Il libro non è una novità, ma nei mesi scorsi si è imposto nelle classifiche americane dei best seller superando perfino la chiacchieratissima trilogia delle Cinquanta sfumature. Adesso arriva anche in Italia, con un titolo che finisce per far scomparire l’involontario gioco di parole implicito nell’originale. Gesù ti chiama (traduzione di Francesco Paolo Crincoli, Intento, pagine 414, euro 16,50) corrisponde infatti al più ammiccante Jesus Calling , che non può non far venire in mente London Calling , la canzone del 1979 con cui The Clash impressero un marchio indelebile nella musica del decennio successivo. Qui, però, il genere è completamente diverso, tant’è vero che l’autrice di Gesù ti chiama, Sarah Young, afferma di essersi rifatta a tutt’altro precedente. Si tratta di God Calling (“Dio ti chiama”), un libro apparso per la prima volta alla metà degli anni Trenta e nel quale due anonime “ascoltatrici” sostenevano di aver trascritto i messaggi ricevuti direttamente dall’Altissimo. Ordinato come una sorta di calendario spirituale, per cui ogni giorno dell’anno presenta una “frase divina” accompagnata da un rimando alla Sacra Scrittura, God Calling è un testo fortunato quanto controverso. È molto diffuso nell’arcipelago di congregazioni protestanti statunitensi ed è stato sporadicamente impiegato anche in alcuni circoli cattolici, ma il metodo è in definitiva lo stesso del cosiddetto channeling, che ebbe il suo momento di popolarità all’apice del New Age. Sistema semplicissimo, almeno in apparenza: si prepara carta e penna, ci si siede alla scrivania, si svuota e la mente, ci si dispone ad ascoltare e annotare il “messaggio”. Non per niente, le pagine di God Calling sono tutte scritte in prima persona, come se fosse Dio stesso a parlare. Una pratica che non ha mancato di suscitare perplessità da parte non solo delle autorità religiose cattoliche (negli anni Cinquanta ci fu la sconfessione del “movimento di riarmo spirituale” che affermava di ricorrere a una simile ispirazione diretta), ma anche delle protestanti. Quella delle “rivelazioni personali” è una questione di estrema delicatezza, che può segnare una differenza decisiva tra le diverse denominazioni evangeliche. La corrente principale si attiene al principio per cui la tutta la rivelazione è contenuta nella Bibbia, della quale nulla può essere tolto e alla quale nulla deve essere aggiunto. Ma ci sono anche gli episodi, tutt’altro che infrequenti, di “profeti” più o meno bruscamente rapiti da visioni e rivelazioni. Una prassi che può essere di volta in volta tollerata oppure tacciata di eresia. Il dilemma si è posto anche nel caso di Sarah Young e del suo Gesù ti chiama , uscito per la prima volta nel 2004 e inizialmente assestato su vendite abbastanza modeste. Poi, a partire dal 2008, è iniziato un fenomeno di dimensioni impressionanti: posto fisso in testa alla classifica di Amazon, traduzioni in una ventina di lingue, nove milioni di copie complessivamente vendute nel mondo. E tutto questo senza che Sarah Young abbia mai partecipato a una presentazione pubblica o abbia mai incontrato di persona un intervistatore. Per motivi di salute, spiega lei. Al massimo riesce a rispondere a qualche domanda inviata via email. Niente tv, pochissime foto. La sua biografia si riduce, in sostanza, alle informazioni che si riescono a desumere dall’introduzione a Gesù ti chiama , dove la voce in prima persona sarebbe appunto quella del Cristo. Di fede presbiteriana, Sarah ha studiato filosofia e psicologia nelle università della Georgia e si è successivamente dedicata all’attività missionaria insieme con il marito, vivendo per lunghi periodi in Giappone e in Australia.
Fin dall’adolescenza afferma di aver avuto esperienze molto intense della presenza di Dio e, dopo la lettura di God Calling , ha voluto mettersi alla prova. «Iniziai a chiedermi – scrive – se anch’io avessi potuto ricevere messaggi». Risposta affermativa, a quanto pare, considerato che nel frattempo Jesus Calling è stato adattato in diverse versioni, compresa una app per smartphone e tablet. Interpellata dalla rivista «Christianity Today», Sarah Young ha precisato che il suo libro è essenzialmente una guida per la devozione quotidiana. Insomma, non è Gesù che parla per mezzo di Sarah, ma Sarah che si esprime come se a parlare fosse Gesù. Affermazione vagamente spericolata, ma che non ha impedito il successo del nuovo titolo del-l’autrice, Jesus Today (“Gesù oggi”), che negli Usa è stato subito proclamato «libro cristiano del 2013». Sotto Sarah Young e, in basso, l’edizione originale di «Jesus Calling». Qui sopra, il reparto di «Vita cristiana» in una libreria americana (Corbis) Anche se Sarah Young non è mai apparsa in pubblico, dal 2004 a oggi il volume ha venduto nove milioni di copie in tutto il mondo. Suscita però perplessità la pretesa di una «rivelazione personale»