L’informazione religiosa, e come renderla attraente, è stata al centro della cerimonia di consegna - ieri a Roma, presso l’università Santa Croce - del premio intitolato a Giuseppe De Carli, il vaticanista scomparso 10 anni fa. «Ciò che rende attraente il fatto religioso è l’incontro», ha sottolineato nel saluto iniziale Alessandro Gisotti, vicedirettore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, ricordando proprio l’esempio di De Carli che viveva il lavoro di giornalista «come se si trattasse di un vero e proprio apostolato».
La successiva tavola rotonda, moderata da Giovanni Tridente, ha visto l’intervento di Barbara Carfagna, giornalista, autrice e conduttrice Rai che ha tracciato un suggestivo e articolato “viaggio” attorno al fatto religioso - inteso soprattutto come domanda - ora sempre più presente nell’universo tecnologico.
L’importanza di una comunicazione sempre più credibile, senza la quale «rischiamo di essere consegnati mani e piedi ad una sorta di alluvione informativa che ieri era nelle mani dei potentati economici e politici e oggi di quel grande mondo tecnologico, che rischia di essere un soggetto senza testa» è stata ripresa e sottolineata da Domenico Pompili, vescovo di Rieti e presidente della Commissione episcopale Cei per la cultura e le comunicazioni sociali. «Anche le tecnologie hanno un rimando religioso -– ha detto monsignor Pompili – e quando usiamo il pc abbiamo a che fare con parole tipo “salvare” e “giustificare” che sono religiose». Ma di converso è anche vero, ha aggiunto il presule, che «le varie tecnologie han- no cambiato la mentalità del giornalista, che si è trasformato da narratore, che dovrebbe raccontare i fatti andando in giro, a un “duplicatore”, le cui fonti sono disperse nell’etere». Pompili ha poi stigmatizzato quella «pressione ideologica» che oggi porta il giornalista «ad adeguarsi al mainstream».
Alla presenza tra gli altri del direttore di “Avvenire” Marco Tarquinio, sono stati infine consegnati i primi premi: a Lucia Capuzzi, inviata di Avvenire, per il reportage “Tanta è già in piedi: il terrore non vincerà” sull’attentato terroristico alla chiesa copta egiziana di Mar Girgis, e a Laura Galimberti di Tv2000, sull’opera dei Lasalliani per strappare i giovani all’analfabetismo e alla delinquenza a Scampia: “Varchi di luce. Viaggio intorno alla misericordia: Scampia”. Il premio “Giovane promessa” è andato al fotografo Daniel Ibáñez Gutiérrez (Ewtn-Cna), quello alla carriera a Vincenzo Quaratino (Ansa). Riconoscimenti anche a Anthony Faiola, Chico Harlan e Stefano Pitrelli (The Washington Post), Paola Russo di Padre Pio Tv.