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Il Malaspina di Palermo - Ansa
Domenica sera di alta tensione nel carcere San Domenico di Cassino: è scoppiata una rivolta e diversi detenuti hanno devastato il primo piano della Seconda sezione. Nel penitenziario di via Sferracavalli è stato necessario l'impiego del Gruppo di Intervento operativo ed a supporto anche unità del Gruppo intervento rapido della Campania e del Nucleo cittadino di Roma. Tornata la calma, sono scattate immediatamente le contromisure: circa 50 persone sono state trasferite nella notte in altri istituti di pena. A darne notizia è il Segretario Generale della Fns Cisl del Lazio, Massimo Costantino.
La rivolta è un ulteriore campanello d’allarme sulla situazione carceraria generale, se si considera che a Cassino il sovraffollamento è meno grave rispetto a molti altri istituti del Lazio: ci sono 17 detenuti in più del previsto mentre è drammatica la situazione sul piano della Polizia Penitenziaria che al momento ha 37 unità in meno di quanto previsto in organico. Negli altri istituti del Lazio Sud la situazione è più grave: secondo i dati del Ministero della Giustizia a Frosinone ci sono 55 detenuti in più: sono previsti al massimo in 517 ma sono presenti in 572. Nella casa Circondariale di Latina gli esuberi sono 59: a fronte dei 77 detenuti previsti ne risultano presenti 136. "Deve essere chiaro che negli istituti ci sono molti posti di servizio ma non vi è il numero necessario del personale per occuparli e questa situazione produce accorpamenti di posti e sovraccarico per l'esiguo personale in servizio, che deve farsi carico anche di piantonamenti con orari in violazione all'accordo quadro nazionale" sottolinea Costantino.
Fuga da film invece di tre detenuti minorenni dal carcere Malaspina di Palermo, che domenica mattina sono riusciti ad eludere la sorveglianza e a riacquistare, almeno per qualche ora, la libertà. Dopo aver segato le sbarre della cella ed essersi calati con le “classiche” lenzuola, due dei tre ragazzi evasi sono stati arrestati poco dopo al termine di una vera e propria caccia all'uomo che ha visto impegnati decine di agenti della polizia e della polizia penitenziaria, carabinieri e polizia municipale. Per ore un elicottero ha sorvolato la città per aiutare gli investigatori a rintracciare i giovani: un tunisino, un marocchino e un ragazzo della Costa D'Avorio. Posti di blocco sono stati organizzati in vari punti di Palermo e sono state presidiate le stazioni ferroviarie e il porto, alla fine anche il terzo fuggitivo è stato ripreso. Uno di loro, appena rimesso in cella, ha appiccato un incendio e per protesta ha iniziato ad inveire contro gli agenti della polizia penitenziaria tirando le suppellettili e procurandosi con oggetti taglienti ferite nel corpo.