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Il centro allestito a Shengyn in Albania - ANSA
I migranti irregolari in Italia potranno essere portati anche nel Centro di permanenza per il rimpatrio in Albania, come in qualsiasi altro Cpr italiano. Dopo due ore di Cdm il Consiglio dei ministri ha approvato - tra gli altri interventi- anche il decreto Albania, con cui il governo intende «ampliare le funzioni» dei due centri costruiti grazie al protocollo con Tirana, dandogli anche la funzione di centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr). In un decreto di un solo articolo, ha spiegato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, «si interviene sulla legge di ratifica del protocollo Albania permettendo di utilizzare in particolare la struttura già esistente per le persone in attesa di espulsione senza perdere le altre funzioni, tipo quella dell’accoglienza di chi viene soccorso in mare». Abreve, ha aggiunto in conferenza stampa, «contiamo di renderlo operativo con la possibilità di trasferimento dall’Italia di persone che hanno già un decreto di espulsione, aggiungendosi insomma alla rete dei Cpr italiani».
La cittadinanza
Dalla mezzanotte «cambiano le regole, grazie all’approvazione di un decreto legge e due disegni di legge». Tre provvedimenti che fanno diventare la cittadinanza «una cosa molto seria – spiega il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani – con cui diamo una risposta concreta alle amministrazioni locali, permettiamo ai nostri consolati di lavorare per tutelare i nostri concittadini». Prima novità sono il cambiamento delle regole della cittadinanza per discendenza, dando «un colpo serio a chi puntava a fare affari con la cittadinanza, come quelle agenzie che miravano a promuovere la cittadinanza per altri motivi, come quelli sanitari». Con l’approvazione dello ius sanguinis infatti «ovviamente non si toglie il passaporto a chi l'ha già ottenuto onestamente, ma non ci saranno sanatorie», ha aggiunto, ribadendo che «si diventa cittadini se si hanno fino ai nonni italiani». Si insiste, insomma, molto sul legame affettivo con il nostro Paese che deve essere rafforzato nel tempo. Con la riforma della cittadinanza perciò si vuole «favorire l'immigrazione di ritorno» e «chi si sente legato all'Italia», combattendo gli «abusi», ha aggiunto Tajani.
Riforma delle amministrazioni straordinarie
Il Cdm ha approvato anche la legge delega per una riforma organica delle amministrazioni straordinarie e delle cooperative. Si tratta di un provvedimento che, da un lato, semplifica la disciplina dell'amministrazione straordinaria e ne rende più efficiente la gestione e, dall'altro, aggiorna il quadro legislativo per gli enti cooperativi e mutualistici, adattandolo alle nuove dinamiche dell'attuale contesto economico e sociale.« Con questa legge rendiamo più efficiente il sistema delle amministrazione straordinaria – ha spiegato il ministro per le Imprese e Made in Italy Alfonso Urso - si mette anche un tetto ai compensi di 240mila euro l'anno per i commissari, salvo casi straordinari. Poi viene data organicità alla normativa sulle cooperative, attraverso una legge delega che dovrà passare per il Parlamento». In questi due anni, ha aggiunto, «abbiamo già cancellato oltre 30mila cooperative che non avevano nemmeno depositati i bilanci. Questo a beneficio delle cooperative vere e che operano. Taglieremo tutto il sottobosco che ha operato in questi anni».
Le novità per la facoltà di Medicina
Il Consiglio dei ministri ha approvato il primo decreto legislativo attuativo della legge delega per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in Medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria. La riforma prevede l'abolizione del test d'ingresso con la previsione di un semestre ad accesso libero e il superamento del numero chiuso, così come lo abbiamo conosciuto fino a oggi, con la previsione di una programmazione più dinamica con conseguente aumento graduale e sostenibile dei posti disponibili (+30mila dal 2023 nell'arco dei successivi 7 anni) con il conseguente rafforzamento del Sistema sanitario nazionale. «Abbiamo già 30mila posti in più a disposizione dal 2023 e ogni anno continueremo ad aprire. Sarà un'apertura inarrestabile», ha detto la ministra dell'Università e la ricerca, Anna Maria Bernini, spiegando che «non è vero che abbiamo postergato il numero chiuso», ma ha rivendicato la scelta di averlo superato con un'apertura «progressiva e sostenibile». Si tratta di «una riforma rivoluzionaria perchè i test non erano formanti ma selettivi, e perch» con il semestre caratterizzante noi facciamo entrare tutti gli studenti che si iscrivono, e questa è la parte rivoluzionaria».
Stop ai diplomifici
Il governo ha anche approvato novità in campo scolastico, approvando il decreto per l'attuazione delle misure del Pnrr in materia di istruzione per l'avvio dell'anno scolastico 2025/26, che contiene «diverse norme importanti: l'articolo uno consente il raggiungimento di un importante target del Pnrr, la riforma dell'istruzione tecnica», ha sottolineato il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, nel corso della conferenza stampa al termine del Cdm, confermando la possibilità di garantire la copertura dei docenti con i candidati idonei ai concorsi Pnrr fino al 30% e l’introduzione di nuovi fondi, circa 820 milioni, per il nuovo piano di asili nido. Sul fenomeno dei cosiddetti "diplomifici", il ministro ha ricordato che «si è notevolmente ridotto anche grazie alle misure adottate lo scorso anno e anche grazie all'accordo con la guardia di finanza, con le nuove norme che andiamo ad approvare non sarà più possibile fare 4 anni in uno, ci sarà l'obbligo del registro elettronico, e per fare due anni in uno ci sarà una commissione di valutazione presieduta da un docente esterno».
Piano di Riqualificazione
Il Consiglio dei ministri ha approvato la proposta del piano straordinario che riguarda la riqualificazione di nuove otto nuove realtà che «sono state attenzionate perchè hanno specifiche vulnerabilità. Un piano che si è ispirato a Caivano» - ha sottolineato in conclusione Fabio Ciciliano, capo del dipartimento della Protezione Civile -Parliamo di un modello operativo che prevede la durata di 3 anni, con una capacità di spesa di 180 milioni. Durante l'interlocuzione con gli enti locali, alcune di queste otto realtà hanno voluto utilizzare fondi propri di bilancio per la gestione di alcune progettualità.