mercoledì 18 febbraio 2015
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«Io i migranti al Nord li mando comunque, malgrado quello che dicono Salvini o Zaia. Sono un prefetto e mio dovere è rispettare le leggi e in questo caso trovare un tetto per tutti. Assolutamente. Sono pagato proprio per questo. Il resto è indifferente». Così Mario Morcone, Capo del Dipartimento per l’immigrazione del Viminale, risponde alle ennesime sortite degli esponenti leghisti. «Padani discriminati, è in corso un’operazione di sostituzione etnica», attacca Salvini annunciando un «esposto» contro il governo «per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». Mentre il governatore veneto Zaia dice «no» all’arrivo in regione di altri migranti: «Il limite è stato superato». Affermazione che Morcone contesta ricordando che «Veneto e Lombardia sono le regioni che ospitano, in rapporto alla popolazione, meno migranti, e continuano a fare resistenza». Non chiude però la porta al dialogo, in particolare coi comuni. «Per affrontare la crescente emergenza degli sbarchi ho interessato tutti i prefetti ad aprire dei tavoli con gli enti locali. Se poi ci va anche l’assessore regionale bene, se non ci va andiamo avanti lo stesso». Un evidente riferimento alle parole dell’assessore alla Sicurezza e Immigrazione della Lombardia, Simona Bordonali, in merito all’arrivo in regione di 500 migranti. «Intendiamo ribadire con forza che la Regione Lombardia non accetta ordini né tantomeno considerazioni politiche da parte dei burocrati dello Stato».Prefetto sono parole molto forti. Come risponde?Che io applico solo la legge e chiedo che anche gli altri lo facciano. Ricordo che con la Conferenza unificata del 10 luglio 2014 si è ottenuto un importante risultato. Insieme alla Regioni e ai Comuni, il ministero dell’Interno è riuscito a distribuire gli oneri dell’accoglienza distribuendo in maniera diffusa le migliaia di profughi arrivati in Italia. Una procedura che ha permesso di ottenere un minore impatto sociale e di garantire ai migranti un’integrazione concreta e più mirata rispetto al passato.Ma alcune Regioni si lamentano, parlando di diritti degli italiani calpestati...Capisco i problemi, ma se è vero che i cittadini italiani hanno dei diritti da rivendicare è altrettanto vero che hanno dei doveri, e tra questi quello dell’accoglienza. In primo luogo chi ha delle responsabilità istituzionali. Nessuno può sottrarsi per motivi di consenso elettorale.I Comuni dicono di essere in difficoltà, che servirebbero più risorse economiche.Vedremo come aiutarli, ma anche qui c’è il rischio di inquinare la verità. Voglio ancora una volta ricordare che i centri Sprar, per richiedenti asilo e rifugiati, sono finanziati per l’80% del ministero e per il 20% dai Comuni.
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