
Carlo Casini
Ecco il testo del messaggio inviato dal cardinale Bagnasco alla Giornata di spiritualità dedicata a Carlo Casini in Università Cattolica a Roma il 22 febbraio, vigilia del quinto anniversario della sua morte.
Sono veramente lieto di portare un saluto ai partecipanti alla Giornata di spiritualità in questo prezioso tempo quaresimale. Aver qualificato questo momento come un “cammino” non è certamente di maniera: vogliamo ricordare che la vita nel tempo è un pellegrinaggio dalla terra al cielo, e che l’uomo non è un vagabondo senza meta, sa da dove viene e dove va.
L’importante non è un retorico camminare, ma il sapere dove andare e umilmente muoverci con la grazia di Cristo che ci tiene uniti nella Chiesa.
In questo cammino, dunque, è bello essere insieme ad altri, come voi state facendo, consapevoli che anche chi vive in Dio cammina con noi e per noi prega. Ecco il senso di quanto è scritto nei nostri cuori, e che voi avete bene esplicitato: “In cammino con Carlo Casini, testimone di speranza”!
Pensando a Lui, rivolgo un particolare saluto alla figlia Marina che, sono certo, insieme con voi tiene accesa la fiaccola della vita umana e la missione che ne consegue in ogni ambito, privato e pubblico. Non è solo questione di fede, ma della ragione e dell’esperienza umana universale.
In un momento storico in cui molto si parla di dignità umana, cresce il bisogno di vita affinché – in nome della vita – non la si trascuri o la si sopprima.
Come ricordava san Paolo VI, sempre più oggi c’è bisogno di testimoni che siano anche maestri coraggiosi, che dicano sui tetti la verità: è questo il primo atto d’amore verso il mondo, confuso e quindi più supponente e intollerante.
La figura serena e chiara, umile e ardita, di Carlo Casini non è un ricordo ma una presenza che riflette la vicinanza di Cristo. Sale alla memoria del cuore Gesù sulla via di Emmaus: si avvicina, chiede, ascolta, e poi non esita a sferrare il colpo della verità: Sé stesso. Quella parola impensabile e unica, assolutamente nuova e immutabile, attraversa i tempi, purifica le culture, illumina, libera e salva fino a farsi visibile nel sacramento del pane.
Cari Amici, vi sono vicino con la stima e l’affetto che un Pastore non può non avere per le anime, tanto più se è accompagnato da conoscenza e stima, apprezzamento e gratitudine. Prego per voi, e confido nel vostro ricordo in Cristo, del quale Carlo fu discepolo convinto e limpido testimone.
*Arcivescovo emerito di Genova, già presidente della Conferenza episcopale italiana