“Una miopia tipicamente italiana, una visione riduttiva”. Il vescovo Gianni Ambrosio, a capo della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, commenta così, in un'intervista rilasciata ad Alessandro Guarasci di Radio Vaticana, le polemiche sollevate da una parte della sinistra sull’esenzione dell’Imu per le scuole paritarie che hanno rette sotto il costo medio per studente. Il vescovo definisce “importante”, invece, la decisione del governo.
"Solo una visione riduttiva, direi una visione miope, non arriva a riconoscere l’importanza di queste scuole che sono inserite nel sistema scolastico nazionale, ne fanno parte a tutti gli effetti, per legge. È un servizio sociale che viene svolto, che evita costi allo Stato se questi ragazzi andassero nella scuola gestita dallo Stato. Tutto ciò mi pare significhi che c’è la necessità di riconoscere che è un servizio importante, fondamentale. Credo che questa decisione sia quanto mai importante proprio per evitare la chiusura; tutto andrebbe poi a carico dello Stato con spese insopportabili da parte dello Stato stesso". I critici dicono: “Bisognava dare quei soldi alle scuole statali”. Insomma il problema è sempre una contrapposizione scuola statale e scuola non statale. Questo non avviene negli altri Paesi europei… Esattamente, questa è una miopia tipicamente italiana: una visione riduttiva che non arriva a comprendere come la scuola può essere gestita da parte dello Stato, come può essere gestita, e lo era in passato, da parte del comune, così può essere gestita dalla stessa società civile nelle sue diverse espressioni ed articolazioni. Sarebbe bello che anche l’Italia da questo punto di vista entrasse un po’ di più nell’orizzonte europeo. Per quanto riguarda i finanziamenti alle scuole paritarie come arrivano e quando arrivano? Ci sono ritardi e questi ritardi quali problemi comportano? Prima di tutto il grosso problema è quello dell’incertezza: se questi fondi vengono effettivamente destinati e anche la quantità. Quindi questa incertezza crea molte difficoltà nella gestione concreta. E poi non dimentichiamo che vi sono i ritardi e soprattutto questi fondi sono molto parziali e molto limitati rispetto alla spesa complessiva che il gestore scolastico deve provvedere per poter pagare gli insegnanti, per poter tenere i locali a posto, funzionanti, in regola, molto di più, spesso, che non rispetto a scuole gestite dallo Stato. C’è anche questa difficoltà. È uno sforzo grande che viene fatto e purtroppo non viene compreso.