Le religioni insieme contro il traffico di esseri umani. Di ritorno dal viaggio in Turchia – dove ha incontrato esponenti ortodossi, musulmani ed ebrei – papa Francesco ha compiuto oggi un altro passo nel percorso di collaborazione con le altre confessioni religiose in difesa della dignità umana. Questa mattina infatti ha firmato in Vaticano, insieme ai rappresentanti delle altre religioni mondiali – anglicani, ortodossi, buddisti, indù, ebrei e musulmani – una dichiarazione comune per l’impegno delle fedi all’eliminazione entro il 2020 della schiavitù moderna e della tratta.
Il Papa e i leader religiosi insieme contro la tratta: firmata la dichiarazione congiunta (TESTO) in Vaticano. Francesco: crimine di lesa umanità (IL TESTO DEL DISCORSO).
Un cammino di giustizia di Giovanni Paolo Ramonda
Un cammino di giustizia di Giovanni Paolo Ramonda
Nel suo discorso, papa Francesco, seduto insieme agli altri capi delle maggiori religioni del mondo, è tornato a condannare con la massima durezza ogni forma di "moderna schiavitù" definendo tutte le sue espressioni (dalla tratta di esseri umani al "lavoro schiavizzante" anche dei bambini) un "delitto aberrante" ed un "crimine di lesa umanità".Una iniziativa definita "storica", dallo stesso Pontefice, che impegna le religioni e le confessioni cristiane a lavorare insieme contro la schiavitù in ogni sua forma e che vede ancora oggi, ha detto il Papa nel suo discorso, "decine di milioni di persone incatenate" a questa disperata condizione". "Dio è amore che si incarna in ogni essere umano - ha ricordato Francesco - Ognuno è uguale e deve vedersi riconosciuta la stessa libertà e dignità". Il loro mancato riconoscimento, ha quindi aggiunto, "rappresenta un delitto aberrante" per quella che si presenta come una "schiavitù moderna", "un crimine di lesa umanità con vittime di tutte le condizioni, ma soprattutto tra i più poveri". Francesco ha, quindi, parlato di "flagello atroce presente in grande scala in tutto il mondo, compreso nel turismo", citando mali quali la prostituzione, la tratta delle persone, il lavoro forzato e quello minorile, la vendita degli organi". Una realtà che, purtroppo, "si aggrava ogni giorno di più". Il Papa, quindi, ha chiamato alle loro responsabilità sia i governi che l'opinione pubblica chiedendo loro di "elevare lo standard della vita spirituale e la visione liberatrice" dell'uomo. "Non possiamo tollerare - ha quindi concluso - che l'immagine del Dio vivo sia sottomessa" a questa aberrante realtà.La storica iniziativa è stata promossa a nome di papa Francesco e del primate anglicano Welby, in occasione della Giornata internazionale per l’abolizione della schiavitù, dalla Global Freedom Network (Gfn), la rete mondiale basata sulla religione con lo scopo di debellare la tratta in tutto il mondo, presentata il 17 marzo scorso in Vaticano. Le firme dell’impegno comune sono state apposte in una cerimonia ufficiale nella Casina Pio IV, in Vaticano, sede della Pontificia Accademia delle Scienze. Alla cerimonia della firma si sono collegati in videoconferenza anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon e il patriarca ecumenico Bartolomeo I. La firma è stata suggellata da un lungo e caloroso applauso.
E oggi è la prima volta che i leader della Chiesa cattolica, anglicani e ortodossi, buddisti, indù, ebrei e musulmani, si impegnano insieme contro la schiavitù. Nella dichiarazione comune (IL TESTO) il Papa e gli altri leader religiosi sottolineano che la tratta di esseri umani, finalizzata al lavoro forzato, alla prostituzione e al traffico di organi, è un crimine contro l’umanità e dev’essere riconosciuta da tutte le nazioni. Un impegno che dovrà ispirare l’azione sia spirituale che pratica di tutte le confessioni.I firmatari del documento sono per la Chiesa cattolica papa Francesco; per gli anglicani l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby; un rappresentante indù e due buddisti, tra cui il sommo sacerdote della Malaysia; per l’ebraismo il rabbino capo David Rosen e l’altro rabbino Abraham Skorka, vecchio amico di papa Bergoglio; per gli ortodossi, in rappresentanza del patriarca ecumenico Bartolomeo, incontrato dal Papa a Istanbul, il metropolita Emmanuel di Francia; per i musulmani, il sottosegretario di Al-Azhar Abbas Abdalla Abbas Soliman in rappresentanza del grande imam Mohamed Ahmed El-Tayeb, e i grandi Ayatollah Mohammad Taqi al-Modarresi e Sheikh Basheer Hussain al Najafi (rappresentato dal consigliere speciale Sheikh Naziyah Razzaq Jaafar), oltre all’argentino Sheikh Omar Abboud, anch’egli amico di papa Francesco. Hanno presenziato numerosi leader di organizzazioni internazionali, tra cui Andrew Forrest della Walk Free Foundation, partner di Gfn, organizzazioni della società civile e imprese. Al tema il Papa dedica anche il Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Pace, sotto il titolo «Non più schiavi, ma fratelli».
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