patologia e fisiologia sperimentale e batteriologica. Ma la sua non fu una storia priva di frustrazioni. Già nel 1907 Hernández aveva provato ad abbandonare la medicina per diventare religioso. E lo fece nella Certosa di Farneta, ma dovette abbandonare pochi mesi dopo per motivi di salute. Ritentò quella strada nel collegio Pio Latino Americano di Roma, ma rientrò a Caracas due anni dopo sempre per motivi di salute.

La venerabilità di Hernandez è stata dichiarata 66 anni dopo la morte, il 16 gennaio 1986 sotto il pontificato di Giovanni Paolo II ed è stato beatificato il 30 aprile nella chiesa di San Giovanni Battista, presso l'Istituto "La Salle" di Caracas", in un rito presieduto dall'allora nunzio apostolico Aldo Giordano. Il miracolo verso la beatificazione è stato l'improvviso recupero di Yaxury Solorzano, classe 2006, sopravvissuta contro ogni pronostico a una ferita da arma da fuoco. Ore prima della beatificazione, papa Francesco lo aveva definito un «credente, discepolo di Cristo, che ha fatto del Vangelo il criterio della sua vita».

Ora, in attesa del Concistoro, il Santuario a lui dedicato, a Isnotú, diventa una capitale della fede per i pellegrini dell'America Latina.

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