giovedì 21 dicembre 2023
Il 22 dicembre, solstizio d'inverno, segna una svolta: le giornate tornano ad allungarsi e tornerà l'estate. Dalla festa del Sol Invictus alla scelta di fissare il Natale a dicembre
Solstizio d'inverno sulle Dolomini

Solstizio d'inverno sulle Dolomini - Pixabay

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Il 22 dicembre è una bella giornata: ritorna l’estate! Beh, ci vorrà ancora parecchio in verità... Tuttavia proprio in questo giorno il Sole finisce la sua discesa sull’orizzonte e poi piano piano torna a risalire verso il punto sommo che toccherà tra sei mesi. È il solstizio d’inverno, che significa “fermata del Sole” perché gli antichi – prima di scoprire che è la Terra a girare intorno al nostro astro maggiore (e non viceversa) oltre che su se stessa – avevano appunto l’impressione che il Sole invertisse la sua marcia dopo aver raggiunto l’altezza più bassa. Ed è anche l’inizio astronomico dell’inverno, il giorno in cui si verifica la durata minima della luce (e dunque la massima della notte): infatti domani il Sole si vedrà soltanto per circa nove ore.

Era proprio questo che spaventava gli antichi: il buio e il freddo sembravano dover cancellare la vita della natura e degli uomini. Invece subito dopo le giornate tornavano lentamente ad allungarsi: il Sole aveva vinto! Per questo i romani inventarono un’apposita festa, intitolata al Sol Invictus, da cui deriva il nostro Natale. Non conoscendo la data della nascita di Gesù, i primi cristiani pensarono infatti di festeggiarla al posto di quella pagana del Sole che trionfa sul buio: quale simbolo migliore, del resto, per celebrare il Bimbo destinato a essere luce del mondo?

Quando inizia l'inverno?​

Ma l’inverno non inizia sempre il 21 dicembre? Molti hanno imparato così a scuola, ma non è propriamente esatto. Difatti il solstizio può capitare anche il 22 dicembre, come avviene quest’anno; la cosa dipende dal fatto che l’anno del calendario è fatto da 365 giorni, mentre il cammino della Terra intorno al Sole dura circa sei ore in più. Per rimettere le cose in pari ogni quattro anni bisogna dunque aggiungere un giorno in più il 29 febbraio (è l’anno cosiddetto bisestile), ma le sei ore di differenza sono anche quelle che fanno oscillare il solstizio d’inverno tra il 21 e il 22 dicembre.

Un’altra curiosità stellare: tutti i nove pianeti che ruotano intorno al Sole hanno il solstizio, la cui frequenza dipende dall’inclinazione della loro orbita. A Nettuno, per esempio, capita un solstizio ogni 40 anni (terrestri), su Saturno arriva ogni sette anni.

Yule o Toji sempre festa è​

Il solstizio d’inverno è freddo e buio, sì, ma da quel momento le giornate tornato ad allungarsi. Per questo viene ancora celebrato in molti Paesi. In Cina, per esempio, è un pretesto per il Donghzi, festa di famiglia dedicata agli antenati. In Iran invece c’è Yalda, che significa “rinascita” del Sole; si mangia frutta di colore rosso e si leggono poesie e racconti antichi. I giapponesi hanno la tradizione del Toji: mangiano zucca e fanno un bagno in acqua calda con agrumi spremuti.

A Vancouver, in Canada, si organizza addirittura il Festival delle Lanterne del Solstizio: la gente deve attraversare un grande labirinto composto da 600 candele. Nei Paesi scandinavi è rimasto il rito del capodanno celtico detto Yule, celebrato con grandi falò per favorire il ritorno dell’estate e del calore. A Manhattan infine, nel centro di New York, si innalza l’Albero del Solstizio decorato con campane

Raggi che danno il tempo​

Stonehenge e gli altri. Non sono pochi i monumenti che i nostri antenati dei tempi preistorici pensarono di legare al solstizio, forse perché lo ritenevano un periodo magico o forse soltanto perché erano interessati a calcolarne esattamente la data. Secondo alcuni esperti l’inglese Stonehenge, celebre cerchio di colossali massi, sarebbe appunto una specie di osservatorio astronomico da usare in questo giorno speciale.

A Newgrange, nella vicina Irlanda, un’antica tomba è stata costruita in modo che i raggi di sole entrino da una finestrella solo all’alba del solstizio. Anche a Roma il 21 dicembre pare che il sole, passando dalla cupola del Pantheon, crei effetti suggestivi. Perfino nella remota Isola di Pasqua, dove si ammirano le caratteristiche statue giganti in pietra, nella località di Ahu Uri Aurenga si trova una statua solitaria che segna con la sua ombra il solstizio d’inverno







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