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Il cambiamento climatico colpisce anche il mare, particolarmente sensibile ai suoi effetti. E in particolare, quest’anno a fare i conti maggiori con le ondate di calore e l’innalzamento continuo delle temperature è il Mare Adriatico. «L’Adriatico è particolarmente vulnerabile a causa della sua conformazione semi-chiusa e delle acque relativamente poco profonde, che si riscaldano più rapidamente rispetto ad altri bacini» spiega Giovanni Coppini, oceanografo del Cmcc (Il Centro euro mediterraneo sui cambiamenti climatici) e attualmente impegnato nella ricerca sulle coste marine e le interazioni con il clima.
Oggi tutti i mari tendono ad essere più caldi, ma preoccupa l’escalation dell’Adriatico
«Negli ultimi decenni, si è osservato un aumento della temperatura dell’acqua di circa 0,4-0,5°C per decennio, con valori attuali che superano i 28°-29°C durante l’estate, come mostrato dai dati del Servizio europeo marino di Copernicus di cui il Cmcc coordina la componente per il Mediterraneo – aggiunge Coppini –. Questo riscaldamento contribuisce al degrado degli ecosistemi costieri e defavorisce la proliferazione di specie aliene invasive, come il granchio blu e l’alga tossica, che possono danneggiare gli ecosistemi marini e la salute umana. Inoltre, l’Adriatico sta sperimentando fenomeni come le ondate di calore marine e l’intrusione salina, che possono alterare gli equilibri ecologici e compromettere le risorse idriche costiere».
Ci dobbiamo preoccupare?
Sì, i cambiamenti climatici stanno avendo un impatto significativo sull’Adriatico, con conseguenze sia ecologiche che economiche.
In che senso?
La diminuzione della biodiversità marina e l’aumento delle specie aliene minacciano le risorse ittiche e i servizi ecosistemici. L’intrusione salina, causata dall’innalzamento del livello del mare e dalla diminuzione degli apporti fluviali, può contaminare le falde acquifere costiere, compromettendo la disponibilità di acqua dolce per l’uso umano e agricolo. Inoltre, l’acidificazione dell’oceano e la deossigenazione delle acque stanno ulteriormente stressando gli ecosistemi marini, rendendo l’ambiente meno ospitale per molte specie.
Quanto è caldo oggi e quanto lo era ad esempio 20-30 anni fa?
Attualmente, la temperatura superficiale estiva del Mar Adriatico supera spesso i 28°C, mentre 20-30 anni fa era generalmente tra 26-27°C. L’aumento della temperatura è stato di circa 0,4°-0,5°C per decennio, un dato che riflette l’impatto dei cambiamenti climatici sulla regione.
Al di là degli effetti sulle specie animali quali sono quelli sull’uomo?
Gli effetti sull’uomo includono un aumento dei casi di intossicazione alimentare dovuti a specie tossiche come l’alga Ostreopsis ovata. Questo fenomeno può causare problemi respiratori e cutanei tra i bagnanti. Inoltre, l’intrusione salina nelle falde acquifere costiere può rendere l’acqua non potabile e danneggiare le colture agricole, mettendo a rischio la sicurezza alimentare e l’approvvigionamento idrico della regione.
E sul clima?
Il riscaldamento del mare contribuisce a fenomeni atmosferici estremi, come tempeste più frequenti e intense, e a cambiamenti nelle precipitazioni. L’Adriatico, in particolare, sta sperimentando una diminuzione delle precipitazioni, con stagioni primaverili e estive più secche e una maggiore intensità delle precipitazioni in autunno e inverno. Questo può portare a problemi di gestione delle risorse idriche e aumentare il rischio di inondazioni costiere.
E per il futuro, cosa dobbiamo aspettarci?
Le proiezioni climatiche indicano un ulteriore aumento delle temperature marine, con un riscaldamento medio annuo previsto fino a 1,9°C entro il 2050 rispetto ai valori attuali. Ci si aspetta anche un aumento dell’acidificazione e una riduzione dell’ossigeno disciolto nelle acque, che possono influenzare negativamente la biodiversità e la produttività marina. La riduzione del carico di nutrienti, dovuta a una diminuzione delle portate fluviali, porterà a un’ulteriore oligotrofizzazione, l’impoverimento cioè di sostanze nutritive dell’ecosistema dell’Adriatico.
E il Mediterraneo (e il mar Ligure) come sta?
Anche il Mediterraneo, incluso il Mar Ligure, sta subendo cambiamenti significativi. Le temperature della superficie del mare stanno aumentando, con proiezioni che indicano un riscaldamento di circa 1-2°C entro il 2050. Questo riscaldamento sta causando un aumento della frequenza e intensità delle ondate di calore marine, influenzando negativamente la biodiversità e alterando gli ecosistemi marini. Inoltre, l’acidificazione e la deossigenazione delle acque rappresentano minacce significative per la salute degli ecosistemi marini e per i servizi ecosistemici forniti, come la pesca e il turismo.