domenica 6 aprile 2025
Gli amministratori di 25 perle italiane, da Capri a Cortina d’Ampezzo, si sono incontrati per affrontare il tema della sostenibilità dei grandi flussi di visitatori. È nata così la “Carta di Amalfi”
L’affollatissima spiaggia di Polignano a Mare, uno dei Comuni che ha firmato la “Carta di Amalfi”

L’affollatissima spiaggia di Polignano a Mare, uno dei Comuni che ha firmato la “Carta di Amalfi” - .

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Il turismo di massa impatta sempre più sulle comunità e sui luoghi. Tanto che località che hanno fatto del turismo la loro principale economia cominciano a vederlo ormai non più solo come un’opportunità, ma come un problema. Per questo motivo, 25 amministratori di piccoli Comuni simbolo del Belpaese si sono dati appuntamento ad Amalfi (Salerno) per discutere di sostenibilità dei flussi turistici. Dal summit in Costiera amalfitana è nata la “Carta di Amalfi per un nuovo rapporto tra destinazioni turistiche e comunità residenti”.

Solo per citarne alcuni, i sindaci di Arzachena, (nel cui territorio rientra Porto Cervo), Capri, Cortina d’Ampezzo, Courmayeur, Pinzolo (Madonna di Campiglio), Polignano a Mare, chiedono, nel documento che hanno firmato, più poteri e strumenti per poter gestire gli arrivi sul proprio territorio, in molti casi piccolo ma alle prese con un’enorme pressione turistica durante specifici periodi dell’anno, di fronte alla quale gli amministratori si trovano con le armi spuntate. Tra le proposte emerse nel summit di Amalfi c’è l’istituzione delle Zone turistiche speciali (Zts), caratterizzate da un’affluenza che eccede sistematicamente la capacità ricettiva, infrastrutturale e di ordine pubblico dei territori interessati, impattando sull’equilibrio economico, sociale e ambientale locale. I sindaci avrebbero così quei poteri speciali necessari a gestire la circolazione, l’accesso alle zone turistiche e i flussi pedonali. Potrebbero, per fare un esempio, limitare l’accesso a certe aree o regolare gli orari di ingresso, con ordinanze motivate e basate su dati documentati di pressione turistica.

Non solo. Tra le principali richieste che i primi cittadini rivolgono al governo c’è anche quella di avere più poteri normativi per fronteggiare i picchi di arrivi nelle loro località, potendo intervenire sugli arrivi di veicoli, treni, imbarcazioni, attraverso forme di concertazione con gli enti locali, che tengano conto degli spazi disponibili e delle infrastrutture di ricezione effettivamente esistenti. L’ampliamento degli strumenti a disposizione richiesto dagli amministratori consentirebbe loro anche di disciplinare l’offerta di posti letto turistici, evitando la concentrazione in zone che dimostrano «elevati indici di turisticità». Uno dei problemi di tutti i piccoli Comuni alle prese con l’iperturismo è il poco personale a disposizione, calcolato sulla popolazione residente, non sulle necessità del territorio. Per questo, tra le proposte contenute nella “Carta di Amalfi”, occupa un posto di rilievo quella volta a ottenere «maggiore flessibilità nelle assunzioni di personale a tempo determinato − in particolare per il controllo del territorio – e, più in generale, di personale per la gestione degli elevati afflussi, ad esempio personale preposto all’informazione turistica e alla pulizia dei luoghi». Tutte figure che oggi sono «agganciate a vincoli anacronistici e assolutamente non rispondenti alle esigenze dei Comuni turistici».

Ma gli amministratori dei 25 centri che si sono riuniti ad Amalfi chiedono anche «maggiore flessibilità nella fiscalità locale per avere leve finanziarie idonee a gestire le esigenze connesse con i significativi flussi turistici». «Riconoscere la specificità di questi Comuni, che oggi vedono tarate le loro dotazioni organiche e gli spazi di manovra su criteri squisitamente demografici, è essenziale – osserva il sindaco di Amalfi, Daniele Milano −. La grande novità di questo summit è che mette al centro l’accoglienza e il benessere delle comunità residenti, con l’obiettivo di ricercare il migliore equilibrio possibile attraverso la condivisione delle migliori esperienze maturate in Italia. Le realtà turistiche, con la loro specifica complessità, hanno tuttavia bisogno di maggiori strumenti per poter essere governate efficacemente». Il primo cittadino amalfitano cita un caso in cui le istanze dei territori hanno già incontrato l’ascolto del governo e lancia un auspicio. «L’introduzione della “Ztl territoriale” nel Codice della strada – osserva Milano − è un esempio vincente di come l’interlocuzione tra istituzioni possa dare risposte concrete ai problemi patiti nei territori. Siamo certi che la partecipazione al summit di Amalfi di esponenti del governo, del Parlamento italiano ed europeo, senza dimenticare il sostegno all’iniziativa manifestato dal ministro del Turismo, Daniela Santanché, rappresentino le garanzie per un confronto serio e costante su temi divenuti ormai cruciali».

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