domenica 20 ottobre 2024
A Milano il Centro specializzato dell’istituto clinico che prende in carico la persona con una strategia a 360 gradi: perché ogni paziente è più grande (e complesso) della patologia e dei suoi sintomi
Anticorpi monoclonali, dieta, agopuntura: assedio all'emicrania
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Circa il 15% della popolazione italiana soffre di emicrania, una patologia molto frequente, anche invalidante, che oggi, però, può contare su trattamenti efficaci. Ne parliamo con due esperti dell’Istituto Auxologico San Luca di Milano: il professor Nicola Ticozzi, direttore dell’Unità operativa di Neurologia e il neurologo Stefano Messina, responsabile del Centro Cefalee.

Che cosa si intende per emicrania?
«È una patologia molto complessa che si presenta con vari sintomi. Il principale è il mal di testa o cefalea. Il dolore è il sintomo più frequente. In certi casi si può presentare l’aura che porta a limitazioni del campo visivo o formicolii. Si tratta di una patologia che colpisce soprattutto la fascia della popolazione attiva in ambito lavorativo e familiare con una ricaduta economica e sociale di grande portata. Le donne sono le più colpite in un rapporto di tre a uno, fra i 18-20 e i 50 anni».

Ci sono effetti scatenanti?

«Sì. Però perché questi effetti si manifestino dev’esserci una predisposizione genetica. Molto spesso il paziente riporta di parenti che hanno sofferto di emicrania. Ci possono essere fattori scatenanti: il principale è lo stress, ma anche alcuni cibi come la cioccolata, salumi e formaggi stagionati o il cambiamento delle abitudini di vita. Si sente spesso parlare dell’emicrania da week-end, quando ci si rilassa dopo una settimana impegnativa. Anche l’assenza di sonno o il jet-lag hanno un ruolo. Nelle donne l’attacco di emicrania si può presentare poco prima del ciclo mestruale, con il calo fisiologico degli estrogeni».

Quali le terapie e quali le novità?
«Rispetto a qualche anno fa il panorama terapeutico è significativamente cambiato. La terapia dell’emicrania si basa su due tipologie di farmaci. I farmaci che vengono utilizzati per trattare l’attacco acuto e quelli che vengono prescritti come profilassi per ridurre la probabilità che si verifichino gli attacchi emicranici. Fino a qualche anno fa gli unici farmaci che avevamo a disposizione erano molecole sviluppate per altre patologie che sono risultate efficaci nella profilassi delle emicranie, quali i betabloccanti o alcuni farmaci antiepilettici. Oggi, grazie alle ricerche scientifiche che hanno contribuito a spiegare i meccanismi biologici alla base dell’emicrania, sono entrati in terapia una serie di farmaci che agiscono su una via metabolica che coinvolge un particolare neuropeptide che si chiama Cgrp (peptide correlato al gene della calcitonina) e che contribuisce alla comparsa dell’attacco emicranico e del dolore nell’emicrania. Recentemente abbiamo a disposizione una nuova serie di farmaci, fra cui gli anticorpi monoclonali rivolti o direttamente al Cgrp o al recettore di questa molecola che risultano estremamente efficaci per la profilassi. Abbiamo anche la possibilità di trattare i pazienti in profilassi con la tossina botulinica che è estremamente efficace».

Cosa offre il Centro cefalee?
«Il Centro offre una presa in carico a 360 gradi partendo dalla diagnosi. Abbiamo ambulatori dedicati per trattare persone adulte, adolescenti e donne in gravidanza o che desiderano una gravidanza. C’è la possibilità di offrire terapie innovative quali gli anticorpi anti-Cgrp e infiltrazioni di tossina botulinica. Oltre ai gepanti, farmaci presi per bocca che sembrano essere molto efficaci per il controllo dell’emicrania. Esiste poi una serie di offerte non farmacologiche. Come le tecniche di rilassamento muscolare, la mindfulness, la valutazione dietologica, l’agopuntura, la fisioterapia e la possibilità di trattare pazienti con cefalea cronica che sono andati incontro a complicanze dovute all’abuso di farmaci analgesici».

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