mercoledì 16 ottobre 2024
Locatelli: dal G7 una svolta epocale che valorizza le persone: i Paesi avviano politiche di inclusione per garantire ad ognuno la piena partecipazione alla vita civile, sociale, economica e politica
I rappresentanti del G7 riuniti a Solfagnano per la firma della Carta sulla disabilità

I rappresentanti del G7 riuniti a Solfagnano per la firma della Carta sulla disabilità - .

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È un documento di 13 pagine suddiviso in otto capitoli la Carta di Solfagnano firmata oggi a conclusione del primo G7 Inclusione e Disabilità che si è svolto al Castello di Solfagnano, a Perugia. Con esso sono stati fissati gli intenti comuni, delineati poi nella riunione ministeriale finale che ha portato all'adozione. Un documento che mette così nero su bianco gli impegni dei ministri e dei Paesi partecipanti al G7, e che si ispira alla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Il primo è l'inclusione, la questione prioritaria da inserire nell’agenda politica; il secondo l'accesso: poter accedere a tutti i servizi in condizione di pari dignità è ritenuto fondamentale per tutte le persone con disabilità; terzo l'autonomia: il traguardo resta una “vita autonoma e indipendente”, simbolo vero di libertà; quarto i talenti: dal lavoro allo sport, uno degli obiettivi resta la “valorizzazione dei talenti” e “l’inclusione lavorativa”; quinto la tecnologia: la promozione delle nuove tecnologie è vista come uno strumento in grado di superare le barriere; sesto sport e cultura: puntare sullo sviluppo delle “dimensioni sportive, ricreative e culturali della vita”; settimo la dignità: la tutela dell’esistenza con i “servizi appropriati basati sulla comunità” a favore dei disabili è un aspetto fondamentale: ottavo e ultimo la prevenzione: è la strategia richiesta nelle situazioni di emergenza e post-emergenza, comprese le crisi climatiche.


La prima pietra è stata posata nel castello di Solfagnano. O forse un primo mattone, impastato con le esperienze dei 7 Grandi del mondo, dell’Unione europea e di altri Paesi, invitati per l’occasione. Esperienze diverse, alcune messe in atto solo in parte, alcune sulla carta e altre in fase embrionale. Sulla disabilità e sui diritti all’inclusione delle persone disabili gli Stati si sono mossi chi poco, chi male, sicuramente tardi, ma qualcosa ha cominciato a cambiare nella mentalità di tutti. E il confronto avvenuto in questi giorni con il G7 annunciato a giugno a Borgo Egnazia, a cui hanno partecipato ministri per la disabilità o rappresentanti dei governi della materia, ha messo insieme il frutto delle singole politiche, ma soprattutto quello del confronto serrato sui tanti aspetti da curare su cui i titolari del settore hanno collaborato con i diretti interessati, ampiamente coinvolti nei lavori.

Nasce così la Carta di Solfagnano, con le sue otto priorità sulle quali i Paesi del G7 si impegnano ad agire, per avviare politiche concrete di inclusione e valorizzazione delle persone, e garantire ad ognuno la piena partecipazione alla vita civile, sociale, economica, culturale e politica. Con l’Umbria a fare da cornice (la regione ha collaborato a pieno ritmo, con le sue realtà di eccellenza, come il Serafico, la Croce Rossa locale, le Misericordie, il volontariato e un’organizzazione delle Forze dell’ordine e sanitarie messe a disposizione per consentire alle tante persone con disabilità di esserci senza sentirsi di peso), i tre giorni iniziati ad Assisi e conclusi nel maniero vicino a Perugia rappresentano «una vera svolta epocale, il passaggio dal mero assistenzialismo alla valorizzazione delle persone», dice con certezza la ministra per la Disabilità Alessandra Locatelli. Soddisfatta per il grande lavoro che ha messo l’Italia al centro delle politiche socio-assistenziali, Locatelli si dice convinta «che questo reciproco scambio sia importante per rafforzare le politiche all'interno dei vari Paesi».

Non c’è dubbio che, sulla carta, per le sue leggi e in molti settori dove queste sono applicate, l’Italia risulti all’avanguardia. Nel giro di esperienze, il Giappone non nasconde (con tono sofferto della ministra Junko Mihara) un passato recente in cui si poteva parlare di eugenetica, discriminazioni e diritti lesi, specie per le donne. E la titolare per la disabilità degli Stati Uniti Sara Minkara, non vedente, denuncia con enfasi e commozione la «vulnerabilità» dei disabili di fronte alle tante «barriere architettoniche» e alle difficoltà di accedere ai servizi e il muro che trovano le richieste per difendere una categoria considerata «troppo costosa».
Di qui la svolta, come concordano tutti i rappresentanti, della condivisione. Mai come in questi giorni appare vero che l’unione fa la forza. E uniti, oggi, i Paesi firmatari saranno a San Pietro, da papa Francesco, al quale verrà consegnato il documento. «Con questa ministeriale ci hanno preso sul serio», dice Minkara, quasi sorpresa.

Sorride soddisfatta la ministra Locatelli, quindi, nell’annunciare il pranzo conclusivo a base di pizza, birra e gelato, preparato dai ragazzi di PizzAut, quelli di Dolce Positivo-L'officina Sociale del gelato e del birrificio Vecchia Orsa-Birra sociale artigianale.
«Nella costruzione della Carta – riassume – abbiamo specificato di avere considerato otto priorità che al loro interno considerano altri aspetti della vita quotidiana e non si esauriscono lì. Vogliamo mettere un punto dal quale non tornare indietro», continua la ministra italiana. Piuttosto si guarda avanti, al «prossima G7 presieduto dal Canada, che avrà il compito di portare avanti in maniera convinta questi temi ma anche il Sudafrica che si impegnerà per portare l'attenzione con un forum specifico ministeriale del G20».
Insomma, a Solfagnano, dice ancora, «abbiamo guadagnato molte energie e ci siamo scambiati non solo l’impegno ma la voglia di continuare come squadra». Le basi sono quindi gli otto temi prioritari, ovvero «l’inclusione come tema prioritario nell'agenda politica di tutti i Paesi, accesso e accessibilità, vita autonoma e indipendente, valorizzazione dei talenti e inclusione lavorativa, promozione delle nuove tecnologie, dimensioni sportive, ricreative e culturali della vita, dignità della vita e servizi appropriati basati sulla comunità e prevenzione e gestione delle situazioni di preparazione alle emergenze e gestione post-emergenza, comprese le crisi climatiche, i conflitti armati e le crisi umanitarie». Temi concordati con i rappresentanti del mondo della disabilità, i veri protagonisti di questo G7.

I numeri non sono indifferenti, e li offre la rappresentante della Ue, Helena Dalli, commissaria europea per l'Uguaglianza. «Nell'Unione europea oltre un adulto su quattro ha una disabilità, per un totale di 100 milioni di persone. Circa la metà sono inattive o disoccupate e circa un terzo di queste persone è a rischio povertà o esclusione. Il nostro dovere è lavorare a tutti i livelli per garantire la loro piena partecipazione alla società», dice a nome dell’Unione, decisa a mettere insieme la Carta di Solfagnano, con la Convenzione Onu per disegnare la «strategia europea per i diritti delle persone con disabilità».

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