Una madre in carcere - Ansa
Si chiama Aslan e non ha neanche un mese. È stato in carcere, a Torino, in attesa che un magistrato si pronunciasse sulla sua sorte e su quella della madre, una giovane romena detenuta «senza essere stata condannata e soprattutto senza aver visto ancora un avvocato». A scoprirlo, ieri, è stato il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Marco Grimaldi, durante una visita alla casa circondariale “Lorusso e Cotugno”. Il parlamentare si è appellato al ministro della Giustizia Carlo Nordio «affinché intervenga subito» per «sanare una situazione inaccettabile».
E così è stato: questa mattina la giovane mamma con il suo piccolo è stata trasferita dal penitenziario all'Icam, l'istituto a custodia attenuata per madri detenute attiguo alla casa circondariale e dedicato proprio alle donne detenute con figli. Il trasferimento è stato disposto in seguito all'ordinanza emessa dal Gip di Pistoia, dopo che ieri la direzione del carcere si era immediatamente attivata chiedendo lo spostamento all'autorità giudiziaria competente e individuando la struttura.
«Da subito la direzione dell'istituto aveva chiesto lo spostamento e immediatamente, già nella giornata di ieri, era stato individuato l'istituto di Custodia attenuata per detenute madri di Torino. Appena arrivato il provvedimento del giudice competente si è provveduto allo spostamento», sottolinea un comunicato del ministero della Giustizia.
Nello stesso carcere torinese, però ci sarebbe un’altra donna con 2 figli, di 1 e 3 anni. Questi bambini, aveva spiegato Grimaldi, non dovrebbero trovarsi dietro le sbarre e «chiediamo al governo e alla maggioranza di tornare indietro sul veto che hanno posto alla proposta di legge delle opposizioni che puntava a tutelare le madri detenute».
A marzo dell’anno scorso, in commissione Giustizia della Camera, il centrosinistra fu costretto a ritirare la proposta che dava la possibilità alle donne con figli entro i 3 anni di stare in case famiglia anziché in carcere. Il centrodestra, infatti, presentò emendamenti sulla perdita della patria potestà per recidiva e abrogazione del differimento della pena per donne incinte o con figli minori di un anno. Una norma che lo stesso governo ha poi inserito in un cosiddetto “pacchetto sicurezza” a novembre, approvato in Consiglio dei ministri, ma «mai arrivato in Parlamento », denuncia la dem Serracchiani, che aggiunge: « Abbiamo chiesto di poter leggere il testo, ma ci è stato detto che non è disponibile. Un vero mistero». Nessun giallo, assicura invece il sottosegretario leghista all’Interno Nicola Molteni: « Siamo pronti a discutere il provvedimento appena sarà calendarizzato».