Vaccinazioni a Torino, nel parcheggio dell'Allianz Stadium - Ansa
Nello stabilimento della Catalent di Anagni ci sono 29 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca pronte per essere spedite nel Regno Unito e scoperte dalle autorità italiane in seguito ad un'indagine scattata su segnalazione della Commissione Europea. Lo scrive "La Stampa" in un articolo da Bruxelles nel quale si afferma che le "manovre di Astrazeneca sono state scoperte grazie alla visita del commissario Thierry Breton nello stabilimento di Leida, nei Paesi Bassi, gestito dalla Halix", uno dei due impianti in Ue
utilizzati dalla casa farmaceutica per produrre il farmaco.
Quello stabilimento, sostiene La Stampa, è in grado di produrre 5-6 milioni di dosi al mese e ha iniziato la produzione a settembre scorso. Secondo fonti Ue parti di quelle dosi "è molto probabile che in una prima fase siano state spedite nel Regno Unito" ma il flusso si sarebbe interrotto il 1 febbraio quando è entrato in vigore il regolamento Ue per il controllo dell'export.
Non avendo avuto risposte dall'azienda su che fine avessero fatto le dosi, il commissario francese ha segnalato la vicenda alle autorità italiane che hanno avviato un'ispezione alla Catalent, dove viene infialato il farmaco.
"Il primo rapporto spedito a Bruxelles - scrive il quotidiano - dice che nei frigoriferi dei capannoni del sito laziale ci sono 29 milioni di dosi del vaccino. Fonti Ue spiegano che probabilmente non tutte sono state prodotte da Halix, ma si tratta comunque di fiale già spedire nel Regno Unito e non nei paesi dell'Unione europea" nonostante i ritardi nelle consegne concordate con Bruxelles.
AstraZeneca replica che ci sono nello stabilimento di Anagni "altri 16 milioni di dosi di vaccino in attesa del rilascio del controllo di qualità e destinate all'Europa. Quasi 10 milioni di dosi saranno consegnate ai paesi dell'Ue durante l'ultima settimana di marzo, il saldo ad aprile, poiché le dosi sono state approvate per il rilascio dopo il controllo di qualità".
AstraZeneca, precisa di voler "chiarire alcune dichiarazioni inesatte relative alle dosi di vaccino nello stabilimento di Anagni". La richiesta di ispezione al sito di Anagni sulle dosi di AstraZeneca "è stata avviata dal commissario dell'Ue Breton che ha sottolineato l'importanza della piena trasparenza sul numero di dosi che vengono prodotte nei siti europei di AstraZeneca. La Task Force è in attesa di conferma sull'esatta provenienza dei lotti individuati ad Anagni", spiegano fonti della Commissione. Dall'ispezione dei Nas i lotti sono risultati con destinazione Belgio.
Sulla questione il premier Mario Draghi, alla Camera ha affermato: "Sabato sera ricevo una telefonata dal presidente della commissione europea segnalandomi alcuni lotti che non tornavano nei conti della Commissione e che sarebbero stati giacenti presso lo stabilimento della Catalent di Anagni, che infiala i vaccini. Mi si suggeriva di ordinare un'ispezione. La sera stessa ho chiesto a Speranza di inviare i Nas, che sono andati immediatamente e la mattina hanno identificato i lotti in eccesso. Sono stati bloccati e ne sono partiti due, in Belgio, alla casa madre, Astrazeneca". Ma "da dove andranno da lì non so".
Al centro del braccio di ferro le consegne disattese e i ritardi continui di AstraZeneca: dei 120 milioni di dosi prenotati dall’Ue per il primo trimestre solo 30 infatti sono state confermate agli Stati membri. E ad oggi, di queste, già consegnate solo circa la metà. Un taglio vertiginoso quindi, per Bruxelles e per tutti i governi ansiosi di ricevere le tanto attese dosi.
Non altrettanto è avvenuto, invece (questa l’accusa dell’Europa) per le consegne destinate a Londra. Il dubbio è che le fiale di Anagni siano così destinate per il governo britannico, pronto ad avviare con le seconde dosi della campagna di massa.
L’Europa e i suoi stati membri non ci stanno, forti anche della norma che blocca l’export dei vaccini prodotti sul suolo europeo. «È una situazione completamente inaccettabile» tuona la Francia. Anche l’Olanda (dove viene prodotto il vaccino AstraZeneca nello stabilimento di Halix, ndr) è pronta a bloccare l’esportazione di vaccini, «se la Commissione Ue lo richiede».
Anziano cede il vaccino a ragazza malata di tumore
Giuseppe Trapasso ha 85 anni, è grande invalido di guerra, e pur essendo per la sua età tra i destinatari prioritari delle vaccinazioni non ci ha pensato due volte a rinunciare all'immunizzazione a favore di una ragazza di 23 anni, paziente oncologica, che ha potuto così ottenere la prima dose. A raccontare una bella storia di solidarietà intergenerazionale sbocciata tra Gimigliano e Cicala, due comuni a non molta distanza l'uno dall'altro in provincia di Catanzaro, è stato il giornale online La Nuova Calabria".
Trapasso, ex minatore, non ha esitato a comunicare la propria decisione al medico curante che, essendo un oncologo, ha individuato la possibile candidata, la ventitreenne in cura all'ospedale Bambin Gesù di Roma, a ricevere la dose generosamente ceduta.
Malati fragili, vaccinazioni in ritardo
Sono 6.025 i pazienti oncologici ed ematologici già vaccinati contro Covid-19 nel Lazio e per alcuni sono partiti anche i richiami per la seconda dose. In Veneto i pazienti oncologici immunizzati sono ad oggi 3.400 mentre in Calabria sono 1.500. Sono queste le tre Regioni al momento "più avanti" con le vaccinazioni per tali categorie di malati fragili. Il dato emerge da un'indagine condotta dalla Federazione oncologici, cardiologi, ematologi (Foce).
Quanto alle restanti Regioni, Foce evidenzia una situazione variegata, con ritardi in varie realtà territoriali. In particolare, le Regioni Campania, Sicilia, Emilia Romagna, Trentino stanno attualmente iniziando le vaccinazioni per tali categorie.
Al contrario, le immunizzazioni dei malati oncologici non sono ancora partite in Abruzzo, Basilicata, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana e Umbria. I dati relativi a Valle d'Aosta, Molise e Sardegna non sono pervenuti.