martedì 8 aprile 2025
Prima doccia fredda per i difensori dei diritti umani: il presidente può utilizzare l'Alien Enemies Act, la norma del 1798 invocata dalla Casa Bianca per accelerare le espulsioni
L'arrivo dei primi venezuelani espulsi dagli Usa all'aeroporto internazionale Simon Bolivar a Maiqueta in Venezule

L'arrivo dei primi venezuelani espulsi dagli Usa all'aeroporto internazionale Simon Bolivar a Maiqueta in Venezule - Ansa

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Vittoria, temporanea, per Donald Trump sulle deportazioni. La Corte Suprema americana ha autorizzato il presidente a utilizzare l'Alien Enemies Act, la legge di guerra del 1798 invocata dall'amministrazione Usa per accelerare le espulsioni. La Corte Suprema americana ha sottolineato che le persone che saranno deportate in futuro in base alla legge devono ricevere una notifica e devono avere la possibilità di far riesaminare la loro espulsione.

I tre giudici democratici del massimo tribunale Usa si sono detti contrari alla sentenza, mentre la giudice repubblicana Amy Coney Barrett ha espresso un dissenso parziale. Nei giorni scorsi il giudice James Boasberg ha temporaneamente impedito al presidente americano di usare l'Alien Enemies Act contro cinque venezuelani che hanno fatto causa contro l'espulsione.

Un’altra vicenda legata alle espulsioni ha coinvolto sempre il massimo organo giudiziario statunitense. Il presidente della Corte Suprema Usa, John Roberts, ha sospeso la scadenza di mezzanotte per l'Amministrazione Trump per il rimpatrio di un uomo del Maryland erroneamente deportato in una famigerata prigione di El Salvador. L'ordine temporaneo arriva poche ore dopo un ricorso d'urgenza alla Corte Suprema da parte del dipartimento di giustizia, secondo cui il giudice distrettuale Paula Xinis ha oltrepassato la sua autorità quando ha ordinato il rimpatrio di Kilmar Abrego Garcia negli Stati Uniti. L'amministrazione Usa ha ammesso che Abrego Garcia non avrebbe dovuto essere inviato a El Salvador perché un giudice dell'immigrazione aveva ritenuto che probabilmente avrebbe rischiato torture. Ma non è più sotto custodia degli Stati Uniti e il governo non ha modo di riportarlo indietro, ha sostenuto l'amministrazione.

L'esultanza di Trump, che ha nominato i due terzi dei giudici della Corte è stata, come al solito, moderata. "La Corte Suprema ha sostenuto lo Stato di diritto nella nostra nazione consentendo a un presidente, chiunque egli sia, di essere in grado di proteggere i nostri confini e le nostre famiglie e il nostro Paese stesso. Un gran giorno per la giustizia in America!". Lo ha scritto Donald Trump sul suo social media Truth,

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