Proprio sugli ambienti di formazione si concentra Serafini: «Luciani non è il frutto di un caso o di una speciale combinazione genetica»; a prescindere dall’opera della Grazia, per quel che riguarda i suoi imprinting «tutti i suoi educatori, la mamma Bortola, don Filippo Carli, padre Felice Cappello, hanno avuto per maestro don Antonio Della Lucia e il fermento culturale e sociale della pieve di Forno di Canale tra Ottocento e Novecento». Un museo retrospettivo? Tutt’altro. «Le ultime sale – conclude Serafini – guardano al futuro di papa Luciani, un futuro iniziato da Giovanni Paolo II e dal ricordo del suo predecessore; ci sono pannelli dedicati al Luciani di Benedetto XVI, del cardinale Lorscheider, infine al Luciani rivissuto da papa Francesco». Il museo stesso è in divenire: sono in via di realizzazione il Centro studi e un’area per scolaresche, dove i ragazzi del catechismo, cui tanto si dedicò Luciani nel suo ministero, potranno continuare ad averlo come educatore. Il Musal si trova nell’edificio già sede del Municipio (più amministrazioni comunali di Canale d’Agordo hanno investito sul progetto) e comprende anche una biblioteca specialistica.
Viaggio nel nuovo Museo a Canale d'Agordo. Oggetti, documenti e video per ripercorrerà la storia di quest'uomo che per 33 giorni fu sul soglio di Pietro.
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Chiesa
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