Quando al mattino arriva a scuola, il maestro Flavio accoglie i bambini con un sorriso allegro e sincero. È lo stesso con il quale ha appena salutato Lem Lem e Asnakech, due bellissime piccole di sette e nove anni, adottate insieme alla moglie Daniela nel 2011 dopo un soggiorno in Etiopia. Una scelta, quella dell'adozione internazionale, che l'ha reso «il papà più fortunato del mondo», come racconta egli stesso, e ha cambiato il suo sguardo sui singoli bambini che incontra tra i banchi aprendolo ad un orizzonte più ampio. È per questo motivo che alle sue lezioni di religione, la materia che ha scelto d'insegnare dopo gli studi di teologia, partecipano spesso anche alunni di altre fedi: musulmani, ortodossi e testimoni di Geova. Flavio parla dell'insegnamento di Gesù, con competenza e in modo semplice, collegandolo direttamente all'esperienza dei bambini; trasmette così il messaggio evangelico universale, nel rispetto delle idee di ciascuno e nella ricerca dei valori comuni. Gli scolari delle tre scuole dove lavora l'hanno capito anche dal simpatico disegno-simbolo che apre le pagine del loro quaderno: mani di colori e forme differenti unite ad abbracciare al mondo. A parere delle colleghe che lo stimano, Flavio è un insegnante preciso e concreto, ma anche attento alla relazione e alla cura verso gli alunni, tanto da costituire un punto di riferimento soprattutto per i bambini più fragili e insicuri. Purtroppo negli ultimi decenni la figura maschile è praticamente scomparsa dalla scuola primaria, i maestri sono pochini: solo il 4,6% a fronte del 95,4% delle donne. Un vero e proprio record in negativo, rispetto agli altri Paesi europei, che priva i bambini di un approccio spesso diverso alle lezioni, ai compiti, al gioco, al rapporto con i compagni. Eppure nella storia dell'educazione italiana si sono succeduti grandi maestri, peraltro sempre innovatori solitari: Alberto Manzi, Albino Bernardini, Gianni Rodari, Loris Malaguzzi, don Lorenzo Milani e Mario Lodi che ci ha lasciato proprio un anno fa per volare in cielo insieme a Cipì. Domenica 1 marzo lo ricorderemo, nella sua cascina di Drizzona (Cremona), come se fosse ancora seduto sul suo tavolo di lavoro circondato dai libri, con lo sguardo attento e un sorriso di fiducia. Unico nella sua semplicità illuminante, Lodi rimarrà una buona guida per tante maestre e maestri come Flavio che ogni giorno fanno della scuola un luogo di accoglienza, di apprendimento cooperativo, di creatività felice.