sabato 5 aprile 2025
A Kryvyi Rih il bilancio sale a 19 vittime, 9 bambini. MIssile sul parco pubblico. La versione di Mosca è smentita da quanto viene documentato sul posto. Dopo la strage nuovo attacco uccide una donna.
Putin "punisce" Zelensky con il sangue dei bambini della sua città natale
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Tymofiy era nato dopo l’inizio della guerra. E’ morto senza conoscere un solo giorno di pace. Aveva 3 anni e con altri 8 bambini è stato ucciso da un attacco sul parco pubblico di quartiere. La gente del posto sa perché proprio a Kryvyi Rih: «Siamo la città di Zelensky, massacrando noi Putin parla a lui».


Hanno imparato in fretta come regolarsi. Non serve attendere il suono delle sirene per sapere che un missile o uno stormo di droni assassini punterà sull’abitato. Nessuno sa quando, ma tutti sanno che accadrà. Se il notiziario riferisce di un botta e risposta tra Putin e il leader ucraino, l’attacco arriverà. Se Kiev denuncia i crimini russi, le minacce passano dalle parole alla balistica. Se alla Casa Bianca mostrano di mal sopportare la leadership ucraina, a Mosca schiacciano i pulsanti.

Il cratere provocato dall'impatto del missile a frammentazione sul parco giochi

Il cratere provocato dall'impatto del missile a frammentazione sul parco giochi - Scavo


Neanche il tempo di contare i morti che il missile scagliato nel pomeriggio di venerdì è stato seguito alle 22 da uno stormo di droni esplosivi. Mentre i soccorritori tentavano di salvare i feriti e trasportare nelle camere mortuarie i 9 piccoli e i 9 adulti uccisi sul colpo dal missile balistico a frammentazione, il nuovo attacco ha tolto la vita a una donna di 56 anni, altri 7 civili sono stati portati in ospedale. E questo nonostante da ore i giornali di tutto il mondo mostrassero la strage dei bambini nel parco giochi.
Anche stavolta le affermazioni di Mosca non trovano conferma. Secondo fonti militari russe era stato «colpito un raduno di militari ucraini e stranieri in un ristorante: 85 sono morti». Giunti sul luogo poche ore dopo la strage, l’unico ristorante nell’area ci è apparso danneggiato dall’onda d’urto. E’ il locale indicato dalle note ufficiali del Cremlino, secondo cui si stava svolgendo un summit di combattenti. All’interno i vetri andati in pezzi, le finestre volate sui tavoli, i mobili ribaltati dal terremoto provocato dalla deflagrazione. Nessuna traccia di sangue, e le videocamere di sorveglianza che non provano la presenza di un così cospicuo numero di uomini in un esercizio che non dispone neanche della metà dei posti a tavola.

Una delle panchine su cui sono stati uccisi vbambini e loro familiari

Una delle panchine su cui sono stati uccisi vbambini e loro familiari - Scavo

Il parco giochi colpito dal missile russo

Il parco giochi colpito dal missile russo - Scavo


Tutte le immagini girate a caldo da residenti e soccorritori mostrano il locale semivuoto, da cui dopo l’esplosione escono solo alcuni avventori sotto shock. Pochi metri più in là, al centro del parco verde di quartiere, i segni sono inequivocabili. La polizia ci permette di avvicinarci senza restrizioni al cratere, all’area giochi che un tempo doveva essere il luogo più allegro e colorato, in mezzo a palazzoni di epoca sovietica, tutti scialbi e uguali. Ora pare un memoriale agli innocenti: il seggiolino dell’altalena strappato via dalla deflagrazione, la giostrina con il sangue schizzato ovunque, lo scivolo coperto di chiazze rosse, le panchine multicolore ridotte a ferraglia. «Kryvyi Rih è uno snodo strategico perciò viene colpita», si legge sui canali della propaganda russa puntualmente rilanciata dai “follower” in Italia e nel resto d’Europa. In realtà negli oltre tre anni di guerra mai una volta la strada che collega il sud dell’Ucraina al Nord verso Dnipro, Zaporizhia e Kharkiv è stata mai colpita all’altezza di Kryvyi Rih, e il quartiere bombardato si trova a centinaia di metri dalla principale via di comunicazione.
Per tre giorni nel capoluogo e nel distretto colpito verrà rispettato il lutto. Il presidente Zelensky ha ringraziato i Paesi che hanno condannato l'ultima strage dicendosi «sorpreso» dalla «debole reazione» degli Stati Uniti. «Hanno persino paura di pronunciare la parola ”russo” quando si parla di missili che uccidono bambini», ha scritto sul suo canale Telegram, alludendo alle generiche note ufficiali della diplomazia di Washington che ha espresso cordoglio per la morte dei civili, sorvolando sulla provenienza dell’attacco.
Non è uno screzio casuale. Negli ultimi giorni, dopo il presunto accordo per una tregua parziale mai decollata, Kryvyi Rih viene continuamente bersagliata. Su tre missili scagliati per ordine di Mosca nell’ultima settimana, due hanno colpito proprio la città industriale centromeridionale. C’è chi si spinge a paragoni estremi, come estrema è la guerra. «Così come Hitler voleva Stalingrado per fare un torto a Stalin, Putin punisce Zelensky nella città che per il nostro presidente non ha solo un valore simbolico», argomenta il vecchio Yuri, che per via della veneranda età la storia di quell’epoca non l’ha letta solo sui libri.
Più cauto il capo dell’amministrazione militare di Kryvyi Rih. «Tutta l’Ucraina viene attaccata senza eccezione - ci dice Olexander Vilkul -, ma che si tratti di operazioni mirate per mandare un messaggio al presidente non possiamo confermarlo, ma neanche escluderlo». Una prudenza verbale che in realtà la gente del posto non adopera più. «E’ chiaro il motivo per cui ci attaccano. Putin si sta vendicando di Zelensky massacrando noi», sbotta Mykola che con il cane al guinzaglio segue le tracce dei frammenti assassini. Centinaia di lunghi e profondi graffi sul prato, come di artigli che osservati dall’alto disegnano intorno al cratere dell’impatto un sole che esplode.

Il parco giochi colpito dal missile russo

Il parco giochi colpito dal missile russo - Scavo


Anastasia, una delle dodici psicologhe mandate dall’Unicef sa che l’aspetta un lavoro duro. «Interverremo principalmente sui bambini sopravvissuti, dovremo trovare il modo perché non restino prigionieri della paura», spiega sfogliando il prontuario nel quale dovranno annotare caso per caso. C’è poi chi ha perso il fratellino e i compagni di giochi. «Finchè c’è la guerra non sarà facile aiutarli. Dobbiamo sostenerli in questo tempo di convivenza con il conflitto, senza che considerino la guerra come fosse la normalità, anche se i più piccoli non sanno cosa sia il tempo di pace».
Per chi ha scelto di restare, o di tornare dopo mesi da sfollati quando nel 2022 i battaglioni russi erano alle porte, è impossibile chiudersi in casa. La piccola folla al mercato, i negozi che uno alla volta sono stati riaperti, i bar e le trattorie che tornano ad essere frequentati, dicono che nessuno vuole farsi prigioniero in casa, per una guerra che non si combatte solo dalle trincee. Basta una giornata finalmente di primavera per portare i bambini al parco, tra altalene di metallo colorato, giostrine, lo scivolo sempre affollato di allegri schiamazzi e le famiglie che si ritrovano sui prati, non più nei sotterranei a sperare che il missile venga abbattuto e che i bambini non si spaventino troppo ad ogni boato.
Un desiderio di normalità che è stato punito in pieno giorno. Mentre al tramonto di ieri, sui giardinetti deserti, tornavano a suonare le sirene d’allarme costrette a interrompere il silenzio del lutto.


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